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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Stampa - L'Unità Rassegna Stampa
14.02.2012 Siria: ora che al Qaeda appoggia i ribelli, l'Onu si interessa dei massacri di Assad
Per Navi Pillay e Flavio Lotti esistono massacri di serie A e di serie B. Quelli siriani sono appena saliti di grado

Testata:La Stampa - L'Unità
Autore: Redazione della Stampa - Flavio Lotti
Titolo: «Navi Pillay: l’inerzia dell’Onu aiuta Assad - L’unica soluzione è il Libano, non la Libia»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 14/02/2012, a pag. 18, la breve dal titolo " Navi Pillay: l’inerzia dell’Onu aiuta Assad ". Dall'UNITA', a pag. 23, l'articolo di Flavio Lotti dal titolo "  L’unica soluzione è il Libano, non la Libia".
Ecco i pezzi:

La STAMPA - " Navi Pillay: l’inerzia dell’Onu aiuta Assad "


Navi Pillay

Navi Pillay, la cui unica occupazione è ripetere per inerzia la propaganda anti israeliana di tutti i Paesi islamici del mondo, ora accusa l'Onu di non aver fatto abbastanza per bloccare la repressione in Siria.
Navi Pillay, alto commissario Onu per i diritti umani, non ha battuto ciglio di fronte a nessuna strage compiuta dalle dittature islamiche. Non abbiamo sentito la sua voce levarsi per difendere, per fare un esempio, il giovane Kashgari, 23enne saudita che verrà assassinato in Arabia Saudita per aver scritto via twitter un commento non del tutto positivo su Maometto. Navi Pillay, che dovrebbe occuparsi di diritti umani, non parla mai dei razzi che Hamas lancia contro la popolazione israeliana. A che cosa dobbiamo questa improvvisa attenzione a ciò che capita nel mondo? Forse perchè i ribelli siriani sono appoggiati da al Qaeda? Per questo le stanno più a cuore di tutte le altre vittime del mondo?
Ecco la breve:

«La mancanza di un accordo nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla Siria sembra aver incoraggiato le autorità di Damasco a portare avanti un massacro ancora più indiscriminato di dissidenti», è l’accusa dell’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani Navi Pillay, che ha parlato ieri all’Assemblea generale. «L’esercito siriano ha condotto attacchi indiscriminati in aree civili della città di Homs, dove negli ultimi dieci giorni sono state uccise più di 300 persone», ha riferito la Pillay: nel 2011 c’erano stati oltre 5.400 morti, ma da due mesi non è più possibile contare le vittime per l’impossibilità di accesso sul territorio. «Tra le persone uccise ci sono circa 2.000 militari e addetti alla sicurezza, e almeno 400 bambini. Circa 18.000 siriani sono ancora detenuti, 25.000 rifugiati e 70.000 sfollati», ha aggiunto la diplomatica Onu. Secondo la Pillay l’attacco continuo e sistematico contro la popolazione civile risponde alla qualifica di «crimini contro l’umanità».

All’Assemblea Generale delle 193 Nazioni dell’Onu un voto in favore della Siria non può essere fermato da un veto, ma il documento non ha valore di legge, come accade invece per le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza.

L'UNITA' - Flavio Lotti : " L’unica soluzione è il Libano, non la Libia "


Flavio Lotti

Per il ciclo 'I grandi analisti dell'Unità', ecco Flavio Lotti. Scomparsa per un po' Loretta Napoleoni, non era possibile lasciare i lettori a digiuno di teorie improponibili e fantapolitiche.
Nel suo articolo, il pacifista Flavio Lotti riesce a scrivere che se in Siria Bashar al Assad massacra la popolazione è colpa dell'Occidente, che sta sempre a guardare di fronte a tutte le stragi che si compiono nel mondo.
Qual è la soluzione? Un attacco? Una guerra contro Assad? No, per Lotti la soluzione è che l'Onu venga"
rafforzata e democratizzata (per esempio creando finalmente l’Assemblea parlamentare delle Nazioni Unite) perché a più potere deve corrispondere più democrazia. Prevenire guerre e genocidi,". L'Onu, così com'è concepita oggi, andrebbe smantellata, ostaggio com'è di qualunque Paese del terzo mondo. Come può un organismo che ha al suo interno delle dittature occuparsi di diritti umani?
Da bravo pacifista, Lotti riesce a mettere sullo stesso piano situazioni diverse, massacri, genocidi, guerre difensive, perciò i massacri in Rwanda, Cecenia, Darfur, sono paragonati alla guerra a Gaza.
Il tentativo del dittatore del Sudan di cancellare parte della popolazione equivale alla guerra difensiva iniziata da Israele contro i terroristi della Striscia di Gaza. Hamas sarebbe come le vittime del Rwanda?
Le vittime israeliane, invece, che cosa sono? A che cosa assomigliano?
La famiglia Fogel, sterminata da due terroristi arabi, che cosa rappresenta, secondo Lotti? Si trattava di carnefici? Anche la bambina di pochi mesi era carnefice? Lotti non accusa l'Occidente di non aver fatto abbastanza per impedire la seconda intifada, perchè? Esiste una scala di gravità dei massacri? Ci sono massacri più leciti di altri? Se le vittime sono ebrei israeliani si può chiudere un occhio?
Per maggiori informazioni su Flavio Lotti e le sue posizioni politiche contro Israele, invitiamo a leggere la Cartolina da Eurabia di Ugo Volli del 08/10/2009 cliccando sul link http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=31479.
Quale sarà il prossimo 'analista' a commentare il Medio Oriente per l'Unità? Suggeriamo Mahmoud Ahmadinejad.
Ecco il pezzo:

Ancora una volta siamo costretti ad assistere in diretta a un massacro e a sentirci impotenti. Quello che vediamo è terribile e quello che sentiamo è bruttissimo. Stragi, massacri, atrocità, torture, sangue, bombardamenti, violenza, morti, feriti. Quello che sta accadendo da quasi un anno in Siria è insopportabile. Ma ancora più insopportabile è dover prendere atto dell’ipocrisia e del cinismodelle cosiddette «democrazie» occidentali. Niente di quello che si doveva fare per prevenire questo nuovobagno di sangue è stato fatto. Parlano della «responsabilità di proteggere» ma poi non fanno nulla di quello che si dovrebbe fare. Nessuno sforzo, nessun tentativo, nessun progetto per dotare la comunità internazionale degli strumenti adeguati per agire responsabilmente. Nonsono bastate le lezioni del Rwanda, del Kosovo, di Gaza, della Libia.E non si tratta solo della Siria. Vogliamo parlare di Yemen, Bahrein, Palestina, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Libia, Kosovo, Cecenia? Quello che va ripetuto, va ripetuto: fintanto che non si restituirà all’Onu la credibilità, il potere e le risorse per adempiere al mandato che sta iscritto nella sua Carta e nel diritto internazionale dei diritti umani l’umanità resterà prigioniera della legge della giungla e dei suoi aguzzini. L’Onu va rafforzata e democratizzata (per esempio creando finalmente l’Assemblea parlamentare delle Nazioni Unite) perché a più potere deve corrispondere più democrazia. Prevenire guerre e genocidi, difendere i diritti umani è possibile ma serve una chiara volontà politica. Lo diciamo da più di vent’anni e lo torniamo a ribadire oggi. L’Italia, che secondo il presidente del Consiglio Monti vuole diventare un «attore globale per la pace », non ha solo il dovere ma anche l’interesse di porre questo progetto contro la barbarie tra i principali obiettivi di una rinnovata politica estera. Sulla Siria. Il solo obiettivo realistico oggi è fermare la violenza e la sua mostruosa spirale. È difficile ma non impossibile. E in ogni caso è la sola cosa che si possa fare se davvero vogliamo evitare il peggio. Che cos’è il peggio? Una lunghissima guerra civile che nessuno riesce a vincere ma che tutti finiscono per combattere. Noi compresi. Un nuovo e più grande Libano o se preferite un nuovo Afghanistan. Un disastro da far paura. L’interoMedioOrienteèalcentro di uno scontro planetario in cui la voglia di libertà e di giustizia per cui sono già morti tanti siriani si è già persa. A giocare con la vita e la morte dei siriani oggi ci sono tutte le potenze del Medio Oriente e i «grandi» della Terra.Aloronon interessano i diritti umani. Per loro i dirittiumanisono solo un’arma da scagliare contro qualcuno quando serve. Oggi sipuògridare contro le stragi e domani se ne può provocare una anche peggiore. La posta in gioco è sempre un’altra: il potere, la supremazia, l’egemonia, il dominio. In questo impressionante groviglio di interessi non è facile trovare la strada giusta.Mase vogliamo tentare di scongiurare il peggio o, almeno, se non vogliamo essere complici di questa ennesima tragedia dobbiamo agire in ogni modo e in ogni sede per fermare la spirale della violenza. Non c’è un altro modo per difendere davvero i diritti umani. Il regime di Assad va condannato per tutte le atrocità commesse (lo abbiamo fatto e continueremo a fare) ma la sua condanna non può diventare pretesto per altri massacri. Per questo oggi non possiamo che lavorare per fermare gli scontri e le armi. Impedire che ai morti si aggiungano altri morti. Spegnere l’incendio: non c’è un obiettivo più urgente. I piani per sostenere l’opposizione armata o per intervenire militarmente al loro fianco sono una follia di cui non possiamo essere complici. Non risolvono alcun problema e ne creano uno immensamente più grande. Il modello, semai unmodello esiste, fatte le debite differenze, non può essere la Libiamail Libano. A questo punto, quello che si deve dire, si deve dire forte e chiaro: e’ tempo che l’Italia (e l’Europa) si dia una politica (estera) degna di questo nome. Andare sempre a rimorchio delle scelte altrui, senza un’idea, una visione, una prospettiva, un’iniziativa non ci consente neanche di difendere i nostri interessi. Qualcuno dirà che è un’utopia, masenon ci battiamo subito per fermare la violenza ne finiremo risucchiati.

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