Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Cari amici, mentre leggete queste righe, probabilmente siete già andati a votare, o state per andarci – o magari avete deciso di astenervi. Fatti vostri. Anche se qualcuno si è dato da fare negli ultimi anni per convincervi che viviamo alla vigilia della marcia su Roma, o magari già nella Germania del '34, sono abbastanza sicuro che siete andati a votare (o non ci siete andati) abbastanza tranquillamente, non avete dovuto preoccuparvi della vostra incolumità mentre impugnavate la matita e facevate il fatidico segno sulla scheda. Essere per un candidato o per l'altro non aumentava le vostre chances, inesistenti, di essere impiccati, torturati, anche solo molestati.
Volevate eleggere un sindaco o cercare di mandarne a casa un altro, appoggiare un certo consigliere comunale, magari cercare di silurare il governo nazionale e l'avete fatto senza disturbo alcuno, salvo magari un po' di coda. Non sapete se il vostro desiderio si avvererà, ma questo è proprio il bello. Certamente il vostro potere non è assoluto, dipende dalla struttura dell'offerta politica (che però può essere liberamente modificata da chiunque, come mostrano i numerosi partiti e partitini sorti negli ultimi vent'anni). E dipende da tutti gli altri che compiono lo stesso gesto, con intenzioni simili alle vostre, o anche diverse e magari opposte. Il risultato è statistico, il voto del genio conta nell'urna come quello dell'imbecille – ed è giusto così: si contano le teste in massa per non tagliarle.
Perché vi faccio questa predica, vi chiederete. Be', la ragione è semplice. Il voto è importante, tanto più se diventa una cosa banale. Insieme a poche altre caratteristiche di funzionamento (le garanzie individuali, l'impossibilità di usare la giustizia a fini persecutori, la libertà di stampa, di riunione e di associazione ecc.) costituisce la democrazia. La nostra è accettabile, ce n'è altre un po' migliori, o un po' peggiori, ma la differenza fra sistemi democratici non si può proprio riassumere nei gesti di questa giornata: la libertà di scelta, la sicurezza di poterla fare, l'influenza reale del voto, la sua imprevedibilità.
Bene, riflettete ora dove questo rito avviene in maniera più o meno analoga: in Europa, in Australia, nell'America del Nord, in buona parte di quella centrale (non a Cuba, ormai neppure in Venezuela...), in un paio di paesi dell'Africa, in qualche parte dell'Asia (India, Giappone, Corea del Sud, Indonesia, in parte in Turchia). Non nei paesi comunisti, ex- e post- questo è più o meno evidente. Certamente avviene alla stessa nostra maniera in Israele. Rivoluzioni o non rivoluzioni, non c'è un singolo paese del mondo arabo in cui i cittadini possano davvero decidere chi li governerà (neppure nel Libano, ormai, che sembrava avviato su quella strada). Comandano capi religiosi (Iran), comitati militari (Egitto, Algeria), re e loro famiglie (Giordania, Marocco, Arabia), consorterie religiose (Iraq), dittatori sanguinari (Siria, Yemen). Eccetera.
Lo sapevate già? Certamente, è noto. Israele è la sola democrazia in quell'area immensa che va dalla Spagna all'India, dalla Grecia al Sudafrica. Ma vale la pena di pensarci, è importante. Magari anche di pensarci scegliendo il vostro candidato sindaco. La democrazia è un bene prezioso, raro. Come l'amore funziona solo se lo si cura, lo si protegge, lo si ama. C'è bisogno di solidarietà. Ricordatevene: bisogna tutelare la democrazia israeliana, per non avere al suo posto un'altra dittatura islamica dove il voto, se proprio si pratica, è solo un pretesto per il gioco dei tre bussolotti.