domenica 21 dicembre 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



Clicca qui






Gamla, Nazareth e Hatiqva 02/01/2012

Vorrei precisare che Gamla non sta di fronte a Nazaret, bensi nel Golan, pochi chilometri ad est del Lago di Tiberiade. Che la città di Gesù non sia Nazaret è certo perché al suo tempo non esisteva. Il centro più vicino era Yaphah di cui la località nota oggi con il nome di Nazaret era, almeno per una piccola parte della sua attuale estensione, il cimitero. Oggi Yaphah è praticamente inglobata in Nazaret, città sconosciuta pure a Giuseppe Flavio, che pure ci dà preziosi resoconti su una quantita enorme di città e villaggi della Galilea (fra cui la stessa Yaphah). Basta leggere i vangeli con occhio attento e mente sveglia per capire che non era Nazaret la città di Gesù. In particolare, leggasi il Vangelo secondo Matteo, che ci dà conto di quale direzione ha preso Gesù per andare a casa sua...

Sì, la speranza è una vortù ebraica! Io, non ebreo, lo riconosco senza tentennamenti. Le parole dell'inno nazionale (che è un inno sinagogale che ogni anno viene cantato a conclusione della splendida festa di Simchàt Torà che significa Gioia della Torà) stanno lì a dimostrarlo. Ogni volta che vado sul lago di Tiberiade, chiedo che, oltre al Canto degli Italiani, venga eseguita la Tiqva. A dispetto delle falsità che dai pulpiti delle chiese cristiane, di qualsivolgia denominazione, vengono propalate a persone ignoranti. Guide cieche di ciechi. Sono convinto che, sotto sotto, ci sia una incofessabile paura che il cristianesimo (come del resto l'Islàm) sia messo a confronto con l'ebraismo. Un confronto dal quale, conoscendo la teologia cristiana, conoscendo l'Islàm e conoscendo l'ebraismo, io ritengo che entrambe le religioni assolute ne uscirebbero perdenti.

Maurizio Del Maschio

Grazie per leggerci con grande attenzione,
un saluto cordiale,
IC redazione


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT