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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Stampa-Il Manifesto Rassegna Stampa
08.10.2011 Guerra per il gas mediterraneo: la Turchia ci prova
Ma Israele non sta a guardare

Testata:La Stampa-Il Manifesto
Autore: Fra.Semp.- Michele Giorgio
Titolo: «Israele invia i caccia a sorvegliare il gas cipriota-Cacciabombardieri israeliani pattugliano i giacimenti di gas»

La Turchia ci prova, ma Israele non sta a guardare. I suoi caccia fanno buona guardia a che le navi turche non commettano atti illegali. Sulla STAMPA di oggi, 08/10/2011, a pag.18, pubblica una breve cronaca, mentre il MANIFESTO, a pag.8, con l'articolo di Michele Giorgio, capovolge, come sua abitudine, i fatti.  In merito alla nave Mavi Marmara, con la sua spedizione blitz per colpire il blocco navale della Striscia, attribuisce il blitz a Israele, che invece si è limitato a difenderlo.
Evita poi, il quotidiano di Rocca Cannuccia, di ricoradre che la Turchia occupa illegalmente la parte nord di Cipro, privando così i lettori di una informazione importante per giudicare quanto sta avvenendo. M a Rocca Cannuccia usa così.
Ecco i due articoli:

La Stampa-Fra.Semp. " Israele invia i caccia a sorvegliare il gas cipriota "

Venti di guerra nel Mediterraneo orientale. I caccia militari israeliani hanno intensificato i pattugliamenti su Cipro per garantire la sicurezza nel tratto di mare interessato dalle attività di ricerca di idrocarburi avviate dalle autorità greco-cipriote a Sud dell’isola.

Ankara si oppone alle ricerche perché sostiene che gli introiti derivanti dall’estrazione di greggio e gas appartengono anche ai turco-ciproti e che le ricerche danneggiano i negoziati in corso sotto l’egida dell’Onu per riunificare l’isola, i cui territori settentrionali sono occupati dalla Turchia dal 1974. Oltre a pattugliare con unità militari la zona interessata, ovvero il quadrante 12 (Afrodite) della Zona Economica Esclusiva, Ankara ha inviato una nave per ricerche nello stesso tratto di mare, e ha annunciato l’avvio di nuove attività di esplorazione. Da qualche giorno è arrivata infatti nelle acque greco-cipriote la Bergen Surveyor, una nave per ricerche geofisiche noleggiata dalla Turchia, che presto sarà raggiunta dalla Piri Reis.

Per il ministro turco dell’Energia, Taner Yildiz, le ricerche sono legittime perché rispettano l’accordo tra Turchia e la Repubblica Turca di Cipro del Nord sullo sfruttamento della piattaforma continentale comune. La guerra energetica ha acuito le tensioni nel Mediterraneo orientale dopo l’invio da parte dello Stato ebraico di propri caccia. «Nelle ultime 24 ore gli israeliani sono stati i padroni dell’area e hanno monitorato tutti i movimenti di navi e aerei militari turchi», riferiscono media locali. Il rischio è che le tensioni politiche tra lo Stato ebraico e quello turco, già seriamente compromesse, precipitino in una vera e propria crisi.

Il Manifesto-Michele Giorgio: "  Cacciabombardieri israeliani pattugliano i giacimenti di gas "


Rimane alta nel Mediterraneo orientale la tensione per le prospezioni di idrocarburi nei pressi di Cipro che stanno aumentando la distanza già ampia tra Turchia e Israele, alleate di ferro appena qualche anno fa. Secondo il quotidiano greco-cipriota Filelefteros caccia militari israeliani tra giovedì e ieri hanno intensificato i pattugliamenti sui quadranti interessati alle ricerche e avrebberomonitorato tutti i movimenti di navi e aerei militari turchi nei pressi della piattaforma cipriota. Stavolta non è giunta alcuna smentita da parte israeliana, come invece era avvenuto il mese quando i media ciprioti aveva riferito una notizia simile. A conferma che i rapporti tra Ankara e Tel Aviv hanno toccato il punto più basso - dopo blitz israeliano dell’anno scorso sulla nave civile turca Mavi Marmara diretta a Gaza (nove morti) - ieri la radio statale israeliana ha riferito che il direttore generale dell’ufficio del turismo turco in Israele è rientrato in patria. Il premier Erdogan a settembre ha declassato le sue relazioni con lo Stato ebraico e per chiudere la crisi vuole le scuse ufficiali di Israele per il raid contro la Mavi Marmara oltre a risarcimenti per le famiglie delle vittime. Scuse che il primo ministro israeliano Netanyahu esclude categoricamente. La Turchia si oppone alle ricerche avviate nelle settimane passate dalla Repubblica di Cipro in collaborazione con Israele. Secondo le stime fondate sulle prospezioni effettuate vi sarebbero circa 450 trilioni di metri cubi di gas naturale in quel tratto di mare. Ankara sostiene che gli eventuali introiti derivanti dall’estrazione di idrocarburi appartengono anche ai turco-ciproti e che le ricerche stesse danneggiano i negoziati in corso tra le due comunità, sotto l’egida dell’Onu, per riunificare l’isola la cui parte Nord si è proclamata Repubblica turca di Cipro del Nord (Rtcn, riconosciuta solo da Ankarama non dalla comunità internazionale). Ad aggiungere benzina sul fuoco c’è anche della tensione per la presidenza cipriota dell’Ue nel giugno 2012 con Erdogan che minaccia di sospendere le relazioni con l’Unione Europea. Ankara non ha alcuna intenzione di lasciare campo aperto a Cipro e Israele nel Mediterraneo orientale. Nei giorni scorsi la nave per ricerche geofisiche turca Piri Reis ha ricominciato la sua attività di perlustrazione assieme ad un’altra imbarcazione la Bergen Surveyor, in seguito all’accordo raggiunto dalla Turchia con il leader turco-cipriota Dervis Eroglu per effettuare ricerche congiunte di idrocarburi. Il ministro turco dell’energia Taner Yildiz ha spiegato che le attività in corso rappresentano una risposta alle prospezioni avviate dai greco-ciprioti in un vasto tratto di mare compreso tra la costa Sud dell’isola e quella di Israele. La dispusta presenta rischi elevati perché non sono coinvolti soltanto i civili ma anche i militari. Con gli israeliani che schierano la loro aviazione a protezione dei greco-ciprioti e la Turchia che si affida alla suaMarina da guerra per far valere i diritti dei turco-ciprioti. Qualche giorno fa Ankara ha aggiunto tre sottomarini e tre fregate alla propria flotta militare già dispiegata nel Mediterraneo. Il giornale turco Aksam ha scritto che scopo delle navi militari è di «agire da intralcio se dovessero cominciare attività di perforazione nelle aree che Cipro ha dichiarato come propria Zona Economica Esclusiva (Zee)», ma che, secondo Ankara, «appartengono alla Turchia o alla Repubblica turca di Cipro Nord». Ad accrescere l’irritazione di Erdogan c’è anche la posizione di StatiUniti, Russia e Ue a favore delle ricerche avviate da Cipro con la cooperazione di Israele.

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