lunedi` 12 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



Clicca qui






Libero - Il Manifesto Rassegna Stampa
13.12.2011 Egitto, la sharia avanza con Fratelli Musulmani e salafiti
Riapre l'ambasciata israeliana al Cairo, fino al prossimo assalto

Testata:Libero - Il Manifesto
Autore: Mirko Molteni - Redazione del Manifesto
Titolo: «Islamici sempre più forti. Ministro vieta l’arte in Egitto - Dopo l’assalto, torna l’ambasciatore israeliano»

Riportiamo da LIBERO di oggi, 13/12/2011, a pag. 21, l'articolo di Mirko Molteni dal titolo "  Islamici sempre più forti. Ministro vieta l’arte in Egitto". Dal MANIFESTO, a pag. 8, la breve dal titolo " Dopo l’assalto, torna l’ambasciatore israeliano ".
Ecco i pezzi:

LIBERO - Mirko Molteni : "  Islamici sempre più forti. Ministro vieta l’arte in Egitto"

Sparata del ministro egiziano per la Religione, Abdel Fadil al Quossy, sull’arte non islamica. Pur non proibendola direttamente, ha rimarcato che gli artisti si devono «autodisciplinare» per non andare contro l’Islam. «La limitazione – ha detto – deve venire da loro e non essere loro imposto. Se l’arte ritrae i vizi della società, come la pornografia e l’omosessualità, allora è haram (cioè contro l’Islam).
I mezzi d’informazione devono censurare l’arte per preservare l’etica e il comportamento della società ». Va ricordato che nel mondo islamico, al di là della pornografia vera e propria, si dibatte da sempre sulla liceità della stessa raffigurazione dell’essere umano, tanto che le moschee, a differenza delle chiese, non hanno alcuna figura umana dipinta o scolpita, come confermato ieri dall’imam di Salerno Amadia Rashid: «Non si può riprodurre l’essere umano nemmeno in una rappresentazione artistica». Le dichiarazioni che paiono preparare a una futura sterzata in senso integralista del Paese, giungono pochi giorni dopo le preoccupazioni espresse dagli stessi artisti egiziani nei confronti delle posizioni espresse anche dai Fratelli Musulmani, il cui Partito Giustizia e Libertà sta uscendo vincitore dalle elezioni che si svolgeranno ancora per un mese e che finora hanno toccato un terzo delle province egiziane. E se pensiamo che tutta l’arte dell’Antico Egitto è basata su raffigurazioni invise al Corano, c’è da temere che un imponente patrimonio possa fare la fine dei Buddha afghani di Bamyan, distrutti dai Talebani.
I Fratelli si erano espressi negli stessi termini del ministro, parlando di una «autolimitazione» degli artisti senza espliciti divieti, ma c’è il sospetto che queste reciproche strizzate d’occhio siano preliminari a una vasta campagna che seguirà alla prevedibile vittoria del movimento. Intanto il partito Al Nour dei salafiti, anch’esso in crescita, ha auspicato perfino un giro di vite sul turismo straniero, che pure è una delle maggiori risorse del Paese, dando lavoro al 10 % della popolazione.
Il suo portavoce Nader Bakkar, ha detto: «Non vietiamo il turismo balneare, ma non vogliamo spiagge miste, nè bikini, che incoraggiano il vizio. Vieteremo la vendita di alcolici nei luoghi di villeggiatura, ma gli stranieri potranno portarsi da casa bevande a patto che le consumino nelle loro stanze d’albergo». Sempre ieri, è arrivato al Cairo il nuovo ambasciatore israeliano, Yaakov Amitai, che ristabilendo un contatto diplomatico con l’Egitto rilancia la speranza di una moderazione generale, speranza forse vana.

Il MANIFESTO - " Dopo l’assalto, torna l’ambasciatore israeliano "


L'assalto all'ambasciata israeliana al Cairo

Il nuovo ambasciatore israeliano in Egitto è arrivato ieri mattina dopo che il suo predecessore aveva lasciato la sede diplomatica di Tel Aviv tre mesi fa in seguito all'assalto violento di manifestanti che protestavano contro l’uccisione di soldati egiziani nel Sinai da parte dell’esercito isrealiano. Al suo arrivo, riferisce l'agenzia Mena, Yaakov Amitai, che sostituisce Yitzhak Levanon, ha auspicato di poter, durante il suo mandato, servire la causa della pace fra Egitto e Israele, sottolineando che sarà mantenuta nell'interesse di egiziani e israeliani.

Per inviare la propria opinione a Libero e Manifesto, cliccare sulle e-mail sottostanti


lettere@libero-news.eu
redazione@ilmanifesto.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT