Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Israele danza la rinascita fra l'entusiasmo del pubblico da Napoli, la cronaca di Sergio Trombetta
Testata: La Stampa Data: 24 giugno 2012 Pagina: 30 Autore: Sergio Trombetta Titolo: «Emozioni al tramonto, Israele balla la rinascita»
Sulla STAMPA di oggi, 24/06/2012, a pag.30, con il titolo " Emozioni al tramonto, Israele balla la rinascita", la cronaca di Sergio Trombetta allo spettacolo di danza israeliana al 'Napoli Teatro Festival', dove si sono esibite compagnie di danza da Israele fra l' entusiasmo e la partecipazione del pubblico. Ecco l'articolo:
Allestire uno spettacolo al Parco Archeologico di Pausylipon vuol dire avere la sicurezza del successo a prescindere. Perché è un posto magico: un promontorio a picco sul mare (più in basso rispetto all’attuale Posillipo) che si raggiunge attraverso una lunga galleria d’epoca romana scavata nel tufo. Lì la compagnia israeliana Vertigo di Noa Werheim ha sovrinteso alla nascita della Fenice ( Birth of the Phoenix ), l’uccello immortale che risorge dalla proprie ceneri. In questo caso il rito ha luogo sotto una cupola geodetica in canne di bambù che sovrasta una pedana circolare coperta di terra grassa. Tutto intorno il pubblico. Si officia al tramonto, alla luce naturale, con cinque danzatori in costumi orientaleggianti rosso dalai lama. Il primo, steso supino, è come se uscisse e prendesse vita dalle zolle. Un corpo plasmato con la terra dalla quale poco per volta emergono le forme umane. Poi intervengono gli altri e la danza si anima e si complica: singoli assoli, tutti, duetti, su un collage musicale new age. Un senso di ritualità pervade i cinquanta minuti di spettacolo, compresa la cavalcata finale che coinvolge l’intera compagnia quando il sole ormai sta tramontando.
È una danza estremamente fisica quella degli israeliani ai quali il Napoli Teatro Festival ha dedicato un focus di cinque spettacoli con tre compagnie. Lo conferma If at all della Kibbutz Contemporary Dance Company di Rami Be’er. Uomini in gonne nere svolazzanti, donne in pantaloncini e camicette. Il corpo di ballo è trattato per buona parte del tempo a blocchi, prima gli uomini, poi le donne, i due gruppi si incrociano di rado. C’è una scena di violenza su una donna. Nella seconda parte, su una nenia infantile, ecco una serie di duetti più affettuosi. Ma il clima dominante è di una danza ossessiva, a perdifiato, ricolma di energia che esplode sul palcoscenico del Politeama fra l’entusiasmo del pubblico.
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