Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
La Siria ignora il piano di pace della Lega Araba e continua la repressione Non avevamo dubbi
Testata: La Stampa Data: 04 novembre 2011 Pagina: 16 Autore: Marina Verna Titolo: «Siria, 21 morti. Assad ignora gli accordi con la Lega araba»
Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 04/11/2011, a pag. 16, l'articolo di Marina Verna dal titolo "Siria, 21 morti. Assad ignora gli accordi con la Lega araba".
Bashar al Assad
Nuova giornata di sangue in Siria all’indomani del via libera di Damasco al piano della Lega araba per porre fine a oltre sette mesi di violenze. Almeno 21 civili, stando all’ultimo bilancio fornito dagli attivisti, sono stati uccisi dalle forze di sicurezza siriane a Homs, colpita dall’artiglieria e dalle raffiche di armi automatiche esplose dai numerosi posti di blocco dell’esercito, dai cannoni dei carri armati sovietici T-62 dispiegati per le vie cittadine, dall’antiaerea dei blindati semoventi di fabbricazione russa. Eppure il primo dei quattro punti dell’accordo annunciato mercoledì al Cairo tra Siria e Lega Araba prevede proprio la fine immediata degli atti di violenza, quale che sia la loro matrice. L’ignorarlo rafforza nell’opposizione al regime lo scetticismo sugli accordi e l’impressione che il governo voglia solo guadagnare tempo e mostri una costante «mancanza di serietà».
Il piano della Lega Araba prevede il ritiro delle forze di sicurezza siriane dalle città, l’avvio tra due settimane del dialogo tra governo e opposizione, il rilascio di tutti i prigionieri politici arrestati da metà marzo, l’arrivo in Siria di osservatori della Lega Araba e l’apertura del Paese ai media e agli osservatori internazionali.
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