Riportiamo da TERRA del 24/03/2011, in prima pagina, l'articolo di Annalena Di Giovanni dal titolo " Bomba a Gerusalemme. Un morto e 30 feriti ".

L'articolo è un concentrato di menzogne su Israele e l'attentato di Gerusalemme. Di Giovanni dà per scontato che si scatenerà una nuova guerra, provocata da Israele, ovviamente.
L'interpretazione di fondo è la stessa data ieri dal quotidiano comunista (http://www.informazionecorretta.it/main.php?mediaId=41&sez=110&id=39013): Israele bombarda da giorni Gaza, un attentato è quasi la risposta più ovvia. Non potendo negare che dalla Striscia continuano ad arrivare razzi contro Israele, Di Giovanni arriva a scrivere : "Anche perché da 24 ore qualche gruppo da Gaza (si vocifera che Hamas non sia più in grado di controllare i vari gruppi palestinesi) aveva lanciato due Katiusha su Beersheva, mentre sette di razzi qassam colpivano il Negev occidentale. Nessuna vittima fra gli israeliani.". Come se nella Striscia fosse possibile fare qualunque cosa senza il consenso di Hamas. Che cosa c'entra, poi, il fatto che non ci siano vittime israeliane. I razzi non sono meno pericolosi per questo motivo.
Di Giovani continua : "Ma a lanciare la prima pietra, per dirla tutta, non sono stati i palestinesi: approfittando della distrazione internazionale in questi giorni di operazioni in Libia, l'aviazione di Tel Aviv bombarda Gaza da giorni. Soltanto martedì erano morti 5 palestinesi: un bimbo di 11 anni, un ragazzo di 20, due adulti, e una quinta vittima irriconoscibile e quindi rimasta non identificata.". Gerusalemme (non Tel Aviv) si limita a rispondere al lancio di razzi. Hamas usa scudi umani, per questo ci sono anche vittime civili. Ovviamente le potenziali vittime israeliane non suscitano la pietà di Di Giovanni.
Ecco il pezzo:
L'attentato alla stazione dell'autobus è 'strano', gli 'haredim' hanno tentato di linciare un giornalista poichè 'convinti del suo antisemitismo', inoltre Israele bombarda Gaza da giorni, ed i palestinesi non solo vengono uccisi per mera brama di morte da parte dei 'sionisti' ma, anche a causa di leggi razziste, vengono indotti al suicidio.
Uno spettro si aggira per il Medio Oriente, quello di una riedizione di Piombo Fuso, l'operazione militare israeliana che mise in ginocchio Gaza nel 2008. Strisciava già fra i commentari israeliani ieri, dopo che si è diffusa la notizia dell'autobus esploso vicino al Binyanei HaUma di Gerusalemme. Raggiunto dai giornalisti nella sua città natale Beer Sheva, dove si era recato per denunciare i due missili lanciati da Gaza, il vice ministro israeliano Silvayn Shalom ha scandito a caldo: «Speriamo di poter evitare una Piombo Fuso Due». Una dichiarazione di guerra. Da giorni la situazione stava precipitando. I àttentato di ieri, costato la vita ad una donna di 59 anni, e che ha prodotto oltre 30 feriti, è il primo attacco del genere dopo tre anni di tregua su Gerusalemme: un ordigno lasciato in una borsa presso una cabina telefonica, decisamente strano per una città in cui dimenticare un portafoglio qualche minuto su un tavolo basta a scatenare l'allarme bomba fra polizia ed esercito. Poco c'è mancato che ai feriti se ne aggiungesse un altro, quando gli ultraortodossi che abitano la zona, si sono scagliati contro un giornalista britannico venuto a documentare la tragedia. Il malcapitato ha rischiato il linciaggio da parte degli haredim, convinti del suo antisemitismo. Non ci sono rivendicazioni finora ma non mancano gli appelli alla vendetta da parte dei ministri del Governo Netaniahu, in gran parte di estrema destra Anche perché da 24 ore qualche gruppo da Gaza (si vocifera che Hamas non sia più in grado di controllare i vari gruppi palestinesi) aveva lanciato due Katiusha su Beersheva, mentre sette di razzi qassam colpivano il Negev occidentale. Nessuna vittima fra gli israeliani. Ma a lanciare la prima pietra, per dirla tutta, non sono stati i palestinesi: approfittando della distrazione internazionale in questi giorni di operazioni in Libia, l'aviazione di Tel Aviv bombarda Gaza da giorni. Soltanto martedì erano morti 5 palestinesi: un bimbo di 11 anni, un ragazzo di 20, due adulti, e una quinta vittima irriconoscibile e quindi rimasta non identificata. Alle vittime del conflitto va aggiunto un colono che, disperato, ieri si è tolto la vita sparandosi ad un check point vicino a Revava. Tutto questo è avvenuto dopo che la Knesset ha passato sue nuove leggi: la prima proibisce ai palestinesi con cittadinanza israeliana di commemorare la Nakba, il giorno di lutto in cui si ricorda la pulizia etnica (per usare un termine dello storico israeliano Ilan Pappe) del '48 che sancì la fondazione di Israele; la seconda impedisce agli stessi di abitare nelle terre che Israele stessa confisca ai palestinesi, d'ora in poi riservate soltanto a chi può dimostrarsi di razza (non necessariamente di religione) ebraica. La minaccia di una nuova offensiva su Gaza, dopo che Piombo Fuso Uno uccise in pochi giorni 1.400 palestinesi fra i quali almeno 700 donne e bambini, giunge mentre il vento delle rivoluzioni arabe raggiunge la vicina Siria. Mentre continuano gli arresti a tappeto e gli scioperi della fame da parte delle carcerate politiche, la città di Daraa, lungo l'autostrada Damasco Amman, resta sotto assedio dopo due settimane di proteste contro il regime. Tagliati telefoni ed elettricità, oltre che internet, è quasi impossibile capire cosa stia succedento aldilà della barricata dei carri armati mandati da Damasco. In realtà non è neanche detto che Bashar al Assad, in genere sostenitore di un modello di dittatura "soft" , sia pienamente in controllo dell'operato della sua stessa polizia. Nei fatti potrebbe persino trattarsi di un inizio di rivolta interna da parte dell'ala dura delle forze speciali.
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