Dopo l'attacco di IC a Lucio Caracciolo per avere coinvolto Israele nella crisi siriana (intervistato da Lilli Gruber a Otto e mezzo, il 22/06/2012: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=44987, ) non sono mancate le critiche in difesa della 'bontà' delle affermazioni di Caracciolo, sostenute da lanci di agenzia - ANSA in prima fila - che avrebbero avvalorato le sue sconsiderate affermazioni. Che fossero bufale era facile da capire, il lancio ANSA proveniva dal suo ufficio di Damasco, non proprio il massimo per una informazione credibile. Infatti è stato smentito il giorno successivo, il governo israeliano non è affatto intervenuto con la vendita di armi ai ribelli siriani, il fatto che alcune armi anticarro di fabbricazione israeliana siano arrivate ai ribelli, rientra nel commercio internazionale di armi che non conosce confini. Chiunque può acquistare armi e farle arrivare dove crede. Altra cosa è l'intervento ufficiale di un governo.
Pubblichiamo i due lanci ANSA, sottolineandone l'inaccuratezza, pieni, come si legge, di 'si dice', seguiti dall'articolo di Maurizio Molinari sulla STAMPA di oggi, 34/06/2012, a pag.7. Accanto una breve, quanto mai disinformante, nel più puro stile MANIFESTO. Lo pubblichiamo, con un nostro commento dopo il pezzo di Molinari.
Ecco gli articoli:
(ANSA) - DAMASCO, 23 GIU - I gruppi armati siriani anti-Assad
a Homs hanno ricevuto missili israeliani di ultima generazione
utili "contro i carri armati T-72" in dotazione all'esercito
siriano: lo rivelano all'ANSA fonti bene informate in Siria.
(ANSA).
(ANSA) - DAMASCO, 23 GIU - Il sistema anti-carro,
probabilmente Tow (acronimo di Tube launched, Optically tracked,
Wire command data link, ndr), di ultima generazione,
originariamente prodotto negli Stati Uniti, e' in grado di
inquadrare l'obiettivo in un raggio di oltre 3 km, e puo' essere
montato su un tubo di lancio piazzato a terra o su un mezzo
mobile.
''E' per questa ragione che a Homs l'Esercito siriano usa
l'artiglieria, mentre a Dayr az Zor (nella regione orientale a
est di Damasco) o in altre aree sono ancora in azione i carri
armati''.
Secondo le fonti, ''a Qudsaya (il sobborgo a 10 km della
capitale) si registra una escalation di violenza da oltre una
settimana perche' e' da li' che potrebbero arrivare questi
sistemi anti-carro a Dayr az Zor e in tutta la regione
orientale, come ad al-Mayadin (altro 'punto caldo', ndr)''.
I carri armati da battaglia T-72, nelle loro varie versioni,
sono il fiore all'occhiello della produzione russa. Le recenti
versioni hanno una armatura corazzata capace di resistere anche
alle radiazioni e sono semi-anfibi, perche' possono attraversare
corsi d'acqua alti fino a cinque metri.
I razzi Rpg, largamente utilizzati in Siria nel corso
dell'ultimo anno, non hanno questa capacita', ''al massimo
possono distruggere un blindato leggero''. (ANSA).
La Stampa-Maurizio Molinari: " Siria, missili e soldi, così arabi e Usa sostengono i ribelli"

Maurizio Molinari
Arrivano da Arabia Saudita e Qatar i fondi per gli stipendi dei ribelli dell’Esercito di liberazione siriano (Els): le rivelazioni fatte a Gedda dai diplomatici di tre Paesi arabi coincidono con le indiscrezioni che rimbalzano dal Congresso di Washington contribuendo a fare maggiore chiarezza sulla coalizione di nazioni che sostiene la rivolta armata contro il regime di Bashar Assad.
L’impegno finanziario della monarchia wahabita e dell’Emirato del Qatar, stretti alleati di Washington, avviene sulla base di un accordo con l’Els guidato dal colonnello Riad al-Asaad firmato il 2 aprile. Sono versamenti mensili che si propongono di «incentivare le defezioni dalle forze di Assad», il cui numero in effetti sta aumentando. Si tratta di soldati e agenti che si uniscono ai rifugiati in Turchia e Giordania per poi confluire in basi nel Sud della Turchia, da dove poi raggiungono le unità combattenti in Siria. Proprio nella Turchia meridionale, secondo il «New York Times», la Cia ha posizionato un ristretto numero di consiglieri con il compito di decidere a quali gruppi di ribelli far arrivare le armi. Sempre gli Stati Uniti, per ammissione del portavoce del Dipartimento di Stato Victoria Nuland, garantiscono ai ribelli la fornitura di apparati di comunicazione per evadere la sorveglianza elettronica dei servizi di sicurezza siriani, che possono a loro volta disporre della sofisticata tecnologia di sorveglianza iraniana.
Se la scelta di Istanbul come sede del comando di alAsaad conferma il ruolo strategico della Turchia, il tassello che manca è relativo alle forniture di armi. Ripetute indiscrezioni pubblicate dalla stampa del Golfo suggeriscono che potrebbero essere i sauditi, assieme ad altri Emirati, a pagare gli armamenti che poi transitano dai confini turchi verso i ribelli mentre le notizie recenti sulla neutralizzazione di carri armati siriani con armi anticarro di provenienza israeliana, sebbene non confermate, suggeriscono che il governo di Gerusalemme potrebbe aver deciso di modificare la linea del non-intervento.
Sui cieli della Siria operano invece i droni della Cia che, assieme ai satelliti, tengono d’occhio in primo luogo i depositi di armi chimiche e batteriologiche siriane nel timore che possano essere saccheggiate da jihadisti, iraniani e Hezbollah.
È tale scenario di crescente pressione sul regime di Assad che spiega l’errore compiuto da Damasco con l’abbattimento di un aereo di Ankara, innescando minacce di ritorsione turche che la Siria ha tentato di disinnescare presentando formali scuse ed impegnandosi nella ricerca del pilota disperso. Il premier turco Recep Tayyip Erdogan preannuncia «futuri passi» verso Damasco, senza svelare cosa intende. Sul terreno intanto continuano le violenze: l’opposizione parla di almeno 40 vittime civili a Deir al-Zor nelle ultime 48, dove l’artiglieria ha bombardato i quartieri attorno all’area del vecchio aeroporto.
Ecco titolazione e testo della breve della STAMPA a pag.17:
Invece di scrivere nel titolo che nell'arco di pochi giorni sono arrivati sul territorio israeliano più di 150 missili, causando feriti anche gravi, la STAMPA titola ignorandolo, evidenziando invece l'azione di difesa di Israele presentandola come un attacco, un 'Raid di Tel Aviv' ! Complimenti al desk esteri del quotidiano torinese.
LA TREGUA NON REGGE: 15 VITTIME DA LUNEDÌ, TRA CUI UN BAMBINO DI 5 ANNI
Raid di Tel Aviv su Gaza: uccisi altri due palestinesi
Torna a scorrere il sangue sulla «tregua» che per qualche ora era parsa attenuare l’ultima spirale di scontri fra le milizie palestinesi della Striscia di Gaza controllata da Hamas e Israele. Il lancio di razzi contro il Sud dello Stato ebraico, ripreso venerdì sera e proseguito durante la notte (con il ferimento del primo civile israeliano colpito in questi giorni, a Sderot), ha scatenato una nuova reazione dei jet con la stella di Davide: uccisi almeno altri due miliziani palestinesi, più una trentina di feriti, oltre a un bambino di nemmeno 5 anni rimasto ucciso in circostanze ancora non chiare, sarebbe rimasto vittima di un’esplosione attribuita al fuoco di un tank israeliano. In totale, da lunedì scorso, data d’inizio di questo round di violenze, sono caduti su Israele 150 razzi, con un bilancio di cinque feriti, mentre nella Striscia il numero dei morti è salito a quindici.
Ancora peggio LIBERO, la cui deriva nell'informazione esteri sembra non avere tregua. Ecco il titolo di oggi:
"ULTIMATUM DI ERDOGAN ad ASSAD, ARABIA E ISRAELE SOFFIANO SUL FUOCO", si sono bevuti la bufala Ansa senza problemi.
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