lunedi` 12 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



Clicca qui






Il Foglio - Libero Rassegna Stampa
14.06.2011 Come si può essere entusiasti per la vittoria di Erdogan?
Carlo Panella e Antonio Panzeri scambiano per democrazia il regime dell'Akp

Testata:Il Foglio - Libero
Autore: Carlo Panella - Antonio Panzeri
Titolo: «Contrordine Turchia! Ora Erdogan affronta Siria e Iran»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 14/06/2011, a pag. 3, l'articolo di Carlo Panella dal titolo " Contrordine Turchia! Ora Erdogan affronta Siria e Iran ". Da LIBERO, a pag. 21, l'articolo di Antonio Panzeri dal titolo " L’imperativo Ue: riagganciare Erdogan e Ankara ".

Non comprendiamo tanto entusiasmo nei confronti di un regime che ha allontanato la Turchia dalle democrazie occidentali.
Che Erdogan sia un esperto comunicatore è fuor di dubbio, come è altrettanto vero che alcuni analisti si lasciano attrarre da personalità che poi, invariabilmente, si rivelano per ciò che sono: dittatori. E' vero che lo si può riconoscere anche dopo decenni, ma non sarebbe meglio farlo per tempo?
Ecco i due articoli:

Il FOGLIO - Carlo Panella : "  Contrordine Turchia! Ora Erdogan affronta Siria e Iran"


Carlo Panella

Roma. La vittoria elettorale di Tayyip Edrdogan arriva due giorni dopo una clamorosa svolta di politica estera che modifica radicalmente il quadro regionale. Il premier turco ha pronunciato parole durissime contro quello che era considerato il suo principale alleato nella regione: Bashar al Assad: “Il regime siriano è responsabile di atrocità e comportamenti disumani nei confronti degli oppositori, in particolare delle donne siriane”. Ancora più netto il presidente Abdullah Gül, che ha avvertito che la Turchia è pronta ai “peggiori scenari, compreso quello militare” per mettere fine ai massacri in Siria. Prese di posizione coraggiose, che confermano la flessibilità del gruppo dirigente di Ankara e che lasciano trasparire l’intenzione di assumere la leadership – forse anche militare – nell’azione di contrasto della comunità internazionale alla politica della “terra bruciata” scelta da Bashar el Assad. Il tutto con una nettezza che distanzia la leadership turca dalle prudenti e impacciate “esortazioni alla moderazione” dei governi dell’Ue e degli Stati Uniti. Il premier turco contesta per primo al regime di Bashar el Assad un’accusa – l’unica – che può giustificare un intervento militare internazionale, sia su mandato Onu, sia Nato, sia unilaterale. La novità mette in imbarazzo la Russia – oggi partner più che amichevole della Turchia, con grandi assonanze sulla politica estera – che sino a oggi ha opposto il veto alla approvazione alla risoluzione Onu di condanna della Siria e che ora avrà difficoltà a negare quella “crisi umanitaria” e quella “turbativa dell’ordine internazionale” che ha sempre negato esistessero in Siria. La Turchia ospita ad Antalya la riunione dei gruppi siriani di opposizione che ieri hanno concluso il loro comunicato evocando un possibile “intervento militare internazionale”, con evidente riferimento alla posizione espressa da Gül. Tra le motivazioni di Erdogan ha peso il timore che la Turchia soffra una nuova emergenza profughi dopo quella subìta dopo il 2003 con i rifugiati dall’Iraq, che ha apertamente esorcizzato: “Non si ripeterà quanto è successo con i profughi iracheni”. Ma la sua decisione di assumere un ruolo interventista nella crisi siriana ha anche altre, forti, motivazioni. Innanzitutto, la presa d’atto – maturata al telefono con Bashar el Assad martedì – del fatto che il siriano l’ha letteralmente preso in giro per mesi. Erdogan ha più volte speso il suo prestigio per dare credito sulla scena internazionale alle assicurazioni che Assad continuava a dargli personalmente sulla decisa volontà “riformista” del proprio governo. Più e più volte Erdogan ha esortato ad attendere che la crisi siriana si ricomponesse “in serenità”, ma negli ultimi giorni, a fronte dei racconti atroci dei profughi fuggiti da Jisr al Shughur che la stampa turca ha ampiamente pubblicizzato, ha compreso che Bashar el Assad gli ha mentito, che non cesserà mai di mettere a ferro e fuoco ogni città che mostri segni di ribellione e che non ha nessuna intenzione di attuare riforme democratiche. La svolta di Erdogan è tanto più rilevante, in quanto ribalta addirittura la dottrina di politica estera del suo governo sintetizzata dal ministro degli Esteri Ahmet Davutoglu nella formula “nessun problema con i nostri vicini” che si era concretizzata proprio nella alleanza con la Siria (dopo decenni di tensioni al calor bianco), come nella politica di appeasement con la Grecia (nonostante Cipro) e persino con l’Armenia. L’esistenza di un drammatico “problema” tra Turchia e Siria è ora agli atti; questo ribalta gli “amichevoli rapporti” tra Erdogan stesso e l’Iran, i cui emissari partecipano attivamente alle “atrocità” denunciate dal premier turco. Sicché è da prevedere – ed Erdogan ne è certamente conscio- anche l’apertura di una fase conflittuale tra Ankara e Teheran.

LIBERO - Antonio Panzeri : "  L’imperativo Ue: riagganciare Erdogan e Ankara"


Antonio Panzeri

Seppure il voto di domenica scorsa in Turchia non abbia dato al primo ministro uscente, Erdogan, la maggioranza assoluta in Parlamento come egli desiderava per poter porre mano alla costituzione, è indubbio che si tratti di un passaggio elettorale importante per diverse ragioni. La Turchia , in questi ultimi anni, ha assunto un ruolo di grande rilevanza nella regione mediorientale e nello stesso mediterraneo. I tentennamenti nel processo di allargamento da parte dell’Europa hanno convinto l’establi - shment turco della necessità di ricercare uno spazio nuovo che, a largo raggio, possa rendere la Turchia protagonista verso i Paesi vicini. Ne avevo avuto conferma già alcuni mesi fa durante un incontro a Istanbul con il ministro degli esteri turco. Del resto, come non collocare in questo solco una serie di fatti che hanno visto in campo la leadership turca, come ad esempio l’iniziativa sulla questione nucleare iraniana assunta con altri due Paesi, il sostegno alla flottiglia che tentò di superare il blocco di Gaza, la disponibilità a svolgere il ruolo di mediatore sia nel conflitto libico sia nella difficilissima e drammatica situazione siriana. Il voto di domenica premia Erdogan proprio su questo ritrovato nuovo orgoglio turco. Orgoglio e voglia di protagonismo che non devono essere confusi con una idea di tardo nazionalismo. L‘Europa ha il dovere di guardare agli accadimenti in Turchia con uno sguardo nuovo. La Turchia per l’Europa è essenziale, prima lo si comprenderà e meglio sarà. Bisogna superare dispute ideologiche che hanno caratterizzato il dibattito sull’entrata in Europa della Turchia moderna fondata da Ataturk, collocando invece tale confronto nel quadro della nuova prospettiva geopolitica di tutta l’area mediorientale.

Per inviare la propria opinione a Foglio e Libero, cliccare sulle e-mail sottostanti


lettere@ilfoglio.it
lettere@libero-news.eu

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT