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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Stampa - Il Gazzettino Rassegna Stampa
18.07.2011 Incendio nella foresta di Yad Vashem
La cronaca accurata di Aldo Baquis, l'ignoranza della redazione del Gazzettino

Testata:La Stampa - Il Gazzettino
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «Paura a Gerusalemme. Il museo della Shoah per ore tra le fiamme - Gerusalemme, foresta in fiamme. Evacuato il Museo dell'Olocausto»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 18/07/2011, a pag. 1-16, l'articolo di Aldo Baquis dal titolo " Paura a Gerusalemme. Il museo della Shoah per ore tra le fiamme ". Dal GAZZETTINO l'articolo dal titolo " Gerusalemme, foresta in fiamme. Evacuato il Museo dell'Olocausto ", preceduto dal nostro commento.

La notizia non è stata diffusa da Repubblica e Giornale, mentre è stata trattata sotto forma di breve da Corriere della Sera e Unità.
Invitiamo i lettori a guardare i due video sulla Home Page di Informazione Corretta.
Ecco i pezzi:

La STAMPA - Aldo Baquis : " Paura a Gerusalemme. Il museo della Shoah per ore tra le fiamme"


l'incendio

Gerusalemme ha vissuto ieri ore altamente drammatiche quando un furioso incendio, forse doloso, sviluppatosi nella sua principale foresta ha minacciato di propagarsi fino al museo dell’Olocausto Yad Vashem e al vicino cimitero del Monte Herzl, dove riposano figure eminenti dello Stato ebraico. Fra queste: l’ideologo del sionismo Teodoro Zeev Herzl, l’ideologo della destra sionista Zeev Jabotinsky, nonché gli ex premier laburisti Golda Meir e Yitzhak Rabin.

C’erano centinaia di visitatori quando una nuvola acre di fumo ha ricoperto il viale dei Giusti di Yad Vashem, lo spiazzo antistante la Sala della Rimembranza, e il nuovo edificio che rappresenta il «cuore» del museo. «Lo sgombero - assicura la portavoce Estee Yaari - si è svolto nella calma, in maniera ordinata».

Ma all’interno del museo che da 60 anni raccoglie, cataloga ed analizza ogni elemento di informazione e di documentazione sulla Shoah - sono rimaste squadre di dipendenti che hanno ingaggiato una lotta tenace contro le fiamme. Otto persone sono rimaste intossicate dal fumo. Natan Eitan, uno dei responsabili dell’Istituto, ha detto che i vigili del fuoco sono giunti con notevole ritardo e che i suoi dipendenti hanno fermato l’incendio «all’ultimo momento», quando erano a poche decine di metri dall’archivio principale: «Poteva andare tutto in fumo.

Diversamente da lui, il direttore di Yad Vashem, Avner Shalev, ha riferito che la situazione è sempre rimasta sotto controllo: l’Istituto era in grado - se davvero fosse stato necessario di asportare in tempo utile le sue collezioni. Shalev ha spiegato che in seguito all’incendio che un anno fa distrusse un’ampia zona del Monte Carmelo (Haifa) Yad Vashem si è dotato di nuovi mezzi che consentono il rapido salvataggio dei reperti più preziosi: «Ma non c’è stato bisogno di farne ricorso».

Secondo i vigili del fuoco, l’incendio nella Foresta di Gerusalemme si è sviluppato contemporaneamente in cinque punti diversi: cosa che lascia pensare a un atto doloso. Le indagini in merito cominceranno una volta domate del tutto le fiamme.

Per diverse ore centinaia di famiglie sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni. Le alte nuvole di fumo che incombevano sulla città hanno creato nella popolazione un senso di angoscia. Una volta appreso che non c’erano vittime, la attenzione degli israeliani si è polarizzata sulla battaglia intrapresa dai vigili per mettere lo Yad Vashem al riparo dalle fiamme, mentre un vento capriccioso e irruente cambiava di continuo direzione.

Gli aggiornamenti delle stazioni radio, che si susseguivano ogni mezz’ora, sembravano bollettini di guerra: ora allarmanti, ora tranquillizzanti. Solo in tarda serata il capo dei vigili del fuoco ha dichiarato che l'incendio era «quasi sotto controllo» e che per il museo dell’Olocausto si poteva parlare di pericolo scampato.

Il GAZZETTINO - " Gerusalemme, foresta in fiamme. Evacuato il Museo dell'Olocausto "

Apprendiamo dal Gazzettino che ora Gerusalemme sarebbe suddivisa in 'settori' e che l'incendio sarebbe scoppiato in quello 'ebraico'.
Invitiamo il Gazzettino a mandare qualcuno di persona, per approfondire la questone e impedire che in futuro si scrivano altre castronerie simili.
Gerusalemme è capitale unica e indiivisibile di Israele, non è divisa in 'settori'.
Ecco l'articolo:

ROMA - Un gigantesco incendio minaccia di distruggere la foresta a ridosso del settore israeliano di Gerusalemme e minaccia di investire anche le case dei rioni più vicini. In via precauzionale lo Yad Vashem, il museo dell' Olocausto, è stato evacuato dal personale e dai visitatori e così le case situate in strade ai confini dei rioni a rischio. Da giorni un'ondata di grande caldo ha investito la regione. Decine di autopompe dei vigili dei fuoco e tre aerei partecipano alle operazioni di spegnimento delle fiamme.

La scorsa estate un altro gigantesco incendio distrusse metà della grande area boschiva a ridosso di Haifa, causando tra l'altro la morte di una quarantina di guardie carcerarie e di agenti di polizia il cui autobus fu investito dalle fiamme mentre stavano abbandonando un carcere che si trovava nell' area e dal quale erano stati prima portati in salvo i detenuti. Per spegnere le fiamme ci volle l'intervento di numerosi aerei antincendio inviati dai diversi Paesi. In seguito a quell'incendio e alle aspre polemiche che suscitò, l'intero corpo dei vigili del fuoco venne riorganizzato su nuove basi e ottenne ingenti somme per dotarsi di mezzi più moderni, inclusa una squadriglia di aerei antincendio.

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