Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Perché i confini del ’67 sono indifendibili? Semplice: la dimostrazione visibile è il ritiro di Israele dalla striscia di Gaza, condito dall’ aberrante risultato sotto controllo di Hamas. L’unico impegno in questi anni è stato trasformare Gaza in una piattaforma lanciarazzi, impiegando la forza lavoro dei giovani solamente per compiere omicidi e attentati. La richiesta di concessione continua di terra, pretesa dalle autorità palestinesi, nonché un ritorno ai confini del ’67, non solo hanno come obiettivo l’invasione e la fagocitazione da parte ‘’palestinese’’ di territori che appartengono ad Israele, ma anche il folle piano criminale di intensificare la guerra e gli attacchi per favorirne la definitiva distruzione. La concessione di altre terre non porterà mai giovamento ad Israele, così come l’autoproclamarsi e il riconoscimento internazionale di uno stato ‘’palestinese’’, senza accordi bilaterali con lo stato vicino. Sono per il ‘’no’’ad uno stato palestinese, finché rimarrà ogni traccia di missione distruttiva, e finché continueranno a dettar legge nel mondo islamico l’Iran, Hamas, Hezbollah eccetera. Israele ha atteso invano che le azioni palestinesi si trasformassero, grazie ad un’attesa metamorfosi, in democratici accordi di pace, progetti di normale convivenza e accettazione del popolo ebraico a casa propria. Tutto è decaduto con il comportamento fallimentare di Arafat, e ora con la mancanza di impegno totale di Abu Mazen e con il reclutamento di bambini e giovani per il martirio da parte di Hamas ed Hezbollah. La definizione di pace palestinese non è altro che la distruzione e l’eliminazione dello ‘’stato Sionista’’, nessun progresso dal ’49, anzi, di male in peggio. Il conflitto israelo – palestinese non è più da tempo una guerra di territori, ma un piano di distruzione e di odio religioso, l’unico pane quotidiano che nutre i palestinesi, con arrogante impegno nel compiere una, detta da loro, profezia. Sarebbe un’assurdità, quindi, il riconoscimento di uno stato che ha come solo obiettivo la Jihad, la conquista e l’annientamento, il bombardamento e il terrorismo suicida tra i civili israeliani. Speriamo vivamente che tutto questo cinico odio che dura da mezzo secolo e più … possa ritorcersi contro i terroristi, portandoli un bel giorno all’autodistruzione.
Lettera firmata
La sua analisi è amara ma giusta. La pace si fa con i nemici, a patto che vogliano farla. Non ci sembra per ora l'atteggiamento palestinese. IC redazione