Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Storia di un passaporto Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Timbro d'ingresso in Giordania Abu Mazen e Yasser Arafat
Cari amici,
è l'ora di allarmarsi, siamo in pericolo. O meglio: è in pericolo. Chi? Il nostro grande leader. Grande, si fa per dire, credo che abbia vinto una gara al ribasso con l'hitlerino di Teheran, quel tale Achmadinedjad che ama giocare con le atomiche e impiccare i dissidenti. Insomma è in pericolo il nostro leader spiritualmente grande, il gigante della politica, l'autorità del revisionismo sulla Shoà, Mahamud Abbas detto in guerra Abu Mazen (che bello avere un nome di battaglia, non piacerebbe anche a voi?) e per gli amici Sor Tentenna. Scusate se questa mia descrizione è un po' traballante, che volete, sono emozionato. Il fatto è che Muhammed Abbas è davvero in pericolo. Vogliono togliergli la cittadinanza.
“Chi vuol togliergli la cittadinanza?” Vi state allarmando anche voi, capisco. “Israele, naturalmente. Ah le losche mene dell'entità sionista, colonialista, occupante edificatrice abusiva e tanto altro! Ma come fanno a togliere la cittadinanza palestinese al presidente palestinese?” Calma, ragazzi. Capisco che anche voi siate emozionati e lodo la vostra militanza antimperialista. Ma... il fatto è che c'è un ma. “Cioè?” Ecco, non gli stanno togliendo la cittadinanza palestinese, ma quella giordana. “E com'è possibile? Il presidente palestinese ha la cittadinanza giordana? E' come se Napolitano fosse francese o magari anche serbo... Come può fare il presidente palestinese un serbo, vogliamo dire un giordano?” Infatti. Pensate che il nuovo democratico e primaverile parlamento egiziano ha stabilito che non possono non dico essere presidenti della Repubblica, ma neppure candidarsi a questo ruolo coloro i quali siano anche solo titolari di un doppio passaporto, loro, le loro mogli, figli, fratelli, genitori e magari anche le colf. E' un trucco per impedire la candidatura di El Baradei, l'ex direttore dell'Agenzia Atomica dell'Onu che ha grandi responsabilità nell'aver favorito l'armamento atomico iraniano e ha, guarda caso, una moglie iraniana - ma questo è un altro discorso.
“E allora? Com'è che Muhammed Abbas ha il passaporto giordano?” Mah, questo è un bel problema. Perché la Giordania diede la sua cittadinanza a tutti gli arabi dei territori quando si annesse Giudea e Samaria (la “Cisgiordania”, nel suo linguaggio) nel '49, senza nessuna giustificazione legale - e quella sì che fu un'occupazione e una pulizia etnica, ma né pacifisti, né stati arabi né Ong si sognarono di protestare, anche solo per lo scempio del quartiere ebraico di Gerusalemme. Ma questa cittadinanza fu ritirata dopo gli accordi di Oslo, quando la Giordania rinunciò a ogni pretesa legale su quelle terre. Dunque i “cisgiordani” diventarono improvvisamente “palestinesi” e dovettero accontentarsi del passaporto dell'Autorità Palestinese. Com'è che ai dirigenti dell'Anp restò in tasca la cittadinanza giordana? Un piccolo favore politico? Un'assicurazione sulla vita in cambio della promessa di non fare troppe agitazioni oltre il Giordano? Chissà. Resta il fatto che ora gliela stanno togliendo. Ai dirigenti dell'Anp, Abbas in testa, e anche a un bel po' di “palestinesi” che sono arrivati da quelle parti dopo il '49. Ed è chiaro chi lo sta facendo, il governo giordano (http://elderofziyon.blogspot.com.es/2012/04/abbas-may-lose-his-citizenship-his.html?utm_medium=twitter&utm_source=twitterfeed). Di nuovo, però, nessuno protesta per questo gesto non proprio simpatico.
“Ma qual è il senso di tutto ciò?” Le autorità giordane spiegano che in questa maniera vogliono “rafforzare l'identità palestinese”. In realtà la popolazione della Giordania è divisa in due, da un lato i beduini che hanno tradizioni nomadi e forte vicinanza alle tribù dell'Arabia, da cui viene anche la casa regnante (che fu collocata lì dagli inglesi, dopo essere stata spodestata della Mecca dai sauditi). Dall'altro il gruppo di contadini, artigiani e commercianti arabi, che vengono un po' da tutto il mondo arabo (Siria, Egitto ecc.) e si identificano coi “palestinesi” perché c'è sempre stata continuità territoriale e di popolazione fra i due lati del Giordano. Non a caso il territorio che oggi è Giordania faceva parte del mandato britannico sulla Palestina, era destinato anch'esso a far parte della “national home” del popolo ebraico secondo le deliberazioni della conferenza di San Remo del 1920, e faceva parte della Terra di Israele storica, ma fu staccato dal mandato in maniera giuridicamente assai spregiudicata ad opera della Gran Bretagna per meri interessi coloniali. Comunque la popolazione giordana che si identifica coi “palestinesi” è maggioritaria e fortemente concentrata vicino al Giordano. C'è chi ritiene che potrebbero cercare di impadronirsi del governo dello Stato o cercare di costituire uno staterello “palestinese” a parte (un altro, sarebbe il terzo o il quarto...). Ci provò anche Arafat negli anni Settanta e ne uscì la più grande strage palestinese della storia, il famoso “Settembre nero” venticinquemila ammazzati in undici giorni, ben più che in tutte le guerre con Israele, da far risicare di invidia tutta la famiglia Assad (http://it.wikipedia.org/wiki/Settembre_nero_in_Giordania).
Il governo giordano e soprattutto la corona sta lavorando per impedire un esito del genere e cerca di togliere peso e numeri ai “palestinesi” giordani, togliendo a quanti più possibile la cittadinanza. E fra le vittima, a quanto pare c'è anche il povero Abbas, che non ha più in tasca il passaporto serbo, pardon giordano. Vedete quante storie si nascondono dietro un libretto di carta? E quanto sia confusa e intricata la storia del Medio Oriente? Molto più di quanto sospettino i volonterosi antisemiti che pensano che, con l'abolizione di Israele tutto si risolverebbe e la pace regnerebbe in Medio Oriente. Tutto al contrario, i conflitti tribali, religiosi, dinastici sono così complicati e intrecciati da esplodere continuamente, come mostra la tanto propagandata “primavera” araba, nome in codice per indicare il caos in Medio Oriente.