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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Ugo Volli
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Pulsione di morte 12/07/2011

Pulsione di morte


Pierluigi Bersani


Cari amici,
scegliendo il titolo di questa rubrichina, mi sono impegnato a parlare di Eurabia e pacta sunt servanda, benché vi debba confessare che trovo l'argomento un po' ripetitivo e deprimente. Quindi ogni tanto vi dò qualche notizia, anche perché sulla stampa italiana, salvo le solite poche eccezioni, queste informazioni non le trovate.

Delle eccezioni fa parte l'imboscata islamista allo storico israeliano Benny Morris, che doveva tenere una conferenza alla London School of Economics, una volta prestigioso centro del pensiero liberale e oggi accampamento terzomondista. Ne trovate cronaca sul Foglio di oggi, che immagino sarà presente sulla rassegna di IC, ma se volete potete guardare qui la cronaca (http://www.jpost.com/International/Article.aspx?id=226696). L'aspetto per cui è interessante parlarne è la comica versione che ne danno gli eurarabi, per esempio qui (http://www.freedomflotilla.eu/ar/home/groups/viewdiscussion/1433-Israeli+Academic+Benny+Morris+face+boycott+in+London+?groupid=4) oppure identica qui (http://londonbds.org/2011/06/16/its-no-walk-in-the-park-for-benny-morris-in-london/): c'era della gente politicamente consapevole che tirava tardi in un bar, ha visto assare Morris e guarda un po' l'ha seguito e si è messa a fargli domande, solo che lui non ha risposto a tono e loro si sono arrabbiati, com'è comprensibile. Qualcosa del genere dev'essere successo a Roma sul Lungotevere nel '25. Anche lì qualche vitellone in macchina, passa Matteotti, gli offrono un passaggio e poi la discussione si scalda, sapete com'è, un incidente. Il fascismo è sempre uguale dappertutto.

Nessuna eccezione invece per la fondamentale dichiarazione di un sindaco francese, naturalmente beneintenzionato, appartenente ai  "verdi", dunque buono, Henri Stoll, di Kaysersberg (Haut-Rhin), che nello stesso giorno in cui a Gaza si inaugura un museo a cinque stelle, come riporta con ammirazione oggi "Il fatto quotidiano", ha dichiarato che "Gaza è un campo di concentramento" (http://www.guysen.com/news_France-le-maire-Vert-de-Kaysersberg-compare-la-bande-de-Gaza-a-un-camp-de-concen_319678.html). E nessuna notizia sui giornali italiani sul progresso dell'antisemitismo in Norvegia, che purtroppo vi ho raccontato molte volte e che procede a ritmo accelerato (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/145473).

Allargando un po' la nozione di Eurabia nessuno ha raccontato la storia dell'americano studente in Scozia, naturalmente pacifista, che per mesi ha fatto finta di essere una lesbica siriana, incoraggiando i suoi lettori a non prendersela con Assad se non per la sua scarsa combattività, e decidersi finalmente a ribellarsi contro l'occupazione israeliana, vero pericolo della regione (http://www.camera.org/index.asp?x_context=2&x_outlet=37&x_article=2066). E neppure si è parlato della grottesca occupazione del centro gay di New York da parte di un gruppuscolo, gay sì, ma filo-Hamas, che vuole lottare anch'esso contro l'occupazione israeliana, anche se ripetutamente gli islamisti hanno dichiarato che l'omossessualità è una schifosa perversione che va punita con la morte (http://www.jpost.com/International/Article.aspx?id=228625).

Diciamola, in tutte queste storie non si può non leggere una pulsione di morte, una voglia di suicidio che agghiaccia. Come fa il leader di un partito che sta a Roma, a sostenere che dovrebbe essere riconosciuto dall'Onu un paese destinato a essere governato da un movimento che si propone non solo la distruzione di Israele con relativo genocidio – si sa, sono ebrei... - ma la conquista  e l'islamizzazione di Roma (http://www.memri.org/report/en/0/0/0/0/0/0/4030.htm) ? Per chi non lo sapesse sto parlando di Bersani, che oggi ha detto che "se i democratici fossero al governo voterebbero per il riconoscimento all'Onu della Palestina" (http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/bersani-voteremmo-a-favore-della-palestina-dellonu-912798/), mossa che avrebbe come risultato sicuro la distruzione del processo di pace e probabilmente anche una bella guerra a settembre. Ricordiamocene quando bisognerà andare a votare, che Bersani e i suoi fanno parte dei suicidi eurarabi.

Ugo Volli


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