Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Iran,Hezbollah,Siria, visti da Israele L'analisi accurata di Pio Pompa
Testata: Il Foglio Data: 20 luglio 2011 Pagina: 4 Autore: Pio Pompa Titolo: «Israele non attaccherà l'iran per impedire che diventi una potenza nucleare. Lo è già»
Nessuno aveva mai preso sul serio le "rivelazioni" dell'ex agente Cia Robert Baer. Lo chiarisce molto bene oggi, 20/07/2011, a pag. 4, del FOGLIO Pio Pompa, in un pezzo dal titolo " Israele non attaccherà l'iran per impedire che diventi una potenza nucleare. Lo è già "
Non ci sarà alcun attacco da parte di Israele contro i siti nucleari iraniani. E’ quanto sostengono fonti del Mossad dopo le recenti rivelazioni di un ex agente Cia, Robert Baer, secondo cui il premier israeliano Bibi Netanyahu avrebbe dato il proprio assenso a un piano articolato di raid aerei per la distruzione del potenziale nucleare di Teheran. Il netto diniego sull’esistenza del piano viene motivato, in ciò confutando recisamente la fondatezza delle rivelazioni di Baer, con la semplice ammissione del fatto che ormai la Repubblica islamica d’Iran è a tutti gli effetti una potenza nucleare. Pertanto, qualsiasi iniziativa militare di contrasto oltre a essere tardiva e inutile provocherebbe conseguenze di incalcolabile portata, a partire dalla popolazione civile che rischierebbe gli effetti di una micidiale e incontrollabile contaminazione dando vita a un vero e proprio genocidio. S’alzano in medio oriente i venti di guerra e cresce l’isolamento israeliano. Hezbollah, in questi giorni, è impegnato su tre fronti: l’accelerazione del trasferimento dalla Siria di missili balistici M600, una evoluzione degli Scud siriani, con una gittata di 700 chilometri, e l’acquisizioni di armi ad alto contenuto tecnologico; il collocamento di propri uomini ai vertici e nei gangli vitali delle agenzie di sicurezza libanesi; il varo di una strategia per opporsi ai mandati di cattura, emessi dal Tribunale speciale per il Libano nei confronti di quattro suoi dirigenti, e alle conseguenti richieste di estradizione. Sul versante egiziano, oltre a registrare un avvicinamento con l’Iran, si profila un netto rafforzamento del partito della Fratellanza musulmana con la prospettiva di conseguire una clamorosa affermazione elettorale con oltre il cinquanta per cento di consensi. Nel frattempo la Siria, sempre più intenzionata a provocare un nuovo conflitto libanese-israeliano, incassa la dichiarazione di impotenza da parte americana per il tramite del segretario di stato, Hillary Clinton, secondo cui: “Chi vive fuori dalla Siria non ha il potere di influenzarne le vicende. L’unica cosa che possiamo fare è confidare nel cambiamento.
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