Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Afghanistan: talebani sempre più forti grazie al sostegno di Iran e Pakistan e grazie alla politica ondivaga degli Usa. Commento di Pio Pompa
Testata: Il Foglio Data: 24 aprile 2012 Pagina: 3 Autore: Pio Pompa Titolo: «I 'nuovi' talebani, giovani e colti, stanno vincendo la guerra»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 24/04/2012, a pag. 3, l'articolo di Pio Pompa dal titolo "I 'nuovi' talebani, giovani e colti, stanno vincendo la guerra".
Pio Pompa talebani
Io e i miei uomini stiamo abbandonando l’Afghanistan”, dice al Foglio una fonte d’intelligence del Beluchistan da anni impegnata in una lotta senza quartiere contro i talebani, che undici anni fa trucidarono tutti i membri della sua famiglia. “Per anni il mio gruppo ha costruito una rete informativa utilizzata con risultati straordinari sia sul fronte afghano sia su quello del nucleare iraniano. Ora, però, non c’è più nulla da fare”, aggiunge. Rimanere in Afghanistan fino al 2014, come previsto, non ha più alcun senso e servirà soltanto a prolungare un inutile bagno di sangue per i militari della Nato e la popolazione civile. “Nessuno si fida più dell’intelligence americana né della politica ondivaga e dialogante di Washington”, prosegue la nostra fonte. I governi di Kabul e Islamabad si chiedono come sia possibile riporre fiducia in un paese che, in occasione dei colloqui di Istanbul sul nucleare iraniano, ha tradito il suo migliore alleato (Israele), aggravandone l’isolamento e lasciandolo esposto alla minaccia atomica di Teheran. “Molti dei miei agenti hanno sacrificato la propria vita infiltrandosi tra i talebani ed entrando in territorio iraniano”, ci confida il nostro interlocutore. “Credevano in una causa giusta e il loro destino è stato di finire catturati, torturati e uccisi”, aggiunge. Le informazioni acquisite nel decennio di operazioni segrete sono state fondamentali nella lotta al terrorismo: è stato scoperto il nesso tra i servizi pachistani (Isi), le formazioni talebane e gli apparati di sicurezza afghani; sono stati documentati i piani iraniani per divenire una potenza nucleare. Tutto inutile. I talebani, con la regia e l’incondizionato appoggio del Pakistan, hanno raffinato la propria strategia militare e terroristica, facendo emergere una nuova leadership colta e preparata, molto diversa da quella degli anni Novanta e dei primi anni Duemila. Gli studenti coranici hanno saputo intercettare il favore delle giovani generazioni e di una parte considerevole della popolazione dando vita a un impenetrabile blocco sociale che ne sta sancendo l’affermazione politica e militare, sostenuta attivamente da Islamabad. Lo conferma Shafarat Sharif, responsabile economico delle milizie talebane, in un’intervista ad Hamza Boccolini, analista dell’agenzia Aki: “Tra i nostri combattenti ci sono solo mujaheddin afghani e pachistani, non abbiamo bisogno di miliziani stranieri. Il numero dei giovani del nostro paese che decidono di unirsi a noi cresce sempre di più”. Bene accetti sono invece gli aiuti stranieri: “Dopo la diffusione del nostro appello sui forum jihadisti – aggiunge Sharif – siamo stati contattati da numerosi fratelli in occidente, soprattutto dalla Francia e dalla Germania, disposti a sostenere la nostra causa”. L’asse tra i talebani e il Pakistan sembra dunque vicino a ottenere una vittoria di importanza fondamentale, così come il regime degli ayatollah iraniani può ritenersi soddisfatto dai risultati della conferenza di Istanbul, che non è stata capace di fermare il cammino verso la produzione della bomba atomica. Uno scenario che “farà rivoltare nella tomba tutti i miei uomini barbaramente assassinati dai talebani e dagli uomini di Teheran”, conclude sconsolata la nostra fonte.
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