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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Ugo Volli
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Taqiya, ignorabimus 30/03/2011

Taqiya, ignorabimus



Cari amici,
una delle cose che spiegano l'inferiorità dell'Occidente rispetto alla grande civiltà islamica è la nostra insufficiente comprensione dell'ambiguità o della dissimulazione (in arabo è una speciale virtù, chiamata taqiya : http://en.wikipedia.org/wiki/Taqiyya). Noi siamo troppo primitivi, pensiamo che non si debba mentire e ancor meno contraddirci, non abbiamo le sfumature sufficienti a un pensiero complesso.

Faccio qualche esempio, partendo dal semplice: esiste una compagnia di bandiera egiziana, che si chiama Egipt Air e fa da molti anni  regolari voli in Israele sull'aeroporto Ben Gurion. Dopo la rivoluzione, ha continuato a farli, ma ha tolto dalle sue mappe Israele, Tel Aviv, l'aeroporto Ben Gurion. Non ci ha messo la Palestina, questo no; ha solo prolungato il territorio giordano fino al mare. Dunque i suoi arerei volano ufficialmente verso un aeroporto che non c'è. (http://www.focusonisrael.org/2011/03/25/egypt-air-israele-mappa-voli/). Ci volano nonostante non esista; oppure non c'è nonostante ci volino? Fuori di battuta, la notizia è che ci continuano a volare, anche se non lo riconoscono (situazione pericolosa per i passeggeri ma politicamente più leggera, significa fare allo spirito antisraeliano quel che gli americani chiamano "lip service", un omaggio verbale, e andare avanti come prima), oppure all'inverso la notizia è che non lo riconoscono, sebbene provvisoriamente debbano continuare ad andarci, ma appena possibile non lo faranno più? Il dilemma resta nell'ambiguità. Sta a noi stupidi cartesiani occidentali, districarci nel raffinato labirinto della taqiya.

Oppure, più seriamente: i palestinesi di tutte le tendenze, quale più quale meno, continuano ad attaccare Israele e i suoi cittadini quando possono (500 razzi e proiettili negli ultimi due anni; http://www.mfa.gov.il/MFA/Terrorism-+Obstacle+to+Peace/Hamas+war+against+Israel/Palestinian_ceasefire_violations_since_end_Operation_Cast_Lead.htm , per una statistica più generale, sulle vittime dal 2000: http://bokertov.typepad.com/btb/2011/03/we-are-names-not-numbers.html). Quel che succede di recente è che nei casi più gravi borbottano qualche condanna. Così è accaduto di recente per la strage della famiglia Fogel a Itamar e per la bomba a Gerusalemme. Il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas ha pronunciato qualcosa come una condanna e lo stesso ha fatto il premier Fayyad. Ma poi in realtà quando parlano in arabo continuano a rivendicare le loro "operazioni militari" e a chiedere la liberazione dei "prigionieri" (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/143176). Anzi, questa è diventata una nuova precondizione per la pace (http://elderofziyon.blogspot.com/2011/03/abbas-adds-new-condition-for-peace.html). E allora come la mettiamo: l'assassinio di gente nel sonno, di donne e di bambini, gli spari di razzi contro le scuole, le bombe agli autobus sono delitti moralmente ripugnanti o sono eroici atti della lotta del popolo palestinese contro l'orribile oppressione colonialista di Israele, da rivendicare ora e per sempre? O meglio ancora Abbas, pur dovendo soddisfare la sua base onorando i macellai che in passato hanno ammazzato donne e bambini ebrei sui pullman, si è reso conto di quanto la cosa sia sbagliata e almeno per il pubblico internazionale la condanna, oppure fa il buono per i suoi sostenitori occidentali che lo vogliono "moderato" e poi però dove conta, cioè alla sua gente, incoraggia a continuare le stragi? Taqiya, ignorabimus.

Ma forse no. perché in una vecchia intervista una degli "uomini forti" dell'Autorità Palestinese, Muhammed Dahalan, ha spiegato questo giochino a proposito di Arafat, che "di giorno faceva discorsi di pace", ma poi di notte faceva "la cosa onorevole", cioè organizzava il terrorismo , "ingannando il mondo" (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/132591, con un video). Ah, la superiore finezza intellettuale della grande cultura araba! Ci arriveremo mai?

Ugo Volli


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