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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Stampa Rassegna Stampa
22.08.2011 Siria, Bashar al Assad promette riforme ed elezioni nel 2012
C'è qualcuno che gli crede ?

Testata: La Stampa
Data: 22 agosto 2011
Pagina: 16
Autore: Redazione della Stampa
Titolo: «Assad promette il voto entro il marzo 2012»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 22/08/2011, a pag. 16, l'articolo dal titolo "Assad promette il voto entro il marzo 2012".


Bashar al Assad

Entro il prossimo dicembre in Siria saranno «effettuate le riforme» che consentiranno la costituzione di altri partiti oltre al Baath, mentre entro marzo 2012 «si terranno le elezioni legislative»: lo ha promesso il presidente siriano, Bashar al Assad, parlando ieri alla televisione di Stato. Nell’intervista, la quarta rilasciata all’emittente pubblica dall’inizio della rivolta repressa nel sangue dalle forze di sicurezza del regime, Assad si è detto convinto che la situazione nel Paese stia migliorando e «per niente preoccupato» della recrudescenza dell’opposizione.

Definendo «senza valore» le richieste degli occidentali di dimettersi «perché non sono stato eletto dagli americani o dagli occidentali, ma dai siriani», il capo di Stato ha ribadito che non intende recedere di un passo «dal controllo del Paese, perché la sicurezza va garantita, anche perché le proteste si sono trasformate in manifestazioni armate». Assad ha quindi detto di non temere «un’azione militare da parte delle Nazioni Unite», perché «qualsiasi azione contro la Siria avrebbe conseguenze enormi che non potrebbero mai sopportare».

Sui rapporti con la Turchia, il presidente ha fatto sapere che la Siria ascolta e accoglie consigli, ma «quando arriva il momento di decidere, nessuno può interferire». Ankara non ha chiesto le dimissioni di Assad, ma sollecita la fine «immediata» della repressione delle manifestazioni anti-regime che dura da cinque mesi.

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