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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Egitto: frattura fra i Fratelli musulmani in un clima di crescente anarchia 31/05/2011

Egitto: frattura fra i Fratelli musulmani in un clima di crescente anarchia
di Zvi Mazel

da The Jerusalem Center for Public Affairs
(traduzione di Angelo Pezzana) 


Zvi Mazel      Fratelli Musulmani

La situazione economica, sociale e politica in Egitto si sta facendo sempre più difficile, mentre in un clima di grande insicurezza, i cittadini acquistano armi e si proteggono con l’uso di milizie private. Sono in aumento gli scontri di islamisti contro copti e laici. Il Consiglio militare al potere non riesce a tenere testa alle molte sfide, mentre l’Egitto viene giudicato alla vigilia di una guerra civile. 

Nei primi tre mesi dell’anno l’economia egiziana è crollata del 7%. Mohammed El Baradei, già direttore dell’Agenzia internazionale atomica e candidato alla presidenza, ha dichiarato di recente alla CNN che “ l’Egitto si sta socialmente disintegrando, e anche economicamente siamo in pessime condizioni. Politicamente è come essere in un buco nero, senza sapere dove andremo a finire”. 

Il Fondo monetario internazionale (FMI), l’Arabia Saudita e gli Stati Uniti hanno promesso aiuti finanziari all’Egitto. Ma questo aiuto non risolverà i problemi strutturali dell’economia egiziana, che si basa essenzialmente su agricoltura e turismo, in mancanza di strutture avanzate industriali e high-tech. In queste condizioni ci si deve attendere un ancora maggiore deterioramento delle condizioni dell’economia, il che favorirà senza alcun dubbio i partiti estremisti, in primo luogo i Fratelli Musulmani. 

I leader della rivolta e i partiti dell’opposizione laica ritengono che il Consiglio militare non sia pronto  a realizzare vere riforme, per questo si muove con molta cautela. Il 27 maggio c’è stato in tutto l’Egitto un secondo “venerdì di rabbia”, per fare pressione sul Consiglio, e in modo particolare sul suo leader, il generale Mohammed Tantawi. I Fratelli Musulmani avevano annunciato che non avrebbero preso parte alle manifestazioni, approfondendo così la divisione con l’opposizione laica. Ma, tra la sorpresa generale, la “giovane guardia” del loro movimento decise di partecipare, contro la volontà del leader supremo. E’stato questo il primo segno di una rottura all’interno dei Fratelli Musulmani, conosciuti per l’intransigente gerarchia e la totale obbedienza ai suoi leader sin dalla loro fondazione 83 anni fa. 

Il nuovo, rivoluzionario Egitto si troverà di fronte a molti anni di contrapposizioni prima che si affacci un regime nuovo e democratico, basato sulla libertà di parola, diritti umani,liberazione della donna e tolleranza religiosa verso i copti. 

Zvi Mazel è stato ambasciatore in Romania,Egitto e Svezia. Fa parte del Jerusalem Center fo Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta.


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