Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Irène Némirovsky, Il signore delle anime 12/12/2011
Il signore delle anime Irène Némirovsky Traduzione di Marina Di Leo Adelphi Euro 18
Avrebbe potuto intitolarsi Il ciarlatano. Quando esce a puntate sulla rivista «Gringoire » nel 1939, il romanzo della «grande autrice slava» - che collabora regolarmente alla pubblicazione dal 1933 – viene presentato con il titolo Gli scali del Levante. Protagonista ne è Dario Asfar, un immigrato, meteco,come sono chiamati in Occidente all'epoca gli apolidi stranieri ebrei. Medico di professione, Dario Asfar è accompagnato dall'autrice in un percorso di ascesa che lo conduce da Nizza a Parigi, dal rifiuto in quanto diverso all'accettazione pagata al caro prezzo del compromesso. Per chi è ormai abituato e inevitabilmente affezionato alla scrittura di Irène Némirovsky, l'ultimo uscito per Adelphi nella limpida traduzione di Marina Di Leo - con il titolo scelto dall'editore Denoel nel 2005 quando il romanzo è stato per la prima volta ripreso in volume, ovvero Le Maître des âmes, Il signore delle anime, qualifica che contiene in sé il senso della degradazione del protagonista - sarà una sorpresa. Non tanto per la trama, quanto perché vi è evocata in termini inediti la psicanalisi o meglio ancora la visione stereotipa del suo indebito sfruttamento. Gli scali del Levante, città e porti commerciali del Medio Oriente che servono da passerella tra l'Asia e l'Europa, per le spezie e la seta ma anche per tanta miseria disperata, negli anni successivi alla prima guerra mondiale sono visti in Occidente come i luoghi da cui proviene la malattia, la minaccia del diverso. Dario Asfar è l'incarnazione di questo pericolo, e come tale vive l'incubo della persecuzione xenofoba. Che Irène Némirovsky ne abbia fatto il protagonista di un suo romanzo non è strano, tutt'altro. Rappresenta una delle tante versioni che ha dato nella sua opera alla vicenda vissuta in prima persona, alla difficile integrazione per chi veniva da fuori - lei da Kiev, Dario Asfar dalla Crimea - con il peso di un marchio. E così pure non è strana la doppiezza del personaggio, il suo essere dannato per volere della Storia ma il suo rimanere nonostante tutto persona. Era così che la stessa Irène si sentiva, lei che per pubblicare i suoi romanzi doveva accettare l'inaccettabile, non ultimo quello di figurare su riviste antisemite, e da un certo punto in poi senza il suo vero nome, in qualche modo rinunciando quindi alla sua identità. Qui l'alter ego è sovraccaricato. Il rifiuto sociale nei suoi confronti somma alla diversità «razziale » quella di classe, che Irène non dovette affrontare, appartenendo di famiglia al mondo della finanza. Ed ecco la ragione della particolare passerella imboccata dal personaggio: per sopravvivere all'esclusione, s'inventa il mestiere del cacciatore di anime. Le turbe psichiche di cui soffre l'alta società diventano per lui pane quotidiano. Respinto come medico dei corpi, riesce a sfondare puntando là dove si annida il suo vero nemico, offrendo cioè il placebo impagabile della «sublimazione dell'Io».Un patto con il diavolo, certo, che egli accetta pur sapendo quanto gli costerà. Dario Asfar infatti non ne esce indenne. Irène Némirovsky sentiva sul collo il fiato del contagio. Il Maestro delle anime è il ritratto di questa sua paura.