Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
La diplomazia delle armi di Barack Obama quando la strategia della mano tesa si rivela fallimentare
Testata: Il Foglio Data: 27 settembre 2011 Pagina: 3 Autore: Redazione del Foglio Titolo: «La diplomazia delle armi»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 27/09/2011, a pag. 3, l'editoriale dal titolo "La diplomazia delle armi".
Barack Obama, un drone
Le aspirazioni statali della Palestina messe nero su bianco da Abu Mazen e inviate al Consiglio di sicurezza dell’Onu hanno l’effetto di esaltare la debolezza diplomatica dell’Amministrazione Obama, stretta fra l’alleanza inossidabile con Israele e un medio oriente arabo che reclama appoggio nell’insurrezione popolare contro autocrati e dittatori. L’ambivalenza di un Obama che con una mano firma l’appoggio incondizionato alle ragioni della primavera araba e con l’altra assicura il veto onusiano per difendere Israele è bilanciata da una diplomazia parallela, sottile nei modi e muscolare nella sostanza, quella degli armamenti. La Casa Bianca ha sbloccato la vendita a Israele di una partita di missili anti bunker – perfetti per distruggere le installazioni nucleari dell’Iran –, operazione a lungo rimandata dall’Amministrazione Bush; nel frattempo l’America sta perfezionando con la Turchia un passaggio di droni che serviranno al governo di Erdogan per contrastare gli attivisti del Pkk, strumento persuasivo con cui l’Amministrazione spera di ottenere quella riconciliazione turca con Israele e i paesi dell’area che non è riuscita a cavare da una settimana di dialoghi serrati a New York. In nome della diplomazia militare l’America continua a passare equipaggiamenti all’alleato saudita e s’inoltra in un sentiero apparentemente inadeguato a quello che una volta era il presidente del soft power e delle mani tese. Dopo le batoste del multilateralismo ciarliero e inconcludente, ora Obama s’affida con decisione ai generali per gestire la diplomazia e agli armamenti per renderla efficace.
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