Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Caro Volli, sono lettore abituale di IC. In questi giorni mi è capitato di leggere un singolare articolo del gennaio scorso di uno psicanalista israeliano. Non so se IC lo ha già commentato. In caso vi interessi lo allego in versione originale e nella traduzione italiana. Con cordialità e stima
Sergio Tonelli
Gentile lettore, grazie per la segnalazione. Non avevo letto l'articolo. Lo considero una prova interessante di come la sinistra israeliana, che si definisce laica ma non lo è, perché affetta da ideologismo profondo, vede il mondo, ignorando l'esistenza di un popolo ebraico, privilegiando dei fantasmi ideologici che in realtà non hanno consistenza e diffidando del funzionamento della democrazia che per necessità deve comporre gli interessi e le opinioni. Trovo anche interessante come in tutta la riflessione non si affacci una volta l'idea che buona parte dei palestinesi non voglio vivere in pace accanto agli ebrei - se lo volessero avrebbero già il quadro giuridico per farlo, ma vogliano conquistare (o "liberare") tutta la terra ebraica. Ho sentito io personalmente uno di loro dichiarare che per loro Tel Aviv non è diversa da Ramallah - e ci sono infiniti discorsi come questo che si possono trovare sul web. Se dunque il signor Strengher si illude di vivere in pace nel suo cantone, magari disarmandosi come vorrebbero i suoi ideologi, si sbaglia. Per fortuna non nella geografia immaginarinaria di Haaretz, ma nella realtà dei risultati elettorali, le divisioni sono ben altre e posizioni come quelle esposte nell'articolo non valgono più del 2 per cento dei voti