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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera - Il Giornale Rassegna Stampa
02.09.2011 Devastato con svastiche il monumento polacco agli ebrei bruciati vivi
e un rapper tedesco convertito all'islam incita alla jihad. Islamismo e antisemitismo

Testata:Corriere della Sera - Il Giornale
Autore: Redazione del Corriere della Sera - Redazione del Giornale
Titolo: «Profanato memoriale in Polonia - Fa paura ai tedeschi il rapper convertito che canta la jihad»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/09/2011, a pag. 21, la breve dal titolo " Profanato memoriale in Polonia ". Dal GIORNALE, a pag. 18, l'articolo dal titolo " Fa paura ai tedeschi il rapper convertito che canta la jihad".
Ecco i due articoli:

CORRIERE della SERA - " Profanato memoriale in Polonia "

VARSAVIA — È stato devastato a Jedwabne, nell'Est della Polonia, il monumento ai 340 ebrei che nel luglio 1941 furono bruciati vivi in un fienile dalla popolazione polacca del luogo, probabilmente affiancata da soldati nazisti. Come ha reso noto la polizia, il monumento è stato profanato con delle svastiche, mentre sono state cancellate con una vernice verde le scritte che ricordano i fatti avvenuti settant'anni fa. Sulle pietre che tracciano la pianta del fienile gli assalitori hanno lasciato scritte antisemite, come «Non chiediamo scusa per Jedwabne», «Erano altamente infiammabili». Il monumento era stato realizzato dieci anni fa con il patrocinio dell'allora presidente Aleksander Kwasniewski. L'attacco si è verificato alla vigilia dell'anniversario dell'invasione tedesca della Polonia, il primo settembre 1939.

Il GIORNALE - " Fa paura ai tedeschi il rapper convertito che canta la jihad"


Deso Dogg

Allah, dice lui, presto cancellerà dalla sua pelle i tatuaggi fatti quando viveva da infedele. Il rapper tedesco (celebre in pa­tria) Deso Dogg è nato Denis Mamadou Cuspert 35 anni fa da madre di Berlino e padre ghanese. Ma dal 2010 è Abou Male­eq, estremista islamico e predicatore con­tro l’Occidente. Le autorità tedesche so­no allarmate da questo giovane di colore. Più oggi che porta abiti orientali e legge il Corano di ieri, quando indossava canotte e catene d’oro,puntandosi una pistola al­la tempia nei suoi video. Il motivo è sem­plice: «Dopo aver stabilito un rapporto at­traverso la musica, ora propina al suo pub­blico le proprie idee radicali», un pubbli­co molto ampio e fatto di giovanissimi, spiega al New York Times Raphael F. Perl, capo dell’unità antiterrorismo presso l’Organizzazione europea per la sicurez­za e la cooperazione.
Il nuovo messaggio di Abou Maleeq è la Jihad. Per la polizia tedesca sono stati per­sonaggi come lui ad armare la mano di Arid Uka, il 21enne che nel marzo scorso ha sparato contro un autobus di militari americani all’aeroporto di Francoforte, uccidendone due. In un’intervista l’ex rapper ha negato di essere collegato all’at­tentato, ma ha aggiunto: «Il fratello non ha ucciso civili. Ha ucciso soldati, che han­no ucciso musulmani ». Durante il proces­so appena iniziato Uka ha dichiarato di aver aperto il fuoco sui militari Usa dopo aver visto un video su Internet di alcuni soldati in uniforme americana che stupra­no una donna islamica. Il filmato, che se­condo le autorità di Washington è stato gi­rato ad arte da alcuni militanti anti occi­dentali, era stato postato da Maleeq sulla propria pagina di Facebook.
Il rapper-predicatore è diventato uno dei più noti cantanti di musica religiosa islamica in Germania. I suoi proclami in­citano alla violenza, i suoi video esaltano il terrorismo e attaccano l’Occidente.Ma­leeq avrebbe anche legami con personag­gi di spicco di Al Qaida in Yemen e in Paki­stan.
Ma è la sua influenza sui ragazzi a es­sere considerata una minaccia reale. I suoi messaggi, amplificati dal web, arriva­no in tutta Europa, perfino in Afghani­stan. Mentre i suoi fan sono affascinati dal percorso che lo ha portato all’Islam. Prima membro delle gang di strada di Ber­lino, poi musicista di successo, oggi su quella che lui chiama «la retta via». Di re­cente ha pubblicato su Internet una pre­ghiera per la morte di Bin Laden e tesse continuamente le lodi del Mullah Omar. «Il mio dovere è usare la voce per dire alla gente la verità e la verità è che la Jihad è un dovere», ripete dal suo pulpito virtuale ma globale. La polizia ha provato ad arre­st­arlo per aver fatto propaganda terroristi­ca, che finora però gli è costata solo una multa di 1.800 euro. Il sospetto è che vo­glia raggiungere i guerriglieri in Pakistan, motivo per cui hanno tentato di seque­strargli il passaporto. Lui però ha dichiara­to di averlo perso. L’obiettivo preferito di Maleeq sono gli Usa, la morte di Barack Obama è il suo più grande desiderio. Ha alle spalle un’infanzia difficile e un’adole­scenza turbolenta. Il padre ha lasciato la famiglia quando Denis aveva solo quat­tro anni e il rapporto con il patrigno, un ex soldato americano fissato con la discipli­na, è stato impossibile. Poi le gang, il rifor­matorio, le proteste contro la guerra in Iraq. Infine, dopo essere scampato a un in­cidente stradale, la scoperta di Allah.

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