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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Ugo Volli
Cartoline
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Anche dei genocidi (commessi) prima o poi ci si stufa. 20/03/2011

Anche dei genocidi (commessi) prima o poi ci si stufa.
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli


                                           Mordechai e Ester (Aert de Gelder in 1685)

il nuovo Haman


Qualche volta i sovrani o gli stati si pentono del genocidio. E' successo ad Achashferosh (Artaserse) imperatore di Persia circa duemila quattrocento anni fa, come racconta la storia di Purim, che gli ebri leggono nella festa odierna; ed è successo, per ragioni meno attraenti della Regina Ester anche alla Germania, dopo la sconfitta della Seconda Guerra Mondiale. Achashferosh ha dato agli ebrei il permesso di difendersi contro i genocidi antisemiti che aveva in un primo momento appoggiato; la Germania da quando è tornata indipendente ha cercato di fare i conti col suo passato, ha chiesto scusa, per esempio con Willy Brandt al ghetto di Varsavia, ha compensato le vittime e ha mantenuto un discreto ma fermo appoggio a Israele. Può sembrare poco, ma se pensiamo al negazionismo turco sul genocidio armeno possiamo vedere che non è una piccola cosa.

Infatti i pentimenti non durano per sempre. Come si sa, la Persia è oggi il più potente nemico del popolo ebraico e di Israele – perfino la tomba di Ester e Mordechai è minacciata dai fanatici del regime (http://jta.org/news/article/2010/12/14/2742178/iranian-islamicists-threaten-to-destroy-esthers-tomb) ed è stata comunque "degradata" dal governo iraniano (http://jta.org/news/article/2011/01/11/2742502/iran-downgrades-tomb-of-esther-and-mordechai). Quanto alla Germania, un recente sondaggio mostra che più o meno la metà dei tedeschi pensa che gli ebrei approfittino troppo della loro condizione di vittime della Shoà, e la stessa proporzione della popolazione germanica, guarda un po', ritiene che gli israeliani stiano conducendo una guerra di sterminio dei palestinesi (http://www.jpost.com/International/Article.aspx?id=212326) : della serie chi l'ha fatta, l'aspetta (dagli altri). Sempre in Germania, il nuovo presidente del concilio ebraico ha denunciato come antisemiti gli appelli al boicottaggio di Israele che vengono da ambienti della sinistra (http://www.jpost.com/JewishWorld/JewishNews/Article.aspx?id=212332).

Tutto questo potrebbe restare nell'ambito dei movimenti di opinione, se non fosse che incide anche sull'azione politica. Pochi hanno notato qui che la Germania per la prima volta –allineandosi con il resto degli europei contro gli Usa - ha votato contro Israele al consiglio di sicurezza dell'Onu nel dibattito sulla mozione di condanna delle "colonie" in Giudea e Samaria richiesta dall'Autorità Palestinese, che si è chiusa con un veto americano. Ne è seguito un duro confronto telefonico fra la Merkel e Netanyahu, in cui il cancelliere tedesco ha detto – o ha fatto sapere di aver detto – di essere "stufa" delle posizioni israeliane (http://www.nytimes.com/2011/03/08/world/europe/08iht-letter08.html?_r=1&WT.mc_id=IN-PS-E-OB-PS-TXT-TH-ROS-1010-NA&WT.mc_ev=click).    

Vedete com'è bella Eurabia, serve anche ai paesi genocidi a ritrovare il loro orgoglio nazionale dopo anni di pentimenti. Di nuovo i tedeschi sono stufi degli ebrei, come di nuovo un imperatore persiano vuole degradare Mordechai e sterminare gli ebrei. La storia si ripete, diceva Marx, la prima volta come tragedia e la seconda come farsa. Speriamo.

Ugo Volli


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