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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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L'Unità - Il Secolo d'Italia - Ansa Rassegna Stampa
03.11.2011 Unesco: gli odiatori entusiasti per l'ingresso dello Stato palestinese
Quando sinistra e destra si stringono la mano: Margherita Hack, Alfredo Mantica, Stefania Craxi, Farnesina

Testata:L'Unità - Il Secolo d'Italia - Ansa
Autore: Margherita Hack - Annamaria Gravino - Redazione di Ansa
Titolo: «Una buona notizia, la Palestina nell'Unesco - M.O. : Unesco. Craxi, reazione Israele è ombra sulla pace - M.O. : Farnesina, apprensione per decisione Israele su nuovi insediamenti»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 03/11/2011, a pag. 22, l'articolo di Margherita Hack dal titolo " Una buona notizia, la Palestina nell'Unesco  ". Dal SECOLO D'ITALIA del 02/11/2011, l'intervista Annamaria Gravino al sottosegretario agli esteri Alfredo Mantica dal titolo " Da amico dico a Israele: il mondo è cambiato, devi capirlo ". Pubblichiamo i due lanci ANSA titolati " M.O. : Unesco. Craxi, reazione Israele è ombra sulla pace  " e " M.O. : Farnesina, apprensione per decisione Israele su nuovi insediamenti  ".
Ecco i pezzi:

L'UNITA' - Margherita Hack : " Una buona notizia, la Palestina nell'Unesco "


Margherita Hack

Margherita Hack si rallegra per l'ingresso della Palestina nell'Unesco e scrive : "finalmente, un riconoscimento internazionale al diritto di questo popolo ad avere una sua nazione e una sua terra. ". Non esiste un popolo palestinese, esso è frutto della propaganda araba anti israeliana. E lo Stato palestinese sarebbe potuto nascere contemporaneamente a quello ebraico. Sono stati gli araba a rifiutarlo. Hack continua : " Meraviglia l’accanimento di Israele, anche in questa occasione: un popolo che ha una lunga storia di sofferenze ed esclusione dovrebbe aver imparato a non applicare ad altri le stesse sofferenze". Un'argomentazione molto cara agli antisemiti odiatori di Israele. Gli ebrei sono stati tanto perseguitati, è vero, ma ora sono loro i persecutori e, come tali, vanno attaccati. Come al solito, gli unici ebrei 'buoni' solo quelli morti.
Segue un attacco all'attuale governo italiano che, secondo Margherita Hack, è la causa di tutti i mali dell'universo, compresa la crisi economica globale.
Ecco il pezzo:

Fra gli avvenimenti internazionali di questi ultimi giorni va ricordata l’annessione all’Unesco - l’agenzia delle Nazioni Unite per l’educazione, la cultura e la scienza - della Palestina. Una decisione che si può leggere come, finalmente, un riconoscimento internazionale al diritto di questo popolo ad avere una sua nazione e una sua terra. Meraviglia l’accanimento di Israele, anche in questa occasione: un popolo che ha una lunga storia di sofferenze ed esclusione dovrebbe aver imparato a non applicare ad altri le stesse sofferenze. Dispiace anche l’atteggiamento degli Stati Uniti che hanno deciso di dimezzare i fondi all’Unesco in seguito all’ingresso della Palestina: da Obama mi sarei aspettata un comportamento più coraggioso. Mai come in questa occasione è evidente che le religioni, invece di affratellare, dividono. Per il resto, in primo piano su tutti i mass media c’è ancora l’economia. Siamo veramente sull’orlo del baratro. Il fatto è che in economia contaenormemente la fiducia e l’Italia soffre di mancanza di credibilità. Anchese il debito pubblicononè tutta colpa dell’attuale governo (che però, va ricordato, ha contribuito a farlo crescere), la mancanza di credibilità internazionale del nostro Paese è dovuta in primo luogo alla persona del premier che ormai tutti conoscono per quello che è: un abilissimo venditore di fumo. Perciò vorremmo fare ancora un appello: se ha ancoraun residuo diamor proprio e di amor di patria, Berlusconi lasci il campo libero a un governo serio, fatto da persone serie che abbiano capacità e esperienza politica. In questo frangente l’opposizione sia unita, il giovane Renzi contribuisca a questa unità e non crei ulteriori divisioni. Perché non basta essere giovani per salvare la politica, a volte serve anche l’esperienza

Il SECOLO d'ITALIA - Annamaria Gravino : " Da amico dico a Israele: il mondo è cambiato, devi capirlo  "


Alfredo Mantica

Alfredo Mantica si autodefinisce 'amico di Israele', ma leggendo le sue dichiarazioni, è evidente che non lo è affatto. Con amici così Israele non ha più bisogno di nemici.
Mantica conclude l'intervista con queste parole : "
Viviamo in un mondo variegato, complesso, in cui ci sono mille ragioni e mille atteggiamenti con cui anche Israele deve misurarsi E invece sembra ferma al '45. Ha le sue ragioni, che sono moltissime, ma ora rischia che smettano di essere ragioni ". Non è ben chiaro perchè difendersi dagli attacchi sia un torto. Nè perchè, se siamo nel 2011 e l'argomento è l'ingresso della Palestina nell'Unesco, Mantica debba parlare di Shoah. La Shoah non c'entra nulla con tutto questo, nè con la nascita di Israele. Israele non è il risarcimento europeo agli ebrei per la Shoah.
Il sottosegretario agli esteri italiano si esprime in questo modo con un quotidiano. Che cosa ne pensa la Farnesina? Che cosa ne pensa il Ministro degli Esteri?
Ecco l'intervista:

Lo dice da «amico»: «Israele, batti un colpo, facci capire cosa vuoi, non puoi solo lamentarti che il mondo ce l'ha con te. Questa non è una posizione politica». All'indomani dell'ammissione della Palestina all'Unesco, il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica spiega che «quella non è una sede politica e nessuno dovrebbe mai chiederle se lo Stato della Palestina esiste o no». Detto ciò, però, da amico di Israele, come ribadisce più volte, Mantica non nasconde che se si è arrivati a questo Tel Aviv qualche responsabilità la ha. —M Senatore, l'Italia è tradizionalmente amica di Israele. Al di là della spaccatura in Europa, con cui è stata motivata, l'astensione di lunedì significa che sta cambiando qualcosa? Significa che c'era imbarazzo per quella sede impropria. L'Unesco è un'agenzia fatta di funzionari, gente che costa l'ira di Dio, 1130-35% di spese è di mantenimento della macchina. Questi funzionari sono pagati per eseguire le politiche dell'Onu, non è accettabile che assumano decisioni politiche prima del Consiglio di sicurezza. Io lunedì non avrei proprio votato. 
Ma non votano in base alle indicazioni dei governi?
È chiaro che sì, ma il loro mandato è realizzare le politiche stabilite dall'Onu per l'ambito di lavoro dell'agenzia, non di assumere decisioni di carattere politico. Noi, con l'astensione, abbiamo voluto dire che eravamo contrari a un voto di rilevanza politica.
Che però è diventato tale nel momento stesso in cui si è posto il problema. La Palestina non avrebbe dovuto presentare la domanda... E qui arriviamo al punto. Io penso che certe mosse della Palestina siano un'accelerazione che rischia di rompere un equilibrio già molto instabile, ma sono una provocazione dovuta all'assoluto immobilismo di Israele. Se Israele è incapace di uscire dall'assedio in cui si è rinchiusa, se non è in grado di fare proposte, se il suo ministro degli Esteri è Lieberman, non può impedire che altri ricorrano a passi che, in un altro contesto, sono condannabili sul piano diplomatico. Va riconosciuto, pur essendo amici di Israele.
Sta dicendo che la prima responsabilità di questa situazione è di Tel Aviv?
Sto dicendo che da certi meccanismi si esce solo se Israele spariglia, se rilancia il gioco, altrimenti seguiranno altri passaggi come quello dell'Unesco. E questo è un problema prima di tutto per Israele.
E per l'Europa, che si è spaccata, e per gli Usa, che pure rischiano l'isolamento?
Noi abbiamo criticato molte posizioni politiche all'interno dell'Ue, molti cedimenti alle posizioni palestinesi. Ma Israele cosa ha risposto quando ha visto che in Europa si frantumava la solidarietà nei suoi confronti? Quanto agli Stati Uniti se non fosse per il loro veto Israele non passerebbe mai in sede Onu e questo la dice lunga. Il problema è capire cosa pensa di fare Israele, se pensa di continuare con la politica degli insediamenti, di arroccarsi ancora nel non dialogo non solo con i palestinesi, ma con tutti i vicini. Non parla con l'Egitto, non parla con i sauditi, non dialoga più come prima con la Turchia. Questo immobilismo diventa devastante. Tutti abbiamo detto "Due popoli due Stati", che serve una road map, che vanno fatte le trattative di pace. L'ha detto anche Obama. Israele deve accettare e percorrere questa strada. Non può più sedersi sui banchi della storia e bacchettare tutti. Viviamo in un mondo variegato, complesso, in cui ci sono mille ragioni e mille atteggiamenti con cui anche Israele deve misurarsi E invece sembra ferma al '45. Ha le sue ragioni, che sono moltissime, ma ora rischia che smettano di essere ragioni

ANSA - " M.O. : Unesco. Craxi, reazione Israele è ombra sulla pace "


Stefania Craxi
      Bettino Craxi con Yasser Arafat

Stefania Craxi non stupisce nemmeno questa volta e coglie l'occasione per attaccare Israele.
Per quanto riguarda la costruzione di nuovi alloggi a Gerusalemme, era una decisione già stabilita in passato. E non si capisce perchè uno Stato non possa costruire nella propria capitale.
Tale padre, tale figlia. 

ANSA) - ISTANBUL, 2 NOV - «Non si può non vedere come la
scelta miope del primo ministro israeliano di reagire
all'ingresso della Palestina nell'Unesco proseguendo
nell'attività di costruzione degli insediamenti illegali e
addirittura nel congelamento dei fondi che sono dell'Autorità
nazionale palestinese getti forti ombre sulla possibilità di
ripresa del processo di pace». Lo ha detto il sottosegretario
agli Affari esteri Stefania Craxi, a margine della conferenza di
Istanbul sull'Afghanistan.

ANSA - " M.O. : Farnesina, apprensione per decisione Israele su nuovi insediamenti "


Franco Frattini

Gerusalemme non è un insediamento. E' la capitale di Israele. Per quanto riguarda gli insediamenti in Cisgiordania, l'anno scorso Netanyahu bloccò le costruzioni per 10 mesi, 10 mesi durante i quali Mahmoud Abbas non fece nulla per i negoziati.
Israele è pronto a trattare, chi ha scelto la via dell'unilateralità è la controparte araba.
Ecco il lancio:

Roma, 2 nov. (Adnkronos) - L'Italia, attraverso il portavoce
della Farnesina, Maurizio Massari, esprime «forte apprensione per la
decisione di Israele di autorizzare nuovi insediamenti nelle zone
occupate di Gerusalemme Est e della Cisgiordania, e di congelare i
versamenti delle entrate fiscali all'Autorità palestinese».

«Tali azioni -si legge in una nota- non possono giovare allo
stabilimento di una clima di fiducia tra le parti necessario a dare
concretezza alla prospettiva negoziale e contraddicono lo spirito e la
lettera della dichiarazione finale del Quartetto del 23 settembre
scorso».

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