Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 29/11/2011, a pag. 15, l'articolo di Vittorio Dan Segre dal titolo " Farsa Unesco, la Siria ai Diritti umani ". Dall'UNITA', a pag. 21, la breve dal titolo " L’inchiesta Onu: «Commessi crimini contro l’umanità»", preceduta dal nostro commento.
Ecco i pezzi:
IL GIORNALE - Vittorio Dan Segre : " Farsa Unesco, la Siria ai Diritti umani "


Vittorio Dan Segre, Bashar al Assad
Carnevale è ancora lontano ma il fatto che il blocco dei Paesi arabi al Comitato esecutivo dell' Unesco abbia eletto la Siria membro del Comitato incaricato di occuparsi dei diritti umani in quella Agenzia potrebbe diventare la barzelletta dell'anno. Persino il Direttore Generale dell' Unesco Irina Bokova ha dichiarato che la decisione del Comitato esecutivo nei confronti della quale non può intervenire «non è stata felice ». Dopo l'elezione all'Unesco dell' ancora inesistente Stato palestinese che ha portato alla sospensione dei contributi finanziari americani, inglesi e canadesi, quest'ultima prova di irrealismo arabo potrebbe mettere in crisi l'Unesco stesso. Rende più assurdo questo voto il fatto che è avvenuto alla vigilia dell' espulsione della Siria dalla Lega Araba, fatto senza precedenti anche se potrebbe non essere definitivo dal momento che alla Siria è stata lasciata aperta una strada di ritirata che potrebbe essere quella dell'accettazione di osservatori arabi sul comportamento delle forze di sicurezza. La Lega Araba è stato uno dei maggiori insuccessi del panarabismo. Creata nel 1945 per volontà di Anthony Eden come strumento per rafforzare l'influenza britannica nel Medio Oriente, era nota per la sua impotenza decisionale salvo che nei confronti di Israele. Per cui espellere la Siria è un avvenimento. Anzitutto perché la Siria è il cuore dell'arabismo e la sua disgregazione servirebbe a sviluppare le ambizioni delle minoranze che compongono la sua popolazione e che hanno il loro fulcro fuori dai confini siriani. In secondo luogo perché la riluttante decisione della Lega evidenzia la preoccupazione provocata dalla la rivolta araba nelle dirigenze arabe. Che si tratti di sostenitori della rivolta anche solo a parole (come l'Egitto e Giordania) o di oppositori (come l'Arabia Saudita) è evidente che i gruppi di potere nel mondo arabo- militari, economici, religiosi o etnici - si sentono minacciati dalla marea di sdegno, povertà, ingiustizia sociale, corruzione dilagante nelle popolazioni. Basterebbe del resto un dato del Rapporto annuale dell'Onu sullo sviluppo del mondo arabo a spiegarlo: il numero di libri tradotti nell'intero mondo arabo forte di mezzo miliardo di individui è inferiore al numero dei libri tradotti in Spagna. (I Nobel arabi sono nove volte meno di quelli israeliani, Paese di 7 milioni di abitanti). L'attuale crisi del mondo arabo è crisi di modernità, non una crisi endemica nella natura araba come molti amano credere. Di questa crisi le classi dirigenti politiche, sociali e religiose sanno di essere responsabili, anche se rifiutano di ammetterlo.
Infine l'espulsione della Siria dalla Lega potrebbe causare quello che pressioni internazionali, sanzioni, attentati e l'uccisione di migliaia di manifestanti sono state incapaci di provocare: la caduta del regime di Assad. Quello che la Lega provocherebbe sarebbe quello che questa associazione impotente ha sempre cercato di evitare: la lotta di arabi contro arabi; la giustificazione dell'intervento straniero in particolare quello turco di cui gli arabi non dimenticano il «colonialismo ottomano» contro cui si rivoltarono nella prima guerra mondiale ottenendo il diritto alla autodeterminazione e alla sovranità. Nell'immediato, poi, le sanzioni della Lega porrebbero fine alla circolazione di beni e persone siriane nel mondo arabo e provocherebbero disastrosi effetti bancari.
Se Assad non accetterà un compromesso che potrebbe essere quello richiesto la settimana scorsa dalla Lega di inviare osservatori per controllare la verità dei massacri, per lui potrebbe significare la fine, nonostante il sostegno che ancora gode all'interno da parte delle minoranze alawita, cristiana, curda e drusa.
L'UNITA' - " L’inchiesta Onu: «Commessi crimini contro l’umanità»"

L'Onu accusa la Siria di aver commesso crimini contro l'umanità. Giusto. Però la cosa non avrà nessun seguito, perchè apprendiamo dall'articolo di Vittorio Dan Segre pubblicato in questa pagina che la Siria è entrata a far parte del Consiglio dei Diritti Umani Onu. L'Onu non ha voluto o non è stata in grado di bloccare questo paradosso. Il che svela solo quanto inutile sia come istituzione. Un'associazione terzomondista che mette nel consiglio per i diritti umani la Siria, in quello per la tutela dei diritti delle donne c'è l'Iran. Un'associazione che, per come è strutturata, non ha motivo di esistere e andrebbe smantellata, trasformandola in una ONU degli stati democratici.
Ecco il pezzo:
L’esercito siriano e le forze di sicurezza del presidente Bashar al Assad hanno commesso «gravi violazioni dei diritti umani», commettendo «crimini contro l’umanità» nelle azioni di repressione delle manifestazioni pacifiche anti governative. Lo ha stabilito la Commissione di inchiesta indipendente delle Nazioni Unite sulla Siria. Secondo il rapporto di40pagine, le forze diAssad«hanno uccisoalmeno256bambini». Ilrapporto è basato su documentazione e interviste a 223 vittime dirette, testimoni e disertori di diversi corpi delle forze di sicurezza. Secondo la Commissione, «l’ordine di sparare edi maltrattare i civili è partito dal livello più alto delle forze di sicurezza e del governo e non ha risparmiato neanche i bambini, vittime di torture e violenze sessuali». «La commissione è fortemente preoccupata che crimini contro l’umanità siano stati commessi in diverse zone del Paese nel periodo in esame», spiega il rapporto, che parla di «esecuzioni sommarie,arresti arbitrarietorture,incluse le violenze sessuali». Più in generale, secondo il rapporto, «le forze di Stato hanno sparato indiscriminatamente contro manifestanti disarmati, in gran parte dei casi mirando alla partesuperiore del corpo,compresala testa ». Uccisi numerosi disertori.
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