Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Elie Wiesel: i leader del mondo non hanno imparato nulla dalla Shoah commento di Piera Prister
Testata: Informazione Corretta Data: 25 aprile 2012 Pagina: 1 Autore: Piera Prister Titolo: «Elie Wiesel: i leader del mondo non hanno imparato nulla dalla Shoah»
Elie Wiesel: i leader del mondo non hanno imparato nulla dalla Shoah di Piera Prister
Elie Wiesel, Barack Obama, Piera Prister
La data delle elezioni di Novembre si avvicina a gran passi e il presidente Obama non tralascia nessuna opportunita’per chiedere voti per la sua riconferma alla Casa Bianca, questa volta ad un uditorio per lo piu’ ebraico, com’ e’ accaduto lunedi’ 23 aprile, che e’ il giorno della Rimembranza della Shoah, quando s’e’ recato, per la prima volta in visita ufficiale, al Museo dell’Olocausto -Holocaust Museum- di Washington, proprio a pochi mesi dalle elezioni. La finalita’ del Museo con la sua ricca documentazione e’ quella d’aiutare i governanti e i cittadini nel mondo a combattere l’odio, a prevenire il genocidio, a promuovere la dignita’ umana e a rafforzare la democrazia. E’ chiaro che in questo modo il presidente ha politicizzato maldestramente la sua visita ad un luogo che merita rispetto, una visita che non doveva essere finalizzata a scopi elettorali. Erano presenti anche Elie Wiesel e personalita’ della politica, del mondo economico, accademico e religioso nonche’ un gran numero di persone. Sulla parete centrale della Sala della Rimembranza del museo si legge: "Only guard yourself and guard your soul carefully, lest you forget the things your eyes saw, and lest these things depart your heart all the days of your life and you shall make them know to your children and your children’s children”. (Deuteronomio 4:9). Sono parole che ammoniscono il visitatore a non dimenticare quello che gli occhi hanno visto, a scolpirlo nel cuore per tutti i giorni dell’ esistenza e a ricordarlo ai figli, e ai figli dei propri figli. Guardati, guardati bene dal dimenticare e che non ti sfuggano dal cuore! Sono parole che hanno trovato una sublime formulazione nella prefazione di “Se questo e’ un uomo” di Primo Levi, che fu testimone degli orrori della Shoah: “Voi che vivete sicuri nelle vostre tepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo e’ un uomo che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo pane che muore per un si’ o per un no. Considerate se questa e’ una donna senza capelli e senza nome, senza piu’ forza di ricordare, vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d’inverno. Meditate che questo e’ stato, vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore stando in casa e andando per via, coricandovi alzandovi. Ripetetele ai vostri figli o vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi”. Nel suo discorso Obama ha invocato per ben sette volte “Never Again” -mai piu’- passando poi in rassegna i suoi “adempimenti” come presidente degli Stati Uniti a difesa di Israele e dell’ebraismo: -Abbiamo respinto ogni tentativo di eguagliare il Sionismo al Razzismo. -Abbiamo votato contro ingiuste risoluzioni internazionali ai danni di Israele e ogni tentativo di delegittimarlo. -Faremo qualsiasi cosa in nostro potere per prevenire che l’Iran metta a punto la bomba nucleare. Poi il presidente Obama ha elogiato Elie Wiesel che non ha sorriso, ne’ricambiato gli elogi nel suo discorso che non e’ stato certo di circostanza, si e’ chiesto perche’ gli uomini al potere nel mondo (compreso Obama?) non abbiano imparato nulla dall’Olocausto, perche’Assad di Siria sia ancora al potere con tutte quelle atrocita’ commesse, e perche’ il negazionista numero uno della Shoah -il signore di Teheran- che minaccia di distruzione nucleare Israele sia ancora presidente. Infine Elie Wiesel, rivolgendosi direttamente ad Obama, con autorevolezza lo ha ammonito per non aver fatto abbastanza : “ MR. PRESIDENT, WE ARE HERE IN THIS PLACE OF MEMORY. ISRAEL CANNOT NOT REMEMBER. AND BECAUSE IT REMEMBERS, IT MUST BE STRONG, JUST TO DEFEND ITS OWN SURVIVAL AND ITS OWN DESTINY”. (Sig. Presidente, siamo qui nel luogo della Memoria. Israele non puo’ non ricordare. E perche’ ricorda, deve essere forte, proprio per difendere la sua sopravvivenza e il suo proprio destino.) Due premi Nobel a confronto e due uomini che si fronteggiano, Elie Wiesel e Barack Obama, il primo, instancabile messaggero di pace che ha meritato il premio, l’altro che ancora lo deve meritare. Che se lo meriti dunque!