Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
In un graffiante articolo apparso su ItaliaOggi dello scorso 19 aprile, Diego Gabutti compie un’attenta analisi sulle “vere ragioni” che portano i terroristi (pardon, per dirla con il Prof. Ugo Volli, i valorosi combattenti) a condurre una guerra santa senza quartiere contro lo Stato d’Israele. Dunque, la “rabbia sacrosanta” e il “dovere della lotta” che guidano le azioni dei benemeriti patrioti facenti capo a Hamas, Hezbollah, Al Qaeda, ecc, ecc, da cui derivano i razzi “artigianali” Qassam su obiettivi civili in territorio israeliano, il lancio di bombe contro gli scuolabus, gli attentati suicidi in cinema, pizzerie, discoteche e altri locali pubblici, nonché (qualche volta) la morte di un volontario della causa pacifista, hanno un’unica, grande ragione: la deprecabile testardaggine dei perfidi sionisti a voler continuare a sopravvivere (malgrado secoli di persecuzioni, i pogrom antisemiti e Adolf Hitler) e, nientepopodimeno, ad avere una patria. Se invece di insistere con queste assurdità si decidessero una buona volta ad arrendersi e a farsi scannare (pacificamente, beninteso) o, meglio ancora, si tagliassero da sé la gola risparmiando così la fatica ai valorosi combattenti in mezzaluna, oggi un problema in Medio Oriente non ci sarebbe e non si troverebbe un solo miliziano armato di fede al-qaedista, sciita o sefardita. In luogo delle postazioni armate ci sarebbero aiuole zeppe di fiorellini, bancarelle cariche di datteri, banane e dolciumi, cammelli che passano facilmente nelle crune degli aghi, bambini festanti accuditi da felici mammine che finalmente pensano alla vita dei propri figli invece che a distruggere quella dei mocciosi sionisti. Insomma un mondo bello, pacifico, armonioso, come lo vorrebbero le Morgantini, i Vauro, i Vattimo, i Diliberto ed il resto dell’allegra compagnia cantante. E invece no, i topi sionisti di togliere il disturbo non ne vogliono proprio sapere. Non intendono tornare al loro Paese d’origine (a differenza degli emigrati clandestini, che hanno tutto il diritto di invadere l’Italia in maniera incontrollata), dove peraltro darebbero fastidio ai cittadini fanatici devoti alla mezzaluna come l’esperienza della città di Malmö insegna (si veda l’articolo del Prof. Volli dal titolo “Nella vecchia Europa sembrano non volere più i pochi ebrei che sono rimasti”), né accettano l’idea di farsi ammazzare per amore della pace. Quale scandalo inaudito! Per concludere, che dire? L’idea di un mondo più giusto e vivibile a condizione di divenire “Judenrein”, come lo vorrebbero gli amici di certi pretesi pacifisti (tra cui quelli sopra citati) mi ricorda tanto le teorie dell’austriaco con i baffetti. Vuoi vedere che quasi quasi aveva ragione lui? Cordiali saluti Luigi Prato