Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Il ruolo pro Siria e Iran della Russia negoziati sul nucleare in salita, cargo con armi diretto da Mosca a Damasco
Testata:Il Foglio - La Stampa Autore: Redazione del Foglio - Andrea Malaguti Titolo: «Negoziare sul nucleare (a Damasco) - Elicotteri e armi per Damasco, cargo russo fermato in Scozia»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 20/06/2012, a pag. 3, l'editoriale dal titolo " Negoziare sul nucleare (a Damasco) ". Dalla STAMPA, a pag. 16, l'articolo di Andrea Malaguti dal titolo " Elicotteri e armi per Damasco, cargo russo fermato in Scozia" . Ecco i pezzi:
Il FOGLIO - " Negoziare sul nucleare (a Damasco)"
Mahmoud Ahmadinejad con Vladimir Putin (foto di archivio)
Le aspettative sull’ultimo round di colloqui sul nucleare iraniano erano basse. Forse perché la sede scelta era Mosca, forse perché la storia di questi incontri non è rassicurante, forse perché i giornali iraniani, che sanno come ci si prepara ai vertici importanti, titolavano: da Mosca Teheran si aspetta il riconoscimento del suo diritto all’arricchimento dell’uranio o almeno un alleggerimento delle sanzioni. I colloqui dovevano fallire e sono falliti: la diplomazia diretta su questo fronte non riesce a trovare una sua espressione efficace. Per ora le sanzioni restano, che sono dure e lo diventeranno ancora di più, dal primo luglio, quando toccheranno qualunque soggetto faccia affari con l’Iran (è il motivo per cui anche i contratti in essere per lo sfruttamento delle risorse sono stati sospesi). Teheran si prepara a questo momento creandosi alternative e minacciando una crisi energetica per tutto il mondo occidentale, ma l’emorragia di capitali e una situazione inflattiva incontrollabile rendono sempre più fragile il paese. La questione nucleare iraniana – con le sue conseguenze sulla sicurezza di Israele e sulla possibilità di uno strike unilaterale di Gerusalemme – era già di fatto destinata a non subire grandi cambiamenti. Ma quel che importava, in questo incontro, era anche la Siria. Perché è in Siria, nella guerra civile in corso ormai da mesi, che tutte le tensioni della regione, le ambizioni di leadership e gli equilibri geopolitici stanno avendo il loro tragico sfogo. Secondo l’agenzia iraniana Fars, nelle prossime settimane è prevista una enorme esercitazione di mezzi e uomini cinesi e russi davanti alle coste della Siria, con un appoggio – ormai conclamato – degli uomini di Teheran sulla terraferma. La notizia non è stata confermata (già il fatto che la Fars l’abbia annunciato è significativo), ma è chiaro che la triangolazione di Mosca sull’asse Iran-Siria, con la complicità della Cina, è sempre più intensa e progettuale, con conseguenze a lungo termine che non hanno a che fare soltanto con la sopravvivenza di Assad a Damasco. Ed è di fronte a questo attivismo di Mosca che la debolezza diplomatica occidentale fa la sua brutta, pericolosa figura.
La STAMPA - Andrea Malaguti : " Elicotteri e armi per Damasco, cargo russo fermato in Scozia "
Bashar al Assad con Vladimir Putin (foto di archivio)
Portavano armi alla Siria, ma si sono trovati all’improvviso senza assicurazione. Così, come un qualunque Al Capone del mare fermato non per la strage di San Valentino ma per irregolarità burocratiche, i marinai del cargo russo Mv Alaed, intercettati al largo della Scozia, sono stati costretti a invertire la rotta per tornare verso il porto di Kaliningrad da cui erano partiti diretti a Tartus. A bordo, secondo la compagnia assicurativa londinese Standard Club, emittente della polizza di viaggio, ospitavano elicotteri da guerra MI25, anche noti come carri armati volanti, implacabili, anche se non più nuovissimi, dispensatori di morte. «Abbiamo saputo che il mercantile Alaed trasportava armi destinate alla Siria. Abbiamo avvisato l’armatore che la sua nave cessava automaticamente di essere assicurata. Ci sono clausole ben precise contro qualunque tipo di trasporto illegale», ha spiegato la Standard Club.
Le informazioni sarebbero arrivate nella sede della compagnia, a Essex Street, dopo essere partite da Washington per transitare poi da Downing Street. I servizi Usa e inglesi si sarebbero scambiati notizie sul carico della Alaed e sarebbero stati gli americani a segnalare a Londra l’origine dei documenti assicurativi. A quel punto il ministero degli Esteri avrebbe avvisato la Standard Club che in considerazione delle sanzioni Ue alla Siria anche la compagnia di assicurazione avrebbe potuto essere considerata colpevole della violazione dell’embargo. «Abbiamo agito in autonomia, senza subire alcun genere di pressione», ha garantito Standard Club.
A meno di un’ora dalla diffusione della notizia il ministro degli esteri William Hague si è presentato alla House of Commons. «Il 14 giugno avevo chiarito con Mosca che ogni rifornimento militare doveva cessare. Sono felice di dire che la nave sta tornando indietro, apparentemente verso la Russia». Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo, aveva negato il 13 giugno che Mosca stesse illegittimamente rifornendo la Siria di armi. «Abbiamo affermato più volte che la Russia non difende l’attuale regime di Damasco e non ha alcun motivo politico, economico o di altro genere per cominciare a farlo». Ma poi aveva aggiunto. «Un immediato rovesciamento di Assad, contrario alle aspirazioni di un considerabile segmento della società siriana che ancora si affida al regime per la propria sicurezza e benessere, farebbe precipitare la Siria in una lunga e sanguinosa guerra civile». Una visione neutrale espressa nelle ore in cui la Alaed salpava da Kaliningrad.
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