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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio - La Stampa Rassegna Stampa
09.05.2012 Israele, Kadima entra nel governo. Niente elezioni anticipate a settembre
commento di Giulio Meotti, cronaca di Aldo Baquis

Testata:Il Foglio - La Stampa
Autore: Giulio Meotti - Aldo Baquis
Titolo: «Il triumvirato di Israele - Israele,blitz di Netanyahu, Kadima entra nel governo»

Con l'ingresso di Kadima nella coalizione di governo, non ci saranno elezioni anticipate a settembre. La notizia è stata diffusa dal quotidiani di oggi, 09/05/2012. Riportiamo dal FOGLIO, in prima pagina, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo "  Il triumvirato di Israele  ". Dalla STAMPA, a pag. 23, l'articolo di Aldo Baquis dal titolo " Israele, blitz di Netanyahu, Kadima entra nel governo".

Il MANIFESTO non stupisce nemmeno questa volta e pubblica un pezzo di Michele Giorgio profondamente ostile alla nuova coalizione che, a suo avviso, porterà sicuramente ad un attacco contro l'Iran.
Giorgio, ovviamente, esclude che ci siano rischi connessi ai siti nucleari iraniani e, secondo lui, il nucleare è un diritto degli ayatollah. Gli consigliamo di leggere il pezzo di Pio Pompa pubblicato in altra pagina della rassegna. Chissà che non gli sia di ispirazione e non lo aiuti a comprendere meglio ciò che avviene in Medio Oriente.
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=120&id=44449

In alto a destra, Bibi Netanyahu con Shaul Mofaz.

Il FOGLIO - Giulio Meotti : " Il triumvirato di Israele "

 


Giulio Meotti

Roma. Con una mossa a sorpresa il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha disdetto le elezioni anticipate per settembre e ampliato la coalizione di governo con l’ingresso di Kadima di Shaul Mofaz. Si va avanti fino all’ottobre 2013 con un superesecutivo di unità nazionale che comprenderà 90 dei 120 deputati della Knesset. Il nuovo leader di Kadima Mofaz (subentrato a Tzipi Livni) sarà vicepremier e parteciperà al Consiglio di difesa, il celebre “ottetto” dove vengono prese le decisioni più critiche. Il patto Netanyahu-Mofaz sancisce l’irrilevanza della sinistra del Labour e dell’astro liberal nascente, Yair Lapid. L’unica loro ragione d’essere era la battaglia contro gli ultraortodossi, che Netanyahu spegnerà varando una nuova legge sul reclutamento di religiosi e arabi (esentati dal servizio militare) a un servizio civile obbligatorio. Arik Bender, analista politico di Maariv, scrive che il patto è “un colpo durissimo” per la leader della sinistra, Shelly Yachimovich, e “mortale” per Lapid. Qualcuno parla già della “fine della sinistra israeliana”. La “nuova questione sociale”, le tende di protesta della scorsa estate, non ha retto di fronte ai numeri di Netanyahu sull’economia. Grazie al programma di liberalizzazioni e privatizzazioni del Likud, Israele gode del magico “cinque per cento”, che è il tasso di disoccupazione al minimo storico e il prodotto interno lordo fra i migliori al mondo. Ma al di là delle questioni interne ci si interroga se la mossa di Netanyahu sia da collegare a un attacco di Israele alle centrali nucleari dell’Iran. E’ il “triumvirato della sicurezza”, Netanyahu, Mofaz e il ministro della Difesa, Ehud Barak. Per la prima volta un esecutivo israeliano vede al comando tre ex capi di stato maggiore (Barak, Mofaz e il vicepremier Moshe Yaalon). La sicurezza è tanto importante oggi nello stato ebraico che le figure più chiacchierate sull’ingresso in politica riguardano l’ex capo di stato maggiore che ha guidato “Piombo fuso”, Gabi Ashkenazi, e l’ex capo del Mossad, Meir Dagan. L’esperto d’intelligence di Haaretz, Amir Oren, ha scritto: “L’accordo Mofaz-Netanyahu potrebbe essere l’inizio dello strike all’Iran”. E’ anche l’opinione di Jeffrey Goldberg, il giornalista dell’Atlantic che segue Israele: “Netanyahu può procedere tranquillo sui siti nucleari iraniani”. E se il commentatore Amnon Abramovich ha detto che Netanyahu pensa a un attacco preventivo all’Iran per la fine dell’estate- inizio autunno, su Yedioth Ahronoth Ron Ben-Yishai, il maggiore giornalista militare israeliano, ha scritto: “Il patto Netanyahu- Mofaz rafforza la deterrenza contro l’Iran”. Infine, David Weinberg su Israel Hayom: “Preparate le bottiglie d’acqua. Il confronto con l’Iran sta arrivando”. Di origini iraniane, ex capo di stato maggiore, ex ministro della Difesa, ex Likud, il generale Mofaz è noto come “Mr. Security” ed è diventato famoso in occidente come quello del massacro, che massacro si rivelò non essere, di Jenin. Tra i fondatori dell’insediamento di Elqana, la carriera militare di Mofaz decolla, letteralmente, nel 1976 quando fu uno dei protagonisti del blitz a Entebbe (in cui persa la vita il fratello di Netanyahu, Yoni). Ancora di recente, Mofaz ha invocato “un’azione strategica che spazzi via il regime di Hamas da Gaza”. Fu sempre lui a volere le “esecuzioni mirate” dei terroristi. La durezza di Mofaz è tale che molti lo chiamano “Ghever-Ghever”: il duro per antonomasia. Sull’Iran, Mofaz dice che è “la radice di ogni male” e quando Mahmoud Ahmadinejad disse che Israele sarebbe scomparso dalla mappa geografica Mofaz replicò: “Scomparirà prima lui”. Mofaz è vicino alla linea Barak: attaccare prima che Teheran entri nella “zona di immunità”. A spia risponde spia. A Yuval Diskin, l’ex capo dell’intelligence che giorni fa aveva denunciato la linea “messianica” di Netanyahu sull’Iran, ha risposto un altro capo dello Shin Bet, Avi Dichter: “Un Iran nucleare è più pericoloso dello strike israeliano all’Iran”. Il quotidiano Makor Rishon intanto ha pubblicato una simulazione dell’attacco israeliano all’Iran. Il 14 e il 15 ottobre prossimo il Mossad rivela che l’Iran ha iniziato a spostare dispositivi nucleari nei siti sotterranei di Qom e che è pronto ad arricchire uranio al livello militare. Nell’Operazione Yahalom (“Diamanti”), che ha luogo il 16 ottobre, Israele perde dieci aerei ma riporta indietro di sette anni il programma iraniano. Da una nave nel Mediterraneo agenti iraniani lanciano un missile contro un aereo della El Al, uccidendo trecento persone. A Tel Aviv radiazioni sono emesse da una “bomba sporca”. Per ora è solo una simulazione.

La STAMPA - Aldo Baquis : "  Israele, blitz di Netanyahu, Kadima entra nel governo"


Shaul Mofaz

In un Medio Oriente in subbuglio e alla deriva, Israele va nella direzione inversa consolidando la coesione interna e rafforzando la stabilità del proprio esecutivo. Con queste parole il premier BenjaminNetanyahu e il leader di Kadima Shaul Mofaz hanno spiegato ieri agli israeliani le ragioni profonde dello sbalorditivo colpo di scena notturno alla Knesset mediante il quale, con un volitivo colpo di scena, hanno seppellito la iniziativa relativa a elezioni anticipate. In sua veceKadima, maggior partito di opposizione, ha accettato di entrare in posizione subordinata nel governo del Likud. Una coalizione talmente ponderosa - 94 deputati, su 120 – non si era mai vista in parlamento. Mofaz - che nei confronti diNetanyahu non avevamai lesinato critiche e anche epiteti - ha assicurato che da adesso lavorerà in maniera armoniosa col premier, spalla a spalla, per realizzare importanti riforme istituzionali entro la fine della legislatura, nel novembre 2013. Fungerà da vicepremier ed entrerà nella «stanza dei bottoni» del governo: il Consiglio di difesa, composto finora dagli otto ministri principali, dove vengono prese le decisioni davvero critiche. I retroscena della repentina intesa fra Likud e Kadima fanno pensare che dietro ci possano essere anche considerazioni recondite legate alle ansie israeliane per i programmi nucleari dell’Iran: anche perché essa è stata cucinata, oltre che da Netanyahu e Mofaz, anche dal ministro della difesa Ehud Barak. I tre provengono da unità di élite, vantano una notevole esperienza militare e asseritamente «trasmettono sulla medesima lunghezza d’onda». Ex presidente della Commissione parlamentare affari esteri e difesa, Mofaz è ritenuto più critico circa la opportunità di un intervento militare di Israele. Ma alcuni analisti non escludono che potrebbe mutare avviso una volta seduto al tavolo di governo. Nel suo primo intervento pubblico al fianco di Netanyahu, Mofaz ha intanto tentato una apertura verso l’Autorità nazionale palestinese. Il governo di unità nazionale, ha sostenuto, fornisce la opportunità per cercare di raggiungere «un compromesso storico» fra i due popoli che garantisca ad Israele, mediante la costituzione di uno Stato palestinese, di mantenere il proprio carattere prevalentemente ebraico, e democratico. Parole che sono state accolte con prudente favore dai dirigenti di Ramallah.

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