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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Cynthia Ozick, Corpi estranei 09/01/2012

Corpi estranei                                          Cynthia Ozick
Traduzione e prefazione di Simona Vinci
Bompiani                                                   Euro 18

Per una consolidata abitudine, gli editori, almeno in Italia, si astengono dal riportare l’età delle autrici.
Irrispettosi, riveliamo che Cynthia Ozick è nata nel 1928. Lo facciamo in occasione dell’uscita in italiano, finemente tradotta e presentata da Simona Vinci, dell’ultimo romanzo della scrittrice americana, Corpi estranei. Discendente di ebrei russi, la Ozick ha saputo costantemente e con raffinata originalità, saremmo tentati di chiamare dialettica, coniugare lascito ebraico e tradizione occidentale. E mai la formula dell’opera aperta si applica a uno scrittore, è il caso della Ozick, che ancora una volta modula il suo romanzo da un lato sulla religiosità ebraica e dall’altro sui modelli inglesi e americani, privilegiando in misura decisiva il suo referente privilegiato, Henry james. Qui si cimenta apertamente con uno dei romanzi problematici di James, Gli ambasciatori e a somiglianza del grande classico americano-inglese fa attraversare ai suoi personaggi l’Atlantico, cominciando con la protagonista, Bea, e poi con il fratello e il nipote, sorta di esule intellettuale nutrito di Gide e di Sartre, e la cui influenza – lei vedova di guerra francese – rischia d’insegnare all’innocente marito “la coscienza della morte”.
Il romanzo è gremito di una serie di personaggi emblematici, a cominciare dall’oppressivo ex marito ebreo di Bea, lei stessa rimarrà coinvolta in sviluppi esistenziali inaspettati, fino a ripiombare nelle braccia del divorziato consorte. Il mondo è dunque popolato di corpi estranei, e bisogna accettare, anziché subire, questa realtà. “Ma dopotutto…non era stata lei a vincere?”: questa l’ultima frase del libro.

Claudio Gorlier
Tuttolibri – La Stampa


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