Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Guerra al terrorismo, dopo la morte di al Awlaki, quali sono i prossimi bersagli Cronache di Guido Olimpio, Umberto De Giovannangeli
Testata:Corriere della Sera - L'Unità Autore: Guido Olimpio - Umberto De Giovannangeli Titolo: «Il 'memo' segreto per colpire al Awlaki - Most wanted terrorists. Predicatori e bombaroli, i super ricercati di Al Qaeda»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/10/2011, a pag. 16, l'articolo di Guido Olimpio dal titolo " Il 'memo' segreto per colpire al Awlaki ". Dall'UNITA', a pag. 34, l'articolo di Umberto De Giovannangeli dal titolo " Most wanted terrorists. Predicatori e bombaroli, i super ricercati di Al Qaeda ". Ecco i pezzi:
CORRIERE della SERA - Guido Olimpio : " Il 'memo' segreto per colpire al Awlaki "
al Awlaki
WASHINGTON — Un memo segreto del dipartimento della Giustizia. È questo documento — rivelato dal Washington Post — che ha autorizzato lo strike, l'incursione letale, che ha ucciso l'imam Anwar Al Awlaki e il suo braccio destro, Samir Khan. Un pezzo di carta necessario per liquidare due cittadini americani passati nelle file di Al Qaeda nella penisola arabica. I funzionari della Giustizia hanno esaminato il dossier sui due militanti e hanno concluso che vi erano le condizioni richieste: l'imam rappresentava una minaccia imminente e diretta nei confronti degli Stati Uniti; le sue azioni corrispondevano ad atti di guerra. Il memorandum è stato poi rafforzato dall'ordine dello stesso presidente Obama. Il nome di Al Awlaki è finito nella lista dei terroristi che potevano essere uccisi. Con il documento riservato, i dirigenti dell'amministrazione hanno cercato di superare lo scudo legale garantito a qualsiasi cittadino statunitense. Argomenti che tuttavia non convincono le associazioni per i diritti umani e alcuni commentatori. Gli Usa — ribattono — davano la caccia da due anni all'imam, e dunque come si può parlare di «minaccia imminente»? I pragmatici — e Obama lo è diventato alla Casa Bianca — guardano al risultato. I droni funzionano, terrorizzano i terroristi, sono un'arma vincente. I risultati si sono visti nell'area tribale pachistana, ora la tattica va ripetuta ovunque ci siano santuari qaedisti e sia complicato inviare forze terrestri. Somalia e Yemen rientrano in questa categoria. Fonti della sicurezza, citate dall'esperto Steve Emerson, hanno poi fornito una ricostruzione intrigante (e tutta da verificare) su come la Cia sia riuscita a individuare Al Awlaki. Un parente dell'imam ha rivelato agli 007 l'esistenza di una ex moglie dell'estremista. La donna, che risiederebbe in Irlanda, ha accettato di collaborare, così come un altro congiunto del ricercato. Sarebbero stati loro a indicare dei contatti interessanti che la Cia e l'Nsa, l'agenzia che intercetta le comunicazioni, hanno monitorato restringendo il campo di ricerca. Poi una decina di giorni fa la svolta, con la soffiata preziosa sui movimenti di Al Awlaki. È così scattata la trappola dei droni. E l'imam, questa volta, non ha avuto scampo.
L'UNITA' - Umberto De Giovannangeli : " Most wanted terrorists. Predicatori e bombaroli, i super ricercati di Al Qaeda"
al Zawahiri
Most wanted Terrorists. Èla lista dei terroristi più ricercati da Cia ed Fbi. Della lista faceva parte Anwaral-Awlaqi, l’«imam americano », il capo delle «operazioni esterne » di Al Qaeda, ucciso in una zona remota dello Yemen dai missili AGM-114 Helfire lanciati da due droni (aerei senza pilota) Predator americani. Ma quali sono i «most wanted terrorists» ancora in circolazione? La lista riguarda vecchie conoscenze di Al Qaeda e new entry che danno conto di un’articolazione territoriale della nebulosa jihadista che si dipana in tutti i continenti. Tra inomipiù conosciuti c’è quello di Ayman Al Zawahiri, 60 anni, il medico egiziano che avrebbe preso il posto di Osama bin Laden alla testa di Al Qaeda dopo l'uccisione di quest'ultimo nello scorso maggio. L’8 giugno scorso era apparso inun video della durata di28 minuti, nel quale giurava di portare avanti il «jihad», la guerra santa agli infedeli, «sfidando tutti»: e quindi contro Israele, gli Stati Uniti, l'intero Occidente e «gli invasori delle terre musulmane», nel nome di «una Nazione ribelle che si è risvegliata dal sonno». Il messaggio era stato interpretato come la prima reazione pubblica di al Qaeda alla morte di bin Laden. Taglia Fbi sulla testa: 25 milioni di dollari. La rete è composta da tre bracci principali: uno finanziario, attualmente senza una guida dopo l'uccisione nel2005e nel2010rispettivamente di Tharwat Shahata e del successore lo shaykh Said al Masri; Saif Al Adel, 50 anni, è invece capo del braccio militare. Le autorità Usa hanno posto una taglia di 5 milioni di dollari sulla sua testa e si ritiene che possa nascondersi in Iran. Secondo lo studioso pachistano di Al Qaeda, Syed Saleem Shahzad, «la strategia di Adel è quella di lanciare attacchi multiplimasu piccola scala, usando risorse e affiliati ovunque sia possibile». Una tattica ribattezzata del "piccolo ma frequente" e confermata anche dall'antiterrorismo Usa. Di Saif si sa molto poco. Sospettato di essere coinvolto nell'assassinio di Anwar Sadat, si sarebbe spostato dapprima in Libano, addestrandosi insieme ad Hezbollah. Quindi sarebbe giunto in Somalia, dove avrebbe reclutato i militanti che presero parte alla battaglia di Mogadiscio contro le forze americane negli anni ‘90. Suleiman Abu Al Ghayth risulta il responsabile del settore comunicazioni. È uno dei portavoce ufficiali di Al Qaeda; nato in Kuwait, dove si distinse durante l'invasione di Saddam Hussein per i suoi sermoni infuocati contro il dittatore iracheno. Nel 2000 avrebbe conosciuto Bin Laden in Afghanistan e si sarebbe unito ad Al Qaeda. Il suo volto divenne noto quando, nell'ottobre 2001, apparve in un video in cui avvertiva l'America che l'attacco alla Twin Towers era solo l'inizio. «Ci sono migliaia di giovani provenienti dalla grande nazione islamica desiderosi di morire proprio come gli americani sono desiderosi di vivere », fu la minaccia di Abu Gaith. AdamYahiye Gadahn. 32 anni, californiano convertitosi all'Islam all'età di 17 anni. Noto con il soprannome di «Azzam l'Americano» è considerato il portavoce in America di Al Qaeda. Taglia sulla sua testa: 1 milione di dollari. La scomparsa di al- Awlaqi lascia apparentemente decapitata la rete terroristica in Yemene Arabia Saudita, più notacomeAl Qaeda in the Arabic Peninsula (Aqpi). Secondo alcune fonti, a rimpiazzarlo è pronto Fahd Al Quso, 37 anni, yemenita, ritenuto uno degli organizzatori dell'attentato contro la naveUss Cole ad Aden nel 2000. È stato in carcere nello Yemen dal 2002 al 2007 e ora sarebbe in Aqpi. Acefala, dal 2009, rimane la struttura dei qaedisti pachistani, fino a due anni fa guidati da Baitullah Mehsud, anch'egli vittima, come Awlaqi, di un raid condotto da un drone della Cia. Dall'altra parte dell’ecumene islamica, Al Qaedanel Maghrebmusulmano (Aqmi) è invece ancora rappresentata dal 2007, anno della sua nascita, da Abu Musab Abdel Wudud, alias Abdel Malek Droukdel, già «emiro» dei qaedisti algerini. In Somalia, Kenia e Uganda sono operativi gli Shabab guidati dal dicembre scorso dallo sceicco Ibrahim Al Afghani, i cui uomini sarebbero operativi anche nello Yemen del sud. Suo vice sarebbe Abdullah Abdullah. Altro ricercato speciale è FazulAbdullahMohammed, 40 anni, originario delle Comore (ha anche la cittadinanza kenyota). Gli Usa lo cercano per gli attentati alle ambasciate americane del 1998 e sulla sua testa pende unataglia di5 milioni di dollari. Segnalato in Somalia sia durante la prima battaglia di Mogadiscio che durante il conflitto del 2007, il governo somalo lo diede per morto. Tuttavia nel 2009 su internet circolò la notizia della sua nomina a capo del braccio di Al Qaeda nell'Africa dell'Est. Altri «most wanted» sono Anas Al-Liby. 47 anni, libico, ricercato per gli attentati in Kenya e Tanzania del 1998. Il suo vero nome è Nazih Abdul-Hamed Nabih al-Ruqi. Taglia sulla sua testa:5 milioni di dollari; Ali Saeed Bin Ali Al-Hooriyeh. 46 anni, saudita, ricercato per gli attentati a Dharan in Nepal del 1996, quando un camion bomba uccise 19 militari Usa. Taglia sulla sua testa: 5 milioni di dollari. Altro «pezzo da novanta» è Abu Hafiza: marocchino, psichiatra, Abu Hafiza ha partecipato alla progettazione dell'attentato di Madrid del 2004, almeno secondo il sito di intelligence israeliana Debkafile. La sua strategia sarebbe stata quella di colpire la psiche degli spagnoli, per scatenare un effetto domino in tutta Europa. Nella primavera del 2003, inoltre, avrebbe reclutato volontari per la battaglia di Falluja, in Iraq. Capi in ascesa. Capi eliminati. Una cosa è certa: 10 anni dopo l’attacco alle Torri Gemelle e al Pentagono, cinque mesi dopo l’uccisione diOsamabin Laden, il network qaedista assomiglia sempre più a una «piovra» dai mille tentacoli. E per questo più difficile da estirpare.
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