Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Nuclare iraniano: negoziati in salita 'grazie' anche alla Russia cronaca di Giordano Stabile
Testata: La Stampa Data: 19 giugno 2012 Pagina: 16 Autore: Giordano Stabile Titolo: «Mosca, in salita i colloqui sul nucleare iraniano: posizioni molto distanti»
Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 19/06/2012, a pag. 16, l'articolo di Giordano Stabile dal titolo "Mosca, in salita i colloqui sul nucleare iraniano: posizioni molto distanti".
«Una grande distanza». Quella fra le parti che hanno riaperto ieri a Mosca i colloqui sul nucleare iraniano. Da un lato la repubblica islamica, dall’altro i Cinque più uno, cioè le cinque potenze con diritto di veto all’Onu (Stati Uniti, Cina, Russia, Francia, Gran Bretagna) e la Germania. Con i russi a spingere al massimo per ottenere qualche risultato, prima che scatti l’embargo dell’Unione europea sulle esportazioni di petrolio di Teheran, e i falchi, americani e inglesi, comincino il conto alla rovescia per misure ancora più dure.
Ma i colloqui, cominciati ieri mattina all’hotel Anello d’Oro di Mosca, sono partiti con il piede sbagliato e un Twitter di un diplomatico russo, rimbalzato nel primo pomeriggio sui media, ha gelato le speranze: «Una grande distanza» nelle posizioni, appunto, «un clima non positivo». Sensazioni confermate poco dopo dal ministro degli Esteri della Ue, Catherine Ahston, che ha parlato di colloqui «difficili», di «scambi tesi, di punti di vista lontani».
I «punti di vista» sono molto diversi. Teheran, per sospendere l’arricchimento dell’uranio, chiede la sospensione delle sanzioni, compreso l’embargo sulle esportazioni di greggio deciso dalla Ue e le misure contro la Banca centrale disposte dagli Usa. E soprattutto chiede il riconoscimento internazionale del suo «diritto all’arricchimento dell’uranio» per uso civile. Le posizioni delle potenze occidentali sono molto distanti. Chiedono all’Iran di sospendere l’arricchimento, ma anche di esportare l’uranio già arricchito al 20 per cento e di chiudere il complesso di impianti nei bunker rafforzati costruiti attorno alla città di Qom.
Mosca però non si arrende e intende giocarsi fino in fondo le sue carte, anche perché un’escalation contro Teheran metterebbe a rischio importanti interessi industriali e commerciali nel Paese. Il viceministro degli Esteri Serghei Ribakov ha fatto filtrare, sempre attraverso Twitter, che ci potrebbe essere un «secondo round» di colloqui, dopo la due giorni di ieri e oggi: «Vogliamo che ci siano nuovi incontri, e che le pause non siano lunghe». Un format «stabile» per le trattative, che piace agli iraniani. E permetterebbe ai russi di non incassare una sconfitta diplomatica, evitando una rottura come quella del gennaio 2011, seguita da 15 mesi di stallo.
Per inviare la propria opinione alla Stampa, cliccare sull'e-mail sottostante