Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Cari amici, so di un tale che è stato multato in una città del Nord per aver lasciato la sua macchina aperta. La strada era in discesa, qualcuno poteva entrare e causare uno scontro. So anche di uno che avendo parcheggiato male in un incrocio dove è avvenuto un incidente mortale, è stato incriminato per omicidio. Ho letto di persone che si sono messe nei guai in montagna, cui è stato mandato il conto assai salato dell'elicottero intervenuto per salvarli. Esagerazioni? Forse. Ma a me servono come esempi per introdurvi un delicato problema filosofico.
Eccolo: secondo voi, qual è il valore etico dell'imbecillità. E' chiaro che il suo peso materiale è altissimo. "Mit der Dummheit kämpfen Götter selbst vergebens", scriveva Schiller, contro l'idiozia anche gli dei combattono invano. Ma sul piano morale? Gli imbecilli sono un po' santi, "poveri di spirito" e dunque addirittura beati? O come sembra a Eco, lo stupido è uno che ti fa male senza neppure procurare un vantaggio a se stesso e dunque nell'idiota prevale una sorda malvagità, una oscura e testarda forza distruttiva? La mia idea è questa, che essere stupidi sia in definitiva una colpa morale. Soprattutto se la stupidità non è generale, ma si concentra su certi ambiti, o temi. In questi casi è bene chiedersi sempre alla romana: "ma quello, ci è o ci fa?"
Ma soprattutto, leggetevi qui l'illuminante dichiarazione di Abdullah Abdullah, "ambasciatore palestinese" in Libano, pubblicata sull'autorevole Daily Star. I "profughi" palestinesi devono restare tali, dice il "diplomatico", anche se sono "palestinesi" che vivono in "Palestina" in modo da tener vivo il "diritto del ritorno". Ma soprattutto "When we have a state accepted as a member of the United Nations, this is not the end of the conflict, just a change in the rules of the game." (http://blog.camera.org/archives/2011/09/post_76.html). Vale la pena di tradurlo in italiano, perché sia chiarissimo a tutti: "Quando avremo uno stato accettato come membro delle Nazioni Unite, questa non sarà la fine della guerra [con Israele], ma solo un cambio delle regole del gioco." E' chiaro, no? Anche un cretino dovrebbe capire che non vogliono la pace, ma solo ottenere un vantaggio tattico per la lotta che loro importa, quella per la distruzione di Israele. In altre parole, per finire il lavoro che Hitler ha lasciato a metà. Anche un cretino dovrebbe capire, specialmente se fa il giornalista di esteri, il politico, il pacifista. E se non capisce? Be', diciamocelo: si tratta di un cretino volontario, dargli del malvagio non è un'esagerazione, altro che la macchina lasciata aperta o parcheggiata all'incrocio. Stupido sì, ma perché cattivo. Potessimo almeno multarlo...