Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Giorgio Napolitano incontra Shimon Peres a Gerusalemme cronache di Aldo Baquis, Francesco Battistini
Testata:Ansa - Corriere della Sera Autore: Aldo Baquis - Francesco Battistini Titolo: «Napolitano a Gerusalemme, via a mostra 'Ebrei e Garibaldi'. Fra i tesori artistici la patriottica Corona dei Cannoni - Napolitano premiato a Gerusalemme»
Riportiamo dall'ANSA l'articolo di Aldo Baquis del 14/05/2011 dal titolo " Napolitano a Gerusalemme, via a mostra 'Ebrei e Garibaldi'. Fra i tesori artistici la patriottica Corona dei Cannoni ". Dal CORRIERE della SERA di oggi, 16/05/2011, a pag. 15, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo " Napolitano premiato a Gerusalemme ".
Contrariamente a quanto ha detto Paolo Fratter su SKY TG edzione serale 15/05/2011, Giorgio Napolitano ha incontrato Shimon Peres a Gerusalemme, non a Tel Aviv. Ecco i due articoli:
ANSA - Aldo Baquis : " Napolitano a Gerusalemme, via a mostra 'Ebrei e Garibaldi'. Fra i tesori artistici la patriottica Corona dei Cannoni "
Giorgio Napolitano
GERUSALEMME, 14 MAG - C'è anche un'eccentrica e suggestiva 'Corona dei Cannoni' fra i pezzi pregiati di una mostra che a Gerusalemme documenta l'attiva partecipazione degli ebrei fra i patrioti impegnati nel Risorgimento, e la loro progressiva integrazione nella società italiana. Mostra che costituisce ad un tempo un omaggio ai 150 anni dell'unità d'Italia e una testimonianza delle radici del legame invocato da più parti fra l'epopea risorgimentale della Penisola e quella del sionismo, e che il presidente Giorgio Napolitano inaugurerà formalmente lunedì nel quadro degli appuntamenti di una visita in Israele e nei Territori palestinesi al via domani. Intitolata 'Da Garibaldi a Herzl. Il Risorgimento nazionale fra Italia e Israele', l'esibizione è stata curata da Andreina Contessa per il Museo d'Arte ebraica Italiana di Gerusalemme 'Umberto Nahon' (l'istituzione che la ospita), sotto l'alto patronato del Quirinale e in collaborazione con l'Ambasciata d'Italia in Israele. «Il Risorgimento italiano - sottolineano i curatori - progredì di pari passo con l'integrazione degli ebrei nella società. Gli ebrei svilupparono una coscienza di sè come italiani condividendo una lotta per la quale erano pronti a dare la vita». Coscienza che solo il fascismo e le leggi razziali avrebbero poi lacerato. Fra i documenti esposti figura l'editto del 1848 che annuncia l'uguaglianza dei diritti per gli ebrei del Regno Sabaudo a firma di Carlo Alberto, un sovrano la cui morte - osserva Yaara Issar, impegnata nell'allestimento - fu accolta con espressioni di enorme cordoglio dalle comunità ebraiche di Torino, Casal Monferrato e Saluzzo. Ma a colpire, fra i tesori che resteranno esposti a Gerusalemme nei prossimi due mesi, è soprattutto la 'Corona dei Cannoni': un oggetto in argento che sovrastava i rotoli della Legge, donata alla Sinagoga di Alessandria proprio in ricordo proprio di Carlo Alberto. «Si tratta di un oggetto unico nel suo genere - spiega Issar - poiché invece dei motivi ricorrenti dell'ortodossia ebraica, è adornato con cannoni, bandiere da guerra ed altri elementi militari», frutto dell'entusiasmo patriottico della comunità del tempo. Il patriottismo che nel Risorgimento animò gli ebrei italiani si sarebbe espresso del resto anche nelle 'ketubbot', i contratti matrimoniali, che in quell'epoca furono abbelliti talora con vessilli nazionali italiani. In una 'kettuba' - il cui originale si trova nell'Archivio storico degli ebrei di Roma e del quale a Gerusalemme è presentata una replica - sono sfoggiate a mò di decorazione persino le immagini di 'gentili' quali re Vittorio Emanuele, Cavour e Giuseppe Garibaldi. Non manca infine nella mostra un'attenzione particolare ai rapporti fra il padre del sionismo Theodor Herzl e l'ebraismo in Italia, oltre che fra lo stesso Herzl e il pensiero mazziniano. Il pubblico potrà fra l'altro prendere visione di alcune sue lettere autografe inviate ai primi del '900 a Felice Ravenna, dirigente di un embrionale movimento sionista in Italia.
CORRIERE della SERA - Francesco Battistini : " Napolitano premiato a Gerusalemme "
Shimon Peres con Giorgio Napolitano
Un milione di dollari. Che donerà a un istituto per promuovere la pace. Non era il giorno più adatto (o forse sì) quello della Nakba e dei disordini palestinesi, per consegnare a Giorgio Napolitano il premio «Dan David» , che ogni anno un ricco filantropo israeliano consegna a uomini di Stato e di cultura. Al Gore e Tony Blair, i fratelli Cohen e Magdi Allam: il presidente della Repubblica entra nel palmarès e si spende per la ripresa dei negoziati diretti. «Spero che entrambe le parti creino le condizioni e che ciò accada prima di qualsiasi decisione all’Assemblea generale dell’Onu di settembre» , dice di fianco all’omologo Shimon Peres, prima d’incontrare il premier Netanyahu. La pace «non è lontana come può sembrare» , ricorda Peres: tutt’e due d’accordo, Abu Mazen resta un interlocutore «affidabile» di Israele, mentre Hamas deve ancora riconoscere lo Stato ebraico e abbandonare la lotta armata. E la riconciliazione palestinese? «No comment» , liquida Napolitano: le rivolte arabe danno «motivi di speranza» , ma non devono portare a sottovalutare i problemi. C’è qualcosa che l’Italia e l’Europa possono fare, senza «limitarsi a guardare e aspettare: devono accompagnare nel modo giusto il movimento verso una vera democrazia e un progresso economico e sociale» . Un obbiettivo che nei giorni scorsi aveva rilanciato anche qualche leader europeo, oltre che l’italiano Romano Prodi, e che Peres condivide: «Vorremmo veder nascere — dice il presidente israeliano — qualche nuova democrazia» nell’area, per cominciare a sperare.
Per inviare la propria opinione ad Ansa e Corriere della Sera, cliccare sulle e-mail sottostanti