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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Che cosa riserva il futuro ? 25/03/2011

Premetto che sono tra coloro che considerano positivamente la caduta dei regimi, in quanto ritengo che una società democratica sia il miglior antidoto all'intolleranza ed all'odio. E, tra l'incertezza dei futuri governi arabi e la certezza dei dittatori, preferisco decisamente la prima.

Tuttavia, come giustamente rileva il Prof. Volli, gli eventi degli ultimi tempi destano non pochi sospetti. La recrudescenza degli attacchi ad Israele (che si tratti di gesti apparentemente isolati o di veri e propri attentati, cambia poco) e l'effetto domino delle rivolte nel mondo arabo, mi hanno indotto da qualche giorno a ritenere probabile una regia occulta. In fondo i regimi arabi caduti erano legati in qualche modo all'Occidente e le rivolte hanno interessato Stati arabi dove il potere è nelle mani dei sunniti.

La mia sarà forse un'ipotesi fantapolitica, e confesso che, in genere, rifiuto l'idea dei complotti. Eppure c'è qualcosa che non mi torna, proprio a partire dai frequenti attacchi ad Israele degli ultimi tempi, attacchi che hanno tutto il sapore della provocazione di cui i Palestinesi per primi avrebbero ben poco da guadagnare.

L'ipotesi che faccio è questa: in passato i regimi arabi, proprio in virtù delle loro differenze (tra Stati "più laici" e Stati "più religiosi", tra Stati "più filoamericani e filooccidentali" e Stati "più terzomondisti", tra Stati "in pace" con Israele e Stati che ancora non riconoscono la patria ebraica) hanno reagito in modo diverso alle iniziative militari israeliane intraprese per contrastare le minacce dei vari Hamas, Hezbollah, ecc.

Ma come potrebbero reagire a nuove iniziative di Israele quegli stessi Stati una volta che le rivoluzioni dovessero consentire la formazioni di governi simili tra loro per "ispirazione" politica? Probabilmente, non essendoci più differenze, la risposta sarebbe unica e, temo, non dissimile da quelle del periodo compreso tra il 1948, alla nascita di Israele, ed il 1990, con la prima Guerra del Golfo.

Ecco perchè credo che, al di là della sincerità dei popoli in rivolta contro i regimi arabi, ci sia qualcuno dietro che manovri. E perchè ritenga che i recenti attacchi ad Israele e, soprattutto, l'attentato dinamitardo a Gerusalemme siano da attribuire alla stessa mente che sta tentando di cavalcare quelle rivolte. E concordo con il Prof. Volli sul fatto che quella mente si trovi a Teheran.

lettera firmata


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