Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Ritorna in Vaticano la 'razza' ebraica Commento di Alberto Melloni
Testata: Corriere della Sera Data: 06 maggio 2012 Pagina: 36 Autore: Alberto Melloni Titolo: «E nel Vaticano II torna la 'razza' ebraica»
Con il titolo " E nel Vaticano II torna la 'razza' ebraica", a pag.36 sul CORRIEREdella SERA di oggi, 06/05/2012, Alberto Melloni svolge una breve ma dottissima analisi del concetto di 'razza' nella storia vaticana. Così, a differenza di altri vaticanisti -poco laici e molto clericali (pensiamo alla Stampa con Andrea Tornielli)- si esprime un cronista/storico di ciò che riguarda la Santa Sede. Un complimento a Melloni, decisamente meritato. Ecco il pezzo:
Alberto Melloni
"Lavora o ha lavorato per il sito della Santa Sede. Ignoriamo il suo nome, i suoi studi, cosa abbia pensato mentre mutavano i rapporti fra la Chiesa ed Israele. Ma questo sconosciuto — impunito come chi commercia carte e gossip d'oltre Tevere — è riuscito a depositare nel sito web vatican.va, per sfregio, una riga sulla «razza» ebraica. L'ha infilata nella traduzione italiana del Vaticano II: Nostra ætate affermò che la Chiesa ha sempre innanzi agli occhi le parole di Paolo «de cognatis eius» (cioè «sui suoi congiunti») che dicono che l'adozione, la gloria, il patto, la legge, il culto e le promesse appartengono a Israele e ai padri «dai quali è nato Cristo secondo la carne». Nel sito vatican.va quel «de cognatis» viene oggi tradotto «della sua razza»: ebraica, naturalmente. Non è un errore antico: è un atto recente, volontario. Il testo latino (lo mostra la mia critica del Vaticano II nei Conciliorum œcumenicorum generaliumque decreta) non dava appigli. L'Osservatore Romano del 17 novembre 1965 traduceva «della sua stirpe». Le altre traduzioni d'allora, raccolte senza ritocchi dal sito, non hanno esitazioni. Il tedesco recita «Stammverwandten», cioè parenti. La versione portoghese parla di «compatriotas». L'inglese «kinsmen», come «soukmenovcích» in ceco. In swahili «juu ya watu wa ukoo wake» indica le persone «del suo clan». Più inquietante l'«hermanos de sangre» dello spagnolo, identica al bielorusso. Solo in francese si era già osato tradurre «race» nel 1965 (idiozia rimasta intonsa anche nel sito odierno). La traduzione italiana usuale, dunque, è stata volontariamente manipolata per sfregiare il Vaticano II con un termine dalla storia inquietante: la razza. Entrato nella Spagna del secolo XV, passato al linguaggio giuridico e politico, venne consegnato dal trattato Sur l'inégalité des races humaines, opera del 1853 d'un cattolico come de Gobineau, a uno sviluppo «scientifico», di cui s'appropriano i perpetratori della Shoah. In quel lungo lasso di tempo anche il magistero cattolico ha parlato di razze: dalle discussioni sull'ammissione ai sacramenti degli indios fino al formarsi di un magistero sull'unità della famiglia umana, che negli anni Trenta afferma l'«uguaglianza delle razze». Con la dichiarazione dell'Unesco del 1950 — la Santa Sede era rappresentata dal nunzio Roncalli — il mondo ripudia l'idea di razza: e al Vaticano II, proprio nella dichiarazione Nostra ætate, la Chiesa rompe con l'antisemitismo «di qualunque tempo e di chiunque». Chissà se l'inventore di un inesistente Vaticano II «razzista» è un cretino inoffensivo o la voce in talare di xenofobi, antisemiti, suprematisti che innocui non sono. Ma che un nemico del Papa e della Chiesa faccia rientrare dalla finestra del web l'ombra d'un pensiero cacciato conciliariter dalla porta, dice che il Vaticano II ha ancora la forza di smascherare cosa c'è davvero dietro il sogno, di liberarsene o di spuntarne con un preambolo tradizionalista lo sperone riformatore che pungola la carne della Chiesa.
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