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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
30.06.2011 Afghanistan, come si diffonde la propaganda dei talebani
cronaca di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 30 giugno 2011
Pagina: 15
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Quella 'voce' dei talebani che gonfia ogni notizia»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 30/06/2011, a pag. 15, l'articolo di Davide Frattini dal titolo " Quella 'voce' dei talebani che gonfia ogni notizia".


Davide Frattini

Zabiullah Mujahid cambia la scheda del cellulare ogni due settimane perché i servizi segreti non lo trovino e poi fa circolare il nuovo numero con un sms perché i giornalisti continuino a trovarlo. E’ il portavoce più conosciuto dei talebani, parla a nome del mullah Omar e di quello che lui continua a proclamare l’Emirato islamico dell’Afghanistan, memoria di quando i fondamentalisti erano al potere. L’intelligence locale è convinta di averlo individuato: si chiama in realtà Haji Ismail, ha 42 anni e risponde al telefono da una città pachistana sul confine. Gli americani sostengono invece che il nome venga usato da una squadra di propagandisti basati in Pakistan, lontano dalla battaglia, persone diverse che pretendono di essere lo stesso uomo: un call center operativo ventiquatt’ore su ventiquattro. Zabiullah si indigna e ripete al quotidiano New York Times di essere davvero lui (e uno solo) e di «vivere in prima linea con i combattenti » . I giornalisti afghani che lo contattano più spesso dicono di sentire sempre la stessa voce, parla pashtu (una delle due lingue ufficiali del Paese) con un accento delle zone orientali. A metà maggio i talebani sono apparsi anche su Twitter, dove pubblicano le notizie sulle operazioni militari degli insorti e sono seguiti da oltre 5.500 persone. Il primo messaggio in 140 caratteri descriveva un attacco contro i poliziotti afghani a Khak-e-Safid: «Sei fantocci sono stati uccisi» . In inglese. «Sappiamo che Twitter è molto popolare in occidente — spiega Zabiullah all’agenzia France Presse— e vogliamo farci sentire. La gente è abituata a ricevere informazioni su di noi solo da una parte, ma adesso possono conoscere la realtà» . Le notizie diffuse da Zabiullah sono spesso frenesie guerresche più che fatti verificati. Martedì, nella notte dell’assalto all’hotel InterContinental di Kabul, è stato il primo a confermare la missione suicida, pochi minuti dopo l’inizio, ma nelle ore dell’assedio ha diffuso una telecronaca in diretta lontana dai fatti. «Abbiamo trecento ostaggi» , ha annunciato (falso). «Un guerrigliero mi ha chiamato da dentro l’albergo: hanno già ammazzato cinquanta persone» . Alla fine, i morti tra gli ospiti e i poliziotti sono stati undici. Nic Robertson della Cnn è l’unico ad aver incontrato Zabiullah Mujahid in persona o comunque qualcuno che si è presentato come tale. Ripreso di spalle, uno scialle a coprirgli la testa, così viene descritto dal giornalista televisivo: «Un uomo sui trent’anni, con la barba non troppo lunga, magro ma non fragile» . Dopo la trasmissione dell’intervista nel 2009, il «vero» Zabiullah ha preso il telefono per dire che quello era un’impostore.

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