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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Europa - Il Manifesto Rassegna Stampa
19.04.2012 Gli odiatori di Israele schierati con Günter Grass
pronti a capovolgere la realtà in nome della propaganda contro lo Stato ebraico

Testata:Europa - Il Manifesto
Autore: Luciano Neri - Giorgio Forti
Titolo: «Non sparate su Günter Grass - Günter Grass tra Ovadia e Avnery»

Riportiamo da EUROPA del 17/04/2012, l'articolo di Luciano Neri dal titolo " Non sparate su Günter Grass" . Dal MANIFESTO di oggi, 19/04/2012, a pag. 15, l'articolo di Giorgio Forti dal titolo " Günter Grass tra Ovadia e Avnery ".

EUROPA - Luciano Neri : " Non sparate su Günter Grass "


Günter Grass

Luciano Neri inizia il suo articolo citando Avraham Burg, una figura totalmente screditata in Israele. Burg è tra i sostenitori della fondazione di uno Stato unico binazionale, una prospettiva che comporterebbe la cancellazione di Israele. Ma, secondo Neri, Burg : "analizza quanto la memoria della Shoah abbia reso Israele indifferente alle sofferenze altrui.". La solita litania cara agli odiatori 'benpensanti' di Israele. Lo Stato ebraico e gli ebrei, invece di imparare che cos'è la sofferenza dalla Shoah, infliggono le stesse sofferenze agli arabi. Un'accusa grave e totalmente infondata. Israele, semplicemente, si difende dagli attacchi che subisce.
Secondo Neri, Grass : "
ha scritto una poesia, aspra, condivisibile o meno, criticabile, come ovvio, ma certamente sorretta da coraggio e onestà intellettuale. ". Dove sarebbe l'onestà intellettuale di Grass? Trasformare l'Iran da aggressore a vittima è improponibile. Non è Israele a minacciare l'Iran di cancellarlo dalle carte geografiche.
Neri continua : "
 Il governo israeliano ha definitivamente abbandonato la soluzione dei due stati per due popoli. La terza intifada, "nonviolenta, di massa e ispirata alla primavera araba", è alle porte, lanciata dal Manifesto del più popolare prigioniero palestinese, Marwan Barghouthi, possibile candidato leader di Fatah e possibile presidente dell'Autorità palestinese dopo Mahmud Abbas.". Che cosa c'entra la questione palestinese con il nucleare iraniano?
In ogni caso basta scorrere l'andamento dei negoziati negli anni passati per rendersi conto di chi è che li fa naufragare ogni volta. La controparte araba non ha nessun interesse per la fondazione di uno Stato palestinese, l'unico obiettivo che ha è la cancellazione di Israele.
Per quanto riguarda Marwan Barghouti, nella presentazione lusinghiera che ne fa, Neri ha dimenticato di specificare che si trova in carcere, dove sta scontando diversi ergastoli perchè responsabile della morte di diversi israeliani negli attentati della seconda intifada. Un terrorista assassino sarebbe un interlocutore accettabile ?
Neri continua : "
Il tema è: si può criticare Israele senza essere accusati di antisemitismo? Non solo si può ma forse oggi si deve". Nessuno vieta le critiche a Israele, ma quelle di Grass erano accuse pesanti, gravi e infondate.
Grass ha scritto una poesia carica di odio per Israele, era libero di farlo. Non è ben chiaro, però, per quale motivo a Israele non fosse concessa una risposta.
Neri sostiene che sia un dovere criticare Israele. Criticare il terrorismo palestinese, invece, no? I razzi di Hamas non vanno criticati, nemmeno menzionati?
Neri scrive : "
 la costituzione di uno Stato palestinese, solidale e collaborativo con quello di Israele, magari federato, costituisca la più poderosa risposta contro le dittature e i fondamentalismi islamici ed ebraici. E la migliore garanzia per la sicurezza dello stato di Israele.". Netanyahu ha dichiarato pubblicamente di essere favorevole alla nascita di uno Stato palestinese. Ma è evidente che i palestinesi non la pensano allo stesso modo. Hamas (appena riconciliata con l'Anp del 'moderato' Abu Mazen) auspica la distruzione di Israele. Lo Stato ebraico non può negoziare con chi rifiuta di riconoscergli il diritto all'esistenza.
Secondo Neri : "
Chi mette in pericolo la sicurezza di Israele sono certo i folli teocratici e fascisti come Ahmadinejad, ma non solo. Specularmente, in qualche modo rischiano di mettere in pericolo Israele i suoi attuali governanti, i Netanyahu, i Lieberman, gli Ehud Barak, gli Eli Yishai, politicanti che pensano alle prossime elezioni, non statisti che pensano alla prossima generazione.". Netanyahu equiparato ad Ahmadinejad? Ehud Barak, Avigdor Lieberman, Eli Yishai sarebbero sullo stesso piano dei 'teocrati e fascisti' che minacciano Israele ?
Neri continua : "
Sono un pericolo per Israele i vari leader che hanno sabotato i negoziati di pace, che hanno connotato la politica di Israele sempre più su base nazionalista, etnica e religiosa, che hanno intensificato gli insediamenti per far diventare permanente l'occupazione, che non offrono altra soluzione al di fuori della guerra. ". I politici israeliani avrebbero sabotato i negoziati? Ricordiamo a Neri che, solo un paio di giorni fa, Salam Fayyad ha disertato l'incontro con Bibi Netanyahu. La motivazione non è nota. Sono gli arabi a far naufragare i negoziati. Ma, secondo Neri, la guerra contro Israele, i razzi di Hamas, i massacri come quello di Itamar sono l'unica soluzione che resta ai palestinesi. Negoziare non è possibile, perchè Israele rifiuta di cedere ai ricatti, quindi l'unica cosa possibile è attaccare.
Neri conclude con queste parole : "
 Si punisce un reato di opinione: speriamo che nessuno arrivi a proporre di bruciarne i libri.". Un paragone nemmeno troppo velato al Terzo Reich. Questo sarebbe Israele nella visione distorta di Neri, una dittatura nazista?
Ecco l'articolo:

Nei giorni scorsi mi è capitato di rileggere il bel libro di Avraham Burg (Sconfiggere Hider, Neri Pozza editore) nel quale lo scrittore e politico israeliano, già presidente della Knesset, analizza quanto la memoria della Shoah abbia reso Israele indifferente alle sofferenze altrui. Burg invita ad abbandonare l'antica mentalità del ghetto accerchiato e di rivalutare la figura umanistica e universalistica dell'ebreo della diaspora. Non era ancora esploso il caso Giinter Grass, ma il libro di Burg mi pare contenga elementi utili per tentare di interpretare la violenta aggressione scatenata contro Grass dagli esponenti di governo israeliani, e non solo, con l'immancabile accusa di antisemitismo. L'ottantacinquenne scrittore tedesco ha scritto una poesia, aspra, condivisibile o meno, criticabile, come ovvio, ma certamente sorretta da coraggio e onestà intellettuale. Non è il dibattito, il confronto anche duro, che fa male, a noi, a tutti, Israele compreso; è il silenzio il vero pericolo, che esorcizza i problemi senza affrontarli, che devasta e prepara pericolose e incontrollate esplosioni. Il governo israeliano ha definitivamente abbandonato la soluzione dei due stati per due popoli. La terza intifada, "nonviolenta, di massa e ispirata alla primavera araba", è alle porte, lanciata dal Manifesto del più popolare prigioniero palestinese, Marwan Barghouthi, possibile candidato leader di Fatah e possibile presidente dell'Autorità palestinese dopo Mahmud Abbas. Il tema, dunque, non è tanto e solo il merito di ciò che Grass ha scritto nel suo poema, giacché il diritto di parola e di critica che costituisce la base di qualsiasi democrazia. Il pericolo è l'isolamento di Gerusalemme, responsabilità di tutta l'attuale classe dirigente. Il tema è: si può criticare Israele senza essere accusati di antisemitismo? Non solo si può ma forse oggi si deve. E più che mai deve chi crede che lo stato di Israele debba continuare ad esistere e progredire, che la guerra non sia la soluzione, che un percorso pacifico e negoziale, nonostante l'angoscioso e violento presente, sia ancora possibile, che la costituzione di uno Stato palestinese, solidale e collaborativo con quello di Israele, magari federato, costituisca la più poderosa risposta contro le dittature e i fondamentalismi islamici ed ebraici. E la migliore garanzia per la sicurezza dello stato di Israele. Chi mette in pericolo la sicurezza di Israele sono certo i folli teocratici e fascisti come Ahmadinejad, ma non solo. Specularmente, in qualche modo rischiano di mettere in pericolo Israele i suoi attuali governanti, i Netanyahu, i Lieberman, gli Ehud Barak, gli Eli Yishai, politicanti che pensano alle prossime elezioni, non statisti che pensano alla prossima generazione. Ben Gurion, il fondatore dello stato di Israele, pensava che la pace con gli arabi non fosse né possibile né auspicabile: per questo progettò una "cintura di alleanze" con stati non arabi: la Persia dello Scià, l'Etiopia di Hailé Selassié, la Turchia del kemalismo. Quando questo scenario è saltato Israele, invece di riflettere su quello che stava accadendo, si è aggrappato alla dittatura egiziana di Hosni Mubarak. Improvvisamente oggi tutto è cambiato: la primavera araba è attraversata da forti sentimenti anti-israeliani, la Turchia è diventata, insieme all'Egitto, leader regionale della opposizione alla politica di Tel Aviv. Israele è messa dalla sua leadership, militare e religiosa prima che politica, in una condizione di progressivo e totale isolamento. è questo il vero pericolo per Israele, non Günter Grass. Sono un pericolo per Israele i vari leader che hanno sabotato i negoziati di pace, che hanno connotato la politica di Israele sempre più su base nazionalista, etnica e religiosa, che hanno intensificato gli insediamenti per far diventare permanente l'occupazione, che non offrono altra soluzione al di fuori della guerra. Se sullo status di Gerusalemme non si tratta, se si impedisce la nascita dello stato di Palestina, se l'occupazione militare dei territori palestinesi non solo non cessa ma viene rafforzata, quali negoziati sono possibili, a quale soluzione i governanti di Israele pensano? A bantustan su base etnico-religiosa? La triste realtà è che i governanti di Israele non hanno altro da offrire che la guerra, che il dibattito all'interno di Israele sul futuro è nullo, che il sistema politico è usurato. Ma così restiamo prigionieri di quella tragedia — spiega Burg — mentre ci libereremo definitivamente di Hitler e lo sconfiggeremo quando realizzeremo un futuro più umano e universalista, quando usciremo da una realtà traumatica interminabile, affrancati dai fantasmi della nostra storia. «Il nostro stile di vita è belligerante, verso i nemici e gli amici, verso l'interno e l'esterno. — scrive Burg — Siamo diventati un paese in permanente stato di belligeranza.... Perché sono tutti nazisti, tutti dei tedeschi, tutti arabi, tutti ci odiano, e il mondo è sempre stato contro di noi». Per queste considerazioni rattrista e preoccupa la decisione del governo di considerare Grass "persona non grata" vietandone l'ingresso in Israele. Si punisce un reato di opinione: speriamo che nessuno arrivi a proporre di bruciarne i libri.

Il MANIFESTO - Giorgio Forti : " Günter Grass tra Ovadia e Avnery "


Mahmoud Ahmadinejad e la sua 'soluzione finale'

Secondo Forti, la poesia di Grass rappresenta : "coraggiosa presa di posizione contro la politica aggressiva di Israele e l’averne messa in evidenza la pericolosità per la pace in Medioriente e nel mondo intero ". Una coraggiosa presa di posizione? Più che altro una manifestazione di odio e un insieme di menzogne tendenziose.
Forti scrive che Israele : "
ha dichiarato Grass persona non grata in quanto antisemita nazista (sono questi gli insulti ormai consueti con cui vengono trattati tutti gli oppositori). ". Grass aderì volontario alle SS quando aveva 17 anni. Questo fa di lui un nazista antisemita. Il suo odio per Israele conferma il suo antisemitismo anche al giorno d'oggi. Non si tratta di 'insulti', ma della realtà dei fatti.
Forti scrive : "
La più generalmente diffusa opinione del pubblico, a giudicare dai commenti mandati ai giornali, è invece schierata contro i giudizi dello scrittore tedesco, ed è probabile che l’idea di attacco preventivo contro l’Iran abbiamolti sostenitori.". Grass, nella sua poesia, ha sostenuto che il pericolo per il Medio Oriente sia rappresentato dal nucleare israeliano e non da quello iraniano. Una menzogna. Il fatto che molti commenti siano stati contrari alla poesia di Grass non significa che chi li ha scritti sia favorevole a un attacco preventivo all'Iran. In Israele il dibattito è aperto, c'è disaccordo al riguardo. E, in ogni caso, se dovesse esserci un attacco, sarebbe diretto ai siti nucleari, con obiettivi ben mirati. Ma Forti omette questi dettagli, meglio lasciar immaginare Israele che bombarda le città, i civili disarmati.
Forti continua : "
 in Iran c’è stata e c’è una fortissima opposizione al regime degli ayatollah, molto più di quanto ci sia in Israele a quello nazionalista-razzista, che ha sempre più il volto fascista.". Paragonare il governo israeliano al regime di Ahmadinejad è impossibile. In Israele le elezioni si svolgono regolarmente e in maniera democratica. In Iran no. Il governo israeliano è espressione del voto popolare, il regime di Ahmadinejad no.
Il governo israeliano non è nazionalista, razzista e fascista, come non lo è la popolazione che l'ha votato. In Israele c'è spazio per gli oppositori. In Iran la situazione è ben diversa, basta vedere la repressione  di Ahmadinejad dopo i brogli elettorali.
Secondo Forti il governo israeliano : "
non un giorno sì e uno no, ma da 64 anni con una costanza degna di miglior causa opprime in modo crudele ed inumano un popolo intero, privandolo dei più fondamentali diritti umani, oltre che dei diritti civili e dell’indipendenza. ". Neri ignora la storia, farebbe meglio a documentarsi, prima di scrivere simili sfondoni. Israele è nato in seguito a una risoluzione Onu che prevedeva anche la nascita dello Stato palestinese. Gli ebrei accettarono la spartizione, furono gli arabi a rifiutare e ad attaccare Israele, invitando la popolazione araba locale a fuggire.
Dalla sua fondazione Israele ha dovuto difendersi dagli attacchi dei Paesi islamici limitrofi. Non è Israele l'oppressore. Sono gli arabi ad aver minato tutti i negoziati. Ai palestinesi e ai loro leader non interessa unoStato, ma la distruzione dello Stato ebraico. Ma Neri non li rimprovera di negare il diritto all'indipendenza di Israele. Come mai?
Neri continua : "
Grass dice anche che l’armamento atomico di Israele mette in pericolo la pace nel mondo, ed è difficile dargli torto. ". E' difficile dare torto a Grass se si è completamente accecati dall'ideologia e dall'odio per Israele.
Non è lo Stato ebraico a minacciare di cancellare l'Iran dalle carte geografiche. Invece Ahmadinejad l'ha dichiarato più volte. Hamas lancia quotidianamente razzi contro i civili israeliani. Israele ha dovuto erigere la barriera di sicurezza per difendersi dai terroristi suicidi della seconda intifada e ha subito diversi attacchi.
Ecco il pezzo:

La coraggiosa presa di posizione di Günter Grass contro la politica aggressiva di Israele e l’averne messa in evidenza la pericolosità per la pace in Medioriente e nel mondo intero ha suscitato una vasta discussione. Si spera venga presa in considerazione anche dai governi occidentali, che dovrebbero avere (anche se non la stanno dimostrando) la cultura storica e politica richiesta per farne buon uso. La reazione ultranazionalista e razzista del governo israeliano era scontata ed è stata espressa dal ministro dell’interno, che ha dichiarato Grass persona non grata in quanto antisemita nazista (sono questi gli insulti ormai consueti con cui vengono trattati tutti gli oppositori). Il meglio della cultura israeliana è tuttavia sceso in campo a difendere Grass: giornalisti, scrittori e alcuni universitari. Così TomSegev, Gideon Levy, Uri Avnery, ed altri. La più generalmente diffusa opinione del pubblico, a giudicare dai commentimandati ai giornali, è invece schierata contro i giudizi dello scrittore tedesco, ed è probabile che l’idea di attacco preventivo contro l’Iran abbiamolti sostenitori. In Italia il dibattito sui media è assai triste: senza l’intervento dello scrittore premio Nobel, l’interesse della stampa italiana per il problemaPalestina- Israele, con l’eccezione del manifesto, era delimitato dal conformismo occidentale. Il manifesto ha pubblicato anche un articolo del noto attore di teatro e scrittore Moni Ovadia. Quest’ultimo prende nettamente posizione contro la «stupidità» del governo israeliano che consiste, secondo lui, soprattutto nel decretare che a Grass venga negato l’ingresso in Israele. È istruttivo confrontare il linguaggio dell’ebreo israeliano Uri Avnery (Haaretz del 14/4) con quello dell’ebreo italiano Moni Ovadia:
1 - Ovadia: «Il governo di Israele ha tirato fuori i brevissimi trascorsi del Nobel in divisa da SS a 17 anni ». Avnery: «All’età di 17 anni, verso la fine della seconda guerra mondiale, è stato reclutato nelle Waffen SS, come decine di migliaia di altri ».
2 - Ovadia: «Ora è vero che Grass nella foga della sua vis polemica l’ha fatta fuori dal vaso.Ha omesso di dire che Ahmadi Nejad un giorno sì e un giorno no minaccia di cancellare dalle carte geografiche Israele». Avnery: «Egli (Grass, nda) chiamagli iraniani "un popolo schiavizzato da una grande bocca"».
Se si controlla il testo originale di Grass, si trova che Avnery ha ragione. Si potrebbe chiedersi la ragione dell’animosità di Ovadia contro Grass: sarebbe un utile esercizio di indagine storica-politica per i lettori. Un elemento che appare subito è l’atteggiamento diverso di Ovadia e Avnery nei riguardi dell’Iran, che noi sappiamo benissimo non poter esser rappresentato da Ahmadi Nejad più di quanto l’Italia da Berlusconi, anzi molto meno: in Iran c’è stata e c’è una fortissima opposizione al regime degli ayatollah, molto più di quanto ci sia in Israele a quello nazionalista-razzista, che ha sempre più il volto fascista. Il quale non un giorno sì e uno no, ma da 64 anni con una costanza degna dimiglior causa opprime in modo crudele ed inumano un popolo intero, privandolo dei più fondamentali diritti umani, oltre che dei diritti civili e dell’indipendenza. Grass dice anche che l’armamento atomico di Israelemette in pericolo la pace nel mondo, ed è difficile dargli torto. Suggerisce poi che le armi e l’attrezzatura nucleare reali di Israele, e gli impianti per l’arricchimento dell’uranio dell’Iran (che è lontano dall’avere armi atomiche), vengano messe sotto permanente controllo internazionale. Si può dargli torto?

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