Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Berlino, il partito neonazista Npd appende un manifesto elettorale antisemita davanti al museo ebraico In una democrazia può esserci spazio legale per un partito simile ?
Testata: Corriere della Sera Data: 19 agosto 2011 Pagina: 19 Autore: Mara Gergolet Titolo: «'Date gas': poster neonazi davanti al museo ebraico»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 19/08/2011, a pag. 19, l'articolo di Mara Gergolet dal titolo " 'Date gas': poster neonazi davanti al museo ebraico".
Se in Germania ci fosse un partito liberale come quello di Geert Wilders in Olanda, la destra estrema non avrebbe possibilità di diffondersi. In Germania l'opposizione all'islamizzazione dell'Europa è rappresentata da Thilo Sarrazin, il quale, però, non è sceso in politica. Ci chiediamo se in una democrazia ci possa essere spazio legale per un partito neonazista come Npd. Ecco l'articolo:
BERLINO — «A tutto gas», o anche peggio: «Date gas» (Gas geben). I manifesti con il leader del partito neonazista Udo Voigt in sella a una moto, mentre accelera, hanno scatenato una forte polemica in Germania. Perché quello che vuol essere un (apparente, dichiarato) invito al rilancio, in bocca a un leader neonazista fa inorridire per il ricordo che non sembra per nulla casuale delle camere a gas. Tanto più se in bocca a un politico condannato nel 2004 per aver definito Hitler «un grande statista». Né sembrano casuali i luoghi dove sono esposti. Uno davanti al Museo ebraico, uno anche a Grünewald davanti alla villa dove si pianificò la soluzione finale, che — più frequentata dai turisti che da cittadini berlinesi — non sembra molto un luogo di campagna elettorale. «Rivoltanti», ha definito i manifesti Matin Salm, uno dei leader della comunità ebraica. Ma per ora, in un Paese dove il negazionismo è reato, nessuna sanzione.
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