Riportiamo dall'ARENA del 21/03/2011, a pag. 15, l'articolo dal titolo "La Palestina in presa diretta".

Verona, il liceo 'A. Messedaglia'
L'articolo cerca di far passare una conferenza contro Israele per ciò che non è, la descrizione oggettiva di come vivono i palestinesi.
L'incipit dell'articolo è sufficiente, da solo, a far capire quali saranno tono e contenuto dell'articolo : "La Palestina raccontata dai testimoni. In occasione della Israeli Apartheid Week, nell'aula magna del liceo scientifico «Messedaglia» si è tenuto l'incontro «Storie da Gaza - Dall'Operazione "Piombo Fuso" ad oggi: immagini esclusive e testimonianze dirette della vita quotidiana nella striscia di Gaza», ". Una conferenza su Gaza e Piombo Fuso organizzata nell'ambito dell'Israeli Apartheid Week. L'articolo, che riassume gli interventi dei partecipanti, è un lungo e ripetitivo elenco di accuse infondate a Israele. Non c'è traccia del terrorismo di Hamas nel pezzo, significherebbe ammettere che non tutto ciò che viene dalla Striscia è bello.
Sul perchè Israele abbia iniziato una guerra contro Hamas, nemmeno una sillaba. In compenso vengono descritti i bombardamenti alla scuola finanziata dall'Onu. Peccato che manchi la parte della storia in cui si scopre che Hamas si nascondeva in quegli edifici. Ma sarebbe come scrivere che Hamas usava scudi umani, un dato di fatto che gli odiatori di Israele preferiscono ignorare.
Non manca l'accusa (smentita dalla Croce Rossa Internazionale, ma basta fingere di non ricordarlo) di aver utilizzato armi col fosforo.
Invitiamo i lettori di IC a scrivere al preside del liceo scientifico 'Angelo Messedaglia' di Verona, prof. Giancarlo Peretti, per chiedergli che cosa ne pensa della conferenza tenuta nella sua scuola: dirigente@messedagliavr.it.
Ecco l'articolo:
Verona. La Palestina raccontata dai testimoni. In occasione della Israeli Apartheid Week, nell'aula magna del liceo scientifico «Messedaglia» si è tenuto l'incontro «Storie da Gaza - Dall'Operazione "Piombo Fuso" ad oggi: immagini esclusive e testimonianze dirette della vita quotidiana nella striscia di Gaza», organizzato dal gruppo Eufrasia della facoltà di Medicina, che già in passato si è confrontato sul tema del diritto all'istruzione e alla salute per il popolo palestinese, in collaborazione con l'Associazione per la Pace di Verona, Comunità Cristiane di Base, Cospe, Donne in Nero, Indimaj -convivenza e integrazione, Rete Radiè Resch e Unicef.
Nel corso della serata sono stati proiettati alcuni spezzoni del documentario vincitore del 62° festival del film di Locarno «Piombo Fuso» di Stefano Savona, regista e fotografo palermitano, unico occidentale riuscito a passare il 6 gennaio 2009 attraverso il confine con l'Egitto nella Striscia di Gaza, non presente in sala perché impegnato a documentare l'evolversi della situazione in Egitto. Il documentario riporta immagini e suoni della vita quotidiana nella striscia di Gaza nel corso dell'operazione militare intentata dall'esercito israeliano, a partire dal 27 dicembre 2008, al fine di bloccare le attività di Hamas, partito palestinese di ispirazione religiosa islamica, senza alcun commento per espressa decisione del regista.
In apertura della conferenza Najat Idrissi, presidente dell'Associazione Indimaj-convivenza e integrazione, che dal 2000 porta avanti a Verona attività per l'integrazione tra donne di tutte le nazionalità, recita una poesia scritta durante l'operazione militare «Cast Lead».
A Deeb Elbuhaisi, medico originario di Gaza, è affidato il compito di fare un escursus storico dalla nascita dello Stato di Israele nel 1948 ai giorni nostri, per spiegare le ragioni della tensione tra popolo palestine e israeliano. Ad oggi il popolo palestinese conta 12 milioni di persone, di cui un milione e mezzo vivono nella Striscia di Gaza, territorio con la più alta densità demografica al mondo.
Claudia Milani, coordinatrice nazionale di Amnesty International per Israele e territori palestinesi occupati, appena tornata da un viaggio a Gaza, (dopo quattro tentativi andati a vuoto di entrare nei territori palestinesi) denuncia le condizioni in cui vivono i palestinesi, stretti in un embargo di fatto che rende difficilissimo reperire beni di prima necessità e i materiali per ricostruire le infrastrutture. Ai civili vengono negati i diritti alla salute e all'istruzione. I malati terminali vengono lasciati in attesa dell'autorizzazione di lasciare i territori per poter essere curati in ospedali più attrezzati. Durante l'operazione piombo fuso sono stati bombardati ospedali e scuole (per la maggior parte finanziate dalle Nazioni Unite). Claudia Milani infine sostiene la necessità che la comunità internazionale conduca delle indagini per verificare violazioni delle convenzioni internazionali, dal momento che sia da parte israeliana che da parte palestinese si sono riscontrate forti resistenze in tal senso.
Giuditta Brattini di Gazzella onlus, associazione che in dieci anni ha assicurato assistenza e riabilitazione a 1500 bambini palestinesi feriti da armi di guerra e che prende il nome dalla prima bambina adottata a distanza nel 2000, mostra le immagini di un viaggio in Palestina e ricorda che già prima dell'operazione «Piombo fuso» venivano usate armi proibite dalla Convenzione di Ginevra e la popolazione versava in condizioni drammatiche.
La parola infine passa a Gloria Adami che segue il progetto «Fiori di pace», grazie al quale dal 2004 sono stati organizzati a Verona dei gemelaggi tra ragazzi israeliani e palestinesi per far comprendere loro l'importanza del dialogo e del confronto pacifico. Nel progetto al quale prendono parte degli educatori e uno psicologo palestinese che segue i ragazzi in questo percorso, sono state coinvolte alcune scuole veronesi. Gloria Adami collabora anche con il Cospe, per il quale porta avanti progetti di sostegno alle donne palestinesi.
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