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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio - L'Opinione Rassegna Stampa
18.03.2011 Egitto, i Fratelli Musulmani sempre più forti
Cronache di Redazione del Foglio, Dimitri Buffa

Testata:Il Foglio - L'Opinione
Autore: Redazione del Foglio - Dimitri Buffa
Titolo: «L’Egitto vota la Costituzione. A favore solo i Fratelli musulmani - Chi sono veramente i Fratelli Musulmani»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 18/03/2011, a pag. 3, l'articolo dal titolo " L’Egitto vota la Costituzione. A favore solo i Fratelli musulmani ". Dall'OPINIONE l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo " Chi sono veramente i Fratelli Musulmani  ".
Ecco i due articoli:

Il FOGLIO - " L’Egitto vota la Costituzione. A favore solo i Fratelli musulmani"

Roma. L’ultima modifica alla Costituzione egiziana risale a quarant’anni fa. Domani 45 milioni di egiziani sono chiamati ad approvare o respingere le modifiche costituzionali messe a punto da un comitato sotto l’egida dei militari. Tranne il partito dell’ex presidente Hosni Mubarak e i Fratelli musulmani, a favore per motivi diversi, le forze politiche sono tutte contrarie al referendum. Nel caso vinca il sì alle modifiche, la giunta militare indirà entro settembre libere elezioni. A trarne vantaggio saranno proprio i Fratelli musulmani e il Partito nazionale democratico di Mubarak. Le altre forze politiche sono ancora deboli, mancano di un’agenda politica e di una struttura organizzativa, sono impreparate ad affrontare le elezioni in estate. Dalla stesura della nuova Costituzione sarebbero esclusi proprio quelli che all’inizio hanno guidato la rivoluzione. Nel caso in cui fossero bocciate le modifiche, il voto slitterà a dicembre, dopo che l’esercito avrà scritto una nuova, temporanea, Carta costituzionale. Le principali modifiche riguardano l’articolo 77, che riduce il mandato presidenziale a quattro anni e limitato a un massimo di due consecutivi; l’articolo 148, che limita il potere del presidente nell’annunciare lo stato d’emergenza; l’articolo 179 in cui viene eliminato il potere del presidente di sospendere le libertà civili; l’articolo 76 in cui vengono consentite elezioni pluraliste in cui possano competere più candidati. E’ abolito l’obbligo di essere membri del Partito democratico nazionale. I gruppi di protesta Kifaya, 6 aprile, la coalizione del 25 gennaio hanno tutti chiesto di votare per il “no”. Vogliono che una “Assemblea” eletta dal popolo scriva una nuova Costituzione dopo aver indetto le elezioni. Anche Mohammed ElBaradei è contrario agli emendamenti e li definisce “un insulto alla rivoluzione”. Tra gli emendamenti più criticati c’è quello che definisce i criteri per l’eleggibilità del presidente. Anche se ampliati rispetto al passato, continuano a essere radicalmente restrittivi. Per esempio, per potersi candidare alla presidenza, bisogna avere o il sostegno di trenta membri dell’Assemblea del popolo, o raccogliere trentamila firme. Viene introdotta una clausola che esclude dalla candidatura presidenziale gli egiziani che abbiano una doppia nazionalità o siano sposati a non egiziani, precludendo così a un gran numero di egiziani espatriati di concorrere. ElBaradei in particolare è contrario perché ha anche passaporto svizzero ed è sposato a una donna straniera. Sarebbe escluso anche lo scienziato e Nobel Ahmed Zewail, anch’egli sposato a una donna siriana e da anni residente negli Stati Uniti. Contrari al referendum anche i copti cristiani, perché non è stata ammessa alcuna modifica dell’articolo due dell’attuale Carta costituzionale, che pone la sharia, la legge islamica, come “la fonte della legislazione”. I cristiani nutrono il forte timore che in caso di elezioni siano i Fratelli musulmani a vincere alle urne. Rafic Greiche, portavoce della chiesa cattolica egiziana, ha dichiarato che i Fratelli musulmani stanno approfittando del clima di caos istituzionale per imporre l’islam radicale e la sharia all’interno della società egiziana. “Molti imam musulmani si oppongono al cambiamento dell’articolo due della Costituzione, dove si afferma che la sharia è fonte di ispirazione per il diritto egiziano. Fin dall’inizio delle manifestazioni essi hanno sottolineato che erano disposti a cambiare soltanto gli articoli riguardanti il governo e il Parlamento, ma non quelli relativi alla sharia”. Il celebre scrittore Edwar al Kharrat ha fatto campagna per la modifica dell’articolo sulla sharia: “La religione è per Dio, il paese è per tutti”, ha detto.

L'OPINIONE - Dimitri Buffa : " Chi sono veramente i Fratelli Musulmani "


Dimitri Buffa

“Ci prenderemo questo Paese da loro  usando la democrazia che hanno ricevuto dal diavolo”.
I fratelli mussulmani dicono quello che poi fanno. Come lo diceva un Hitler ancora sconosciuto e sottovalutato quando organizzava il putsch della birreria nel 1923 e in seguito quando in carcere meditava il “Mein Kampf”.
Da mercoledì sera, dopo avere visto il documentario sui “muslim brothers”, fatto in Norvegia da un musulmano moderato di origine egiziana, lo sappiamo anche noi. Lo abbiamo visto alla Camera insieme a Souad Sbai, che ha organizzato il tutto, e al grande pensatore laico egiziano, Tarek Heggy, che ha commentato le immagini, e alla ricercatrice e d esperta di arabo e di islam Valentina Colombo. Ospiti nel pubblico i musulmani moderati d’Italia, cioè quelli che non prendono ordini dal network dei fratelli mussulmani. E che non vanno mai in tv a provocare. E che non hanno bisogno di dissimulare le proprie sembianze e di vestirsi da bravi ragazzi per farsi accettare. Che non si comportano insomma come i Tariq Ramadan de noantri. E che non hanno paura a dire, come ha detto, dopo la proiezione del filmato Gamal Bouchaib, che “per gli immigrati di fede islamica in Italia il più grande problema, dopo la predicazione estremista nelle moschee fai da te, sono i convertiti italiani”. Spesso provenienti da militanze nei movimenti antagonisti della sinistra rivoluzionaria degli anni ’70. O in quelli della destra neo nazista. Gente che ha abbracciato l’islam appunto dei fratelli musulmani per continuare la lotta al sistema. “Gente che ha risposte per tutto come i marxisti leninisti”, per citare le parole di Tarek Heggy, e che ha “un cervello che ragiona per slogan e per  schemi”. Anche se poi i fratelli mussulmani considerano le persone di sinistra il loro nemico ancora di più che la democrazia. Si badi bene: questo non è il solito discorso identitario del cacio cavallo alla Pera. Qui c’è di mezzo un problema concreto: evitare che questa gente rivendichi come ha già fatto, e ottenuto, in Inghilterra, di potere applicare nei propri ghetti la legge shar’iatica.
Prendiamo qualche passo dalla traduzione italiana del filmato, è la voce narrante di uno degli autori che ci guida: “Kamil Al Najjar vive a Londra e conosce i Fratelli Musulmani meglio di molti altri. Era un membro dell’organizzazione nella sua patria. Come disertore, è minacciato di morte e non può rivelare il suo volto. Parla di Hassan al Banna che ha fondato i Fratelli Musulmani in Egitto nel 1928. Ha trasformato l’Islam da religione a ideologia politica. Oggi i Fratelli sono considerati come la più grande organizzazione islamica nel mondo. Al Najjar dice che hanno un’agenda per l’Europa. Un’agenda segreta”.
In Francia come spiega il filmato “l’agenda è già operativa”. “Lafif Lakhdar è tunisino e mi spiega che in Francia le famiglie musulmane con molti figli non sono in grado di portare tutti ad avere un’educazione. I giovani finiscono per essere disoccupati”. I Fratelli Musulmani hanno predicatori che girano tutta la Francia. Forniscono il servizio porta a porta in tutte le famiglie mussulmane. Dicono ai giovani che potranno sposare più di una donna. La poligamia è proibita secondo la legge francese, ma loro gli montano la testa e suggeriscono il trucco che pare si faccia anche in Italia nelle “moschee fai da te” del nord:  “Sposa una donna pubblicamente secondo la legge francese e poi potrai sposare più donne nella Moschea”.
I fratelli mussulmani hanno due facce. Quella buona la usano per le interviste a “Limes”, come quella pubblicata su internet a Mohammad Mahdi Akef, ex mursid , o “Guida suprema  della Fratellanza musulmana”. Quella cattiva la rivelano loro malgrado nel documentario in cui quello stesso personaggio ammette che quando si parla di diritti umani nonsono inclusi quelli delle donne che vanno in giro seminude o degli omosessuali.
La Sbai è l’unica politica in Italia che, a costo di vivere sempre sotto potezione, ha il coraggio di portare in giro filmati come questo. Così come la Fiamma Nirenstein è l’unica a difendere sempre e comunque Israele dalle calunnie del politically correct, di destra o di sinistra che siano.
Ma siccome la madre di coloro che dialogano con i propri carnefici è sempre in cinta, ci piace concludere questo articolo con la voce del giovane Gamal Bouchaib, uno dei rappresentanti dell’islam moderato in Italia, sempre poco ascoltato dalle nostre istituzioni, centrali o locali che siano. “Noi veri musulmani moderati, a differenza di altri sciacalli che attendono le morte per nutrirsi, non vogliamo che si abbassi la guardia nei confronti dell’integralismo islamico.  Perché chi cerca di creare un dialogo con il diavolo prima o poi si brucia all’inferno ..e bisogna volere essere ciechi  non vedere che l’estremismo è già tornato in Egitto  nella figura di Al Qaradawi “. L’imam urlante di Al Jazeera e di tutti i fratelli mussulmani del mondo. Curiosità finale: Gamal Al Banna, fratello del fondatore Hasan, ancora vive. Ed è un nemico della setta fondata dal fratello. Nel filmato fa vedere una foto di sua sorella degli anni ’50 e dice: “all’epoca il velo non lo portava nessuno ed eravamo tutti mussulmani osservanti, i fratelli musulmani hanno semplicemente trasformato la religione in un’ideologia oppressiva”.

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