Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Vi invio copia di una lettera indirizzata al giornale Avvenire , in merito ad un articolo del 3 settembre , a firma di Luigi Geninazzi, titolato “ Attorno ad Israele un vuoto ad alta tensione”
Gentile Direttore ho letto con interesse l'articolo di Luigi Geninazzi in data 3 settembre sulla situazione di vuoto venutasi a creare attorno ad Israele. Il giornalista descrive compiutamente alcuni aspetti generali critici della situazione attuale dello Stato ebraico, limitandosi opportunamente ad una descrizione obiettivante, senza cioè esprimere giudizi di valore sull'operato di tizio o caio. Tuttavia , nell'ultima parte dell'articolo, Geninazzi definisce la richiesta di riconoscimento dello Stato palestinese che l'ANP presenterà all'assemblea delle Nazioni Unite in questi termini :" Una mossa disperata quella di Abu Mazen, giustificata però dall'intransigente rifiuto di Netanyahu di riaprire il negoziato di pace." Queste espressioni :disperata , giustificata , intransigente rifiuto di Netanyahu di riaprire il negoziato di pace, sono frutto di una totale interpretazione personale del giornalista, scarsamente fondabile su fatti accertabili, ma che hanno il preciso significato di affermare che Israele ha torto. Perchè disperata? Se la mossa di Abu Mazen è disperata, vuol dire che avrebbe preferito negoziare e che forse credeva in questa possibilità. Ma ,mi scusi Direttore, la richiesta del diritto di ritorno nello Stato di Israele dei discendenti dei fuoriusciti palestinesi del 1948, vale a dire anche di qualunque bambino che nascerà la prossima settimana , magari a Roma, Le sembra una richiesta che Abu Mazen possa continuare a fare in perfetta buona fede , cioè ritenendola accettabile per un paese delle dimensioni demografico-territoriali di Israele? Sarebbe come se in Italia 40 milioni di persone, senza arte nè parte , e credendosi latori di crediti da vantare nei nostri confronti, dovessero installarsi nel nostro territorio, non certo con le migliori intenzioni.
Mi fermo qui per ragioni di spazio. Mi duole però dover cominciare a pensare (ho 62 anni e sono un insegnante in pensione) che la colpa che si attribuisce ad Israele sia soprattutto quella di essere nato. Distintamente Andrea Cafarelli Verona 3 settembre 2011