Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Jihad finanziata in Spagna grazie a fondi provenienti da Paesi Arabi cronaca di Dimitri Buffa
Testata: L'Opinione Data: 02 agosto 2011 Pagina: 6 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «Spagna nella rete jihadista»
Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 02/08/2011, a pag. 6, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo "Spagna nella rete jihadista".
Dimitri Buffa
C’è un rapporto dei servizi segreti spagnoli che in questi giorni sta preoccupando chiunque lo abbia letto. E’ quello che ha segnalato come sei paesi islamici stiano finanziando, senza badare tanto per il sottile, il circuito islamista più estremista non solo nella penisola iberica ma un po’ in tutta Europa. Facendo pervenire soldi a organizzazioni e moschee dove si pratica la shar’ia più estremizzata, quella che comprende i matrimoni combinati, la poligamia. le percosse alle donne e una vera e propria “polizia islamica” che vigila su questo pseudo virtù religiose. Il rapporto è datato 16 maggio 2011 ed è opera del CNI, “Centro nacional de intelligencia”. I paesi in questione sono il Qatar, il Kuwait, l’Arabia Saudita, la Libia, gli Emirati Arabi Uniti e soprattutto il Marocco. Il generale a capo del Cni, Félix Sanz Roldán scrive nel rapporto, che "non vi è sufficiente controllo dei flussi finanziari che coinvolgono sovvenzioni e aiuti da altri paesi, alla comunità islamica in Spagna ..”. Addirittura per sensibilizzare i singoli paesi arabi sotto accusa, sono stati già mandati in missione speciale ai primi di giugno l’ambasciatore Damaso de Lario e il direttore della Fondazione per il pluralismo e la coesistenza José Manuel López Rodrigo. Che si sono fatti il giro di Oman, Kuwait ed Emirati Arabi Uniti. A fine agosto, dopo la fine di Ramadan, la missisone delicatissima in Arabia Saudita. Anche in Spagna sono stati incontrati gli ambasciatori di questi paesi e sono stati loro mostrati i libretti di “dawa”, propaganda islamica, che vengono distributi in alcune moschee. In uno si leggono anche espressioni come queste: “L'Europa, con tutte le sue pretese di illuminare e guidare (...) è ancora dietro l'Islam”. Più preoccupanti però sono le pretese di celebrare matrimoni poligamici e quella di avere istituito una vera e propria “polizia islamica” che agisce e governa i ghetti degli immigrati spagnoli e forse di altri paesi europei. Un discorso a parte va fatto per gli enti finanziati dal Kuwait: attraverso la Società per la rinascita del patrimonio islamico (Rihs, acronimo inglese) è stata possibile la costruzione di moschee in Catalogna da cui "diffondere una contraria interpretazione religiosa per l'integrazione nella società spagnola, nonchè la separazione e l'odio verso etnie non musulmane”. Il Rihs del Kuwait è stato classificato nel 2008 dal Dipartimento di del Tesoro Usa, e poi dalle Nazioni Unite, nella lista nera delle organizzazioni che hanno finanziato gruppi affiliati ad Al Qaeda.
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