Sulla REPUBBLICA di oggi, 15/12/2011, a pag.22, Fabio Scuto dà sfogo alle sue interpretazioni che nulla hanno a che vedere con la cronaca che dovrebbe descrivere. Ma a REPUBBLICCA, le regola dei "fatti separati dalle opinioni" non è di casa, specialmente quando si tratta di Israele. "Fobia maccartista", " Peres e Natanyahu non rivolgono più la parola", sono alcuni commenti che ben poco hanno attinenza con il dibattito politico interno. Persino una scritta sui ruderi di una moschea in disuso da decenni, diventa "a Gerusalemme è stata vandalizzata una moschea ".In quanto agli atti di violenza commessi dai coloni, Scuto li riporta ma evita di scrivere quanli sono state le reazioni del governo Netanyahu.
Le riportiamo noi in una breve pubblicata sulla STAMPA a pag. 20, che fa capire molto bene il comportamento del governo nei confronti di chi commette illegalità.
Ecco i due pezzi:
La Repubblica-Fabio Scuto: " L'anatema di Peres sulla destra: 'Israele, provo vergogna'

GERUSALEMME - È molto allarmato il presidente israeliano Shimon Peres. L´ondata di provvedimenti che la "nuova destra" sta presentando in Parlamento, la fobia maccartista che è cavalcata da diversi schieramenti politici, le misure restrittive nel culto per i musulmani, hanno fatto indignare il premio Nobel per la Pace; l´ultimo "grande vecchio" d´Israele può permettersi di dire ciò che vuole, anche criticare apertamente il pensiero che va per la maggioranza fra il "Likud" del premier Benjamin Netanyahu e "Israel Beitenu", guidato dal ministro degli Esteri Avigdor Lieberman. I rapporti con il premier Netanyahu non sono mai stati idilliaci, ma nell´ultimo anno – specie dopo i no del premier alla trattativa di pace con l´Anp - si sono deteriorati al punto che i due non si rivolgono la parola da mesi.
Non ha dubbi il "grande vecchio" d´Israele a definire di «vergogna» i sentimenti che prova davanti a tutta una serie di leggi dal sapore liberticida: quella che impone limiti ferrei ai finanziamenti stranieri alle Ong attive per la pace e i diritti umani, quella che minaccia di strangolare i media non allineati con risarcimenti stellari per i presunti casi di diffamazione dei potenti; passando per quella contro il "rumore molesto" dei muezzin che chiamano alla preghiera i fedeli musulmani. La proposta di legge di Anastasia Michaeli, l´ex miss San Pietroburgo diventata dopo l´ingresso in politica star di "Israel Beitenu", doveva essere votata lunedì in Commissione, ma Netanyahu ha spuntato un rinvio di 2 settimane, consapevole che una simile decisione provocherebbe solo la rabbia dei musulmani e con la popolazione araba la situazione è già abbastanza tesa. La proposta della Michaeli indigna il Capo dello Stato: «Mi vergogno personalmente che si cerchi di far approvare leggi come questa».
Peres, nel colloquio col giornale Yediot Ahronot, non ha usato questa volta i toni morbidi del diplomatico di razza e ha denunciato quella che a suo parere rischia d´essere «una marcia verso la follia» e uno sfregio ai valori democratici di Israele. Fissare tetti draconiani alle donazioni di Stati stranieri alle associazioni umanitarie israeliane, dice il presidente, significa metterle in ginocchio e lasciare il controllo sui diritti umani in Israele solo a gruppi con base all´estero. Una decisione «insensata», ha aggiunto polemico, tanto più se si tiene conto che un uomo d´affari straniero - un magnate ebreo Usa che sostiene organizzazioni non governative d´estrema destra legate al movimento dei coloni - può al contrario «costruire un edificio a Sheikh Jarrah - rione arabo di Gerusalemme est - senza nemmeno essere tassato».
I dubbi del presidente riguardano anche il crescere degli atti di violenza dei coloni legati alle organizzazioni dell´ultra-destra. Ieri notte a Gerusalemme è stata vandalizzata una moschea e atti di intolleranza sono stati compiuti a Nablus e a Ramallah. E´ la vendetta di questi gruppi di estremisti – gran parte dei quali sono venuti dagli Usa – per lo sgombero di alcuni "avamposti" illegali in Cisgiordania ordinati da Netanyahu.
La Stampa- Israele, tribunali militari per i coloni ultra
Saranno deferiti a tribunali militari i coloni ultrà coinvolti negli ultimi giorni in attacchi contro l’esercito israeliano. Lo ha anticipato la tv «Canale 10» secondo cui questa è una delle misure straordinarie messe a punto dal premier Benjamin Netanyahu per far fronte alle manifestazioni eversive dell’estrema destra. L’emittente ha aggiunto che i coloni ultrà potranno essere allontanati dalla Cisgiordania (cosa che avviene già oggi) o essere posti ad arresti amministrativi, non convalidati cioè da alcun giudice. Gerusalemme ha vissuto ieri fra l’altro un’altra giornata di tensione, iniziata con un gesto distensivo da parte del governo, che ha riaperto al pubblico la controversa rampa di accesso «dei Mugrabi» alla Spianata delle Moschee, ma proseguita poi con nuove violenze. In pieno centro, estremisti di destra hanno cercato di appiccare il fuoco a una moschea in abbandono, dove hanno anche tracciato scritte offensive nei confronti dell’Islam. Sono seguiti scontri con la polizia e nuovi arresti.
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