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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
24.03.2011 Questo sarà il nuovo Egitto post Mubarak
Commento di Maurizio Caprara

Testata: Corriere della Sera
Data: 24 marzo 2011
Pagina: 55
Autore: Maurizio Caprara
Titolo: «Amnesty contro il nuovo Egitto. L'orrore dei 'test di verginità'»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 24/03/2011, a pag. 55, l'articolo di Maurizio Caprara dal titolo "Amnesty contro il nuovo Egitto. L'orrore dei 'test di verginità' ".

Proprio perché i faticosi passi del nuovo Egitto verso un sistema democratico vanno incoraggiati, è bene non tenere basso l’allarme che merita una denuncia di Amnesty International su «test di verginità» ai quali sarebbero state sottoposte donne scese in piazza dopo la caduta della trentennale presidenza illiberale di Hosni Mubarak. Secondo le informazioni raccolte dall’organizzazione non governativa attiva in oltre 150 Paesi, il 9 marzo scorso i militari che hanno caricato una manifestazione nella piazza Tahir del Cairo — ormai celebre perché il suo nome viene associato a richieste di libertà— non si sono limitati a mettere agli arresti almeno 18 delle partecipanti. Queste donne, ha riassunto Amnesty, hanno raccontato di essere state «picchiate, sottoposte a scariche elettriche, obbligate a denudarsi mentre i soldati le fotografavano e infine costrette a subire un "test di verginità"sotto la minaccia di essere incriminate per prostituzione» . Una donna che si è dichiarata vergine e che non sarebbe risultata tale secondo le sconce verifiche dei controllori della sua illibatezza, poco conta se in camice bianco o divisa, avrebbe subito un pestaggio e scariche elettriche. Brutalità del genere non sono una novità di questa stagione di democrazia egiziana, ancora da costruire e con davanti a sé un percorso né breve né lineare. Fuorviante, irresponsabile sarebbe oggi prendere a pretesto la denuncia di Amnesty per sostenere che il popolo egiziano stava meglio prima. Mubarak avallò condanne a morte. Le sue prigioni non vengono ricordate per condizioni civili. Non vanno dimenticate le sue elezioni finte, le sue intimidazioni sistematiche verso il formarsi di opposizioni come ne esistono nelle democrazie. È però un dovere, per chi difende i valori di un vivere libero e civile e per i governi occidentali, far presente ai militari egiziani che metodi e torture come quelli descritti non aiutano i Paesi amici ad aiutarli. Sono sevizie, stupri di Stato. Strascichi di orrori comunque da estirpare.

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