Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
L'Iran continua indisturbato a lavorare al suo programma nucleare Commenti di Pio Pompa, Andrea Morigi
Testata:Il Foglio - Libero Autore: Pio Pompa - Andrea Morigi Titolo: «L’Iran sceglie le vittime giuste da sacrificare sul Golan - L’allarme dei ricercatori: L’Iran avrà l’atomica tra 2 mesi»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 08/06/2011, a pag. 3, l'articolo di Pio Pompa dal titolo " L’Iran sceglie le vittime giuste da sacrificare sul Golan". Da LIBERO, a pag. 19, l'articolo di Andrea Morigi dal titolo " L’allarme dei ricercatori: L’Iran avrà l’atomica tra 2 mesi ". Ecco i pezzi:
Il FOGLIO - Pio Pompa : " L’Iran sceglie le vittime giuste da sacrificare sul Golan"
Pio Pompa
Fonti di intelligence confermano le notizie della conquista, da parte dei ribelli antigovernativi, di una parte consistente della regione nord ovest della Siria con il contributo fondamentale di miliziani curdi. Saremmo, dunque, in presenza della prima, significativa, frattura nel sistema di controllo del territorio predisposto da Damasco. E’ attesa per oggi la reazione dell’esercito e delle forze di sicurezza siriane, attraverso il dispiegamento di due brigate, la 555 e la 85, composte da truppe scelte, con l’obiettivo di annientare le rivolte nelle zone di Hama, Rastan, Homs e di Jisr al Shughour. Intanto il regime gioca le sue carte di sopravvivenza, profittando dello stallo della crisi libica che sta progressivamente depotenziando le capacità reattive dell’occidente, tentando di spostare altrove l’asse dell’attenzione internazionale agitando, anche tramite Hezbollah, lo spauracchio di un nuovo conflitto con Israele che appare, in questo momento, particolarmente isolato e vulnerabile. Può accadere, allora, che jihadisti prezzolati vengano spacciati per inermi profughi palestinesi, che i cecchini piazzati dall’intelligence siriana alle spalle dei manifestanti sacrifichino qualche martire attribuendone la responsabilità al fuoco israeliano così che il leitmotiv più riportato possa essere: “Soldati israeliani sparano su profughi palestinesi al confine con la Siria. Decine di morti”. Esiste uno scenario ancora più raccapricciante. Diverse persone ammassate ai confini con Israele sono state selezionate, con il ricatto e con minacce alle loro famiglie, da una particolare sezione dei servizi iraniani, compresi donne e bambini, come vittime ideali che devono restare sul campo per fornire gli effetti mediatici desiderati.
LIBERO - Andrea Morigi : " L’allarme dei ricercatori: L’Iran avrà l’atomica tra 2 mesi "
Andrea Morigi, Mahmoud Ahmadinejad
Nel giro di due mesi, il governo iraniano è in grado di produrre i venti kg di uranio altamente arricchito necessari per fabbricare una testata nucleare. A lanciare l’allarme è uno studio del ricercatore della Rand Corporation Gregory S. Jones, pubblicato dal Nonproliferation Policy Education Center. È una rielaborazione dei dati più recenti dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, aconfermarne i timori: il processo di conversione del cosiddetto yellowcake è iniziato e ha già consentito di produrre, alla data del 21maggio 2011, ben 38,3 kg di uranio arricchito al 19,7% (nella forma di 56,7 kg di uranio esafluoride). A questo punto, al regime di Mahmoud Ahmadinejad basta far partire le sue numerose centrifughe per dare l’av - vio al programma militare e ricattare il mondo intero con un’arma di distruzione di massa. E non c’è nulla che gli Stati Uniti possano fare per fermare la bomba atomica iraniana, tranne un’intervento militare di terra. Nemmeno i raid aerei si rivelerebbero utili, sostiene l’esperto, visto il grado di avanzamento del progetto nucleare. Una chiave di lettura senza la quale non risulterebbero del tutto comprensibili le parole pronunciate ieri da Ahmadinejad, secondo il quale l’Iran «è pronto adiscutere di energia atomica con le potenzemondiali e a raggiungere un’intesa, ma la questione nucleare è come un treno che non ha freni né può fare retromarcia, e ciò significa che non ci saranno compromessi». Nel corso di una conferenza stampa a Teheran, il presidente della Repubblica iraniana ha ribadito che nessuna offerta del gruppo di contatto “5+1” potrebbe convincere l’Iran a interrompere l’arric - chimento dell’uranio. Suona quasi come una conferma dell’ipotesi avanzata da Jones anche l’assicurazione di Ahmadinejad sul programma nucleare iraniano, che «non ha problemi tecnici di sorta». Anzi, avverte che «presto» la Repubblica Islamica potrà contare «su centrifughe per l’arric - chimento dell’uranio di nuova generazione ». Il presidente ha quindi sottolineato che l’Iran «ha cooperato con l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica e le sue attività di arricchimento avvengono in un quadro di legalità». Da Washington, la risposta appare debole, alla luce della reale minaccia. Ieri il presidente degli Stati Uniti BarackObama non ha escluso nuove sanzioni contro l'Iran, in una conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco Angela Merkel. Se nei prossimi giorni l’Aiea giudicherà che non sono stati realizzati passi avanti sufficienti in Iran per abbandonare le ambizioni militari nucleari, ha detto in sostanza Obama, «non avremo nessuna scelta» e si dovrà pensare a nuove sanzioni. Finora, nessun tentativo di dissuasione amichevole è riuscito allo scopo e nessun deterrente efficace è stato messo in campo dall’Occi - dente. Avrebbero dovuto pensarci prima, commenta Jones, e invece l’attenzione dell’opinione pubblica è stata distratta da eventi mondiali come il terremoto in Giappone, le rivolte arabe e i tornado negli Stati Uniti. Così i riflettori si sono spostati dallo scenario iraniano, dove intanto si agiva indisturbati. Oramai, tanto vale che si inizi a pensare al dopo, conclude il ricercatore.
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