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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Corriere della Sera - Il Foglio Rassegna Stampa
06.06.2012 Drone Usa in Pakistan ammazza il n°2 di al Qaeda, Yahia Al Libi
Cronaca di Guido Olimpio, commento di Redazione del Foglio

Testata:Corriere della Sera - Il Foglio
Autore: Guido Olimpio - Redazione del Foglio
Titolo: «Nuovo colpo ad Al Qaeda. Eliminato il n. 2 - Obama uccide e io non so cosa mettermi»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 06/06/2012, a pag. 17, l'articolo di Guido Olimpio dal titolo " Nuovo colpo ad Al Qaeda. Eliminato il n. 2 ". Dal FOGLIO, a pag. 3, l'editoriale dal titolo " Obama uccide e io non so cosa mettermi" .
Ecco i pezzi:

CORRIERE della SERA - Guido Olimpio : " Nuovo colpo ad Al Qaeda. Eliminato il n. 2 "


Yahia Al Libi

Al Qaeda è abituata a convivere con la morte dei suoi leader. E ogni volta trova qualcuno pronto a prendere il posto del «martire». Eppure l'uccisione di Yahia Al Libi rappresenta «una grande perdita» — la frase è dei talebani — per il movimento terroristico. Ieri, dopo 24 ore di incertezza, il Pentagono ha confermato che nel raid di droni, sferrato lunedì a Mir Alì (Pakistan), è stato ucciso il militante libico. Al Libi, sulla quarantina, è sempre stato considerato un personaggio unico. Perché in questi anni ha racchiuso molti ruoli. Ideologo grazie alla sua preparazione religiosa, ma anche ispiratore e stratega. Un uomo che aveva un grande seguito nell'organizzazione, al punto che lo si era considerato tra i possibili successori di Osama. Catturato dagli americani, era riuscito a scappare dalla prigione di Bagram nel 2005 con un'evasione che ne aveva aumentato il prestigio nell'arena jihadista. La Cia gli ha dato la caccia per anni e nel 2009 era convinta di averlo ucciso, sempre con un drone. Invece era sfuggito ai missili. In questi mesi, però, gli Usa hanno intensificato gli attacchi aprendo vuoti nelle file qaediste ma suscitando anche polemiche. In Pakistan e a casa. Le incursioni sono contestate da quanti ritengono che nel lungo termine accrescano l'avversione nei confronti degli Stati Uniti a causa delle vittime civili. Inoltre c'è la questione dell'omicidio mirato. In base a quale principio l'America elimina terroristi nell'area tribale o in Yemen? Dibattito rovente che coinvolge direttamente la Casa Bianca, visto che è lo stesso presidente ad approvare i blitz del «Mietitore».

Il FOGLIO - " Obama uccide e io non so cosa mettermi "


Barack Obama

Negli ultimi dieci giorni i droni inviati da Barack Obama hanno colpito per sette volte la regione del Waziristan, il lembo di Pakistan dove sono arroccati terroristi di varie affiliazioni. Gli aerei senza pilota cercavano con particolare insistenza Abu Yahya al Libi, fedelissimo di Osama bin Laden che ha avuto una decisiva promozione quando Ayman al Zawahiri ha preso il comando di al Qaida. Il 28 maggio al Libi è stato ferito; lunedì una sventagliata ha distrutto la sua casa e la macchina che usava solitamente per gli spostamenti. Sedici persone sono state uccise dai missili e per quasi un giorno gli ufficiali di Washington non sono stati in grado di confermare se l’ideologo, combattente e poeta del jihad evaso dalla prigione di Bagram nel 2005 fosse effettivamente stato ucciso. Poi la conferma è arrivata, e a Washington il presidente ha provato una sensazione nota, visto il ritmo forsennato con cui ordina all’intelligence di bombardare le zone infestate finché gli obiettivi non sono stati colpiti a morte. Nell’ultimo anno il presidente ha fatto uccidere almeno una dozzina di figure di alto profilo nella gerarchia del terrore, con una campagna di bombardamenti mirati che non ha precedenti. Naturale che la sinistra che lo aveva sostenuto in nome della pacificazione globale e delle mani tese non sia esattamente soddisfatta della china su cui s’è messo il presidente, che con ogni missile indirizzato ai terroristi peggiora anche le relazioni già impossibili con Islamabad, alla faccia del multilateralismo. Ma ora è più semplice rendere silenziosamente onore al commander in chief.

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