Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Una mail,inviata ai giornali, da imitare 14/03/212
Gentile Redazione,
allego copia di una mia email inviata a Corriere della Sera, Manifesto, Unità, Sole24Ore.
Cordiali saluti
Daniele Coppin
L’attacco israeliano ai terroristi (o, se preferite, miliziani) della Jihad e dei Comitati di resistenza popolare, responsabili degli attentati compiuti contro civili israeliani al confine con il Sinai la scorsa estate, rientrano nella guerra asimmetrica che Israele combatte contro chi ne rifiuta la stessa legittimità all’esistenza e lo bersaglia quasi quotidianamente con missili da dieci anni, nella quasi totale indifferenza internazionale e mediatica.
Certo, da certi giornalisti, pregiudizialmente orientati contro Israele sempre e comunque, attendersi un riferimento a questi “dettagli” è pretendere troppo, anche perché l’onestà intellettuale è merce rara e, spesso, barattata con l’ideologia, soprattutto se così facendo ci si guadagna da vivere!
Ma che, in un articolo giornalistico, i quindici terroristi uccisi nei raid dell’aviazione di Gerusalemme vengano indicati genericamente come “civili” o “palestinesi” è un’offesa ai lettori, al buonsenso ed alla realtà.
La stampa dovrebbe fornire un servizio equilibrato (nel senso di tener conto di tutte le fonti di informazione attendibili) e teso a chiarire i fatti, non a nasconderli o ad adattarli alle tesi care ai giornalisti o a quei (pochi) lettori che, ottusamente, credono solo in ciò che vogliono, a dispetto dei fatti.