Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Massacro di Itamar, l'importanza di diffondere le immagini Analisi di Angelo Pezzana, Deborah Fait, Giulio Meotti, Dimitri Buffa
Testata:Libero - Informazione Corretta - Il Foglio - L'Opinione Autore: Angelo Pezzana - Deborah Fait - Giulio Meotti - Dimitri Buffa Titolo: «In Israele una famiglia sterminata, il mondo tace sull’operazione 'eroica' - La strage di Itamar. L'Europa non faccia come gli struzzi»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 15/03/2011, a pag. 17, l'articolo di Angelo Pezzana dal titolo " Scacco ai terroristi. Israele mostra le foto dei bimbi massacrati". Dal FOGLIO, a pag. 2, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo " In Israele una famiglia sterminata, il mondo tace sull’operazione 'eroica' ". Dall'OPINIONE l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo " La strage di Itamar. L'Europa non faccia come gli struzzi ". Pubblichiamo il commento di Deborah Fait dal titolo "Il mondo onora chi odia Israele".
La REPUBBLICA continua a tacere sul massacro di Itamar. da quando è avvenuto non è stata pubblicata nemmeno una riga !! Invitiamo i lettori a protestare con il direttore Ezio Mauro per la censura messa in atto dal suo quotidiano. rubrica.lettere@repubblica.it Ecco i pezzi:
LIBERO - Angelo Pezzana : " Scacco ai terroristi. Israele mostra le foto dei bimbi massacrati"
Angelo Pezzana
Lo sterminio della famiglia Fogel,padremadre etre figlisgozzati con l’abilità e la precisione di un macellaio mentre dormivano nella loro casa nel villaggio di Itamar, a pochi chilometri da Nablus, dimostra purtroppo quanto sarà ancora lunga la strada che porterà alla fine del conflitto tra Israele e il mondo arabo. Scriviamo non a caso “mondo arabo” invece diPalestina, perché ormai soltanto più gli odiatori dello Stato ebraico, o chi è in palese malafede, possono ancora ritenere che l’Anp di Abu Mazen sial’eccezione cherappresenta il dialogo, mentre Hamas, Hezbollah, Iran e tutti gli altri Stati della regione, siano essi soli a essere catalogati fra gli oppositori della pace con Israele. D’altra parte le Brigate al Aqsa, che hanno rivendicato l’eccidio, non sono altro che il braccio armato dell’Anp, mentre l’immagine rassicurante chedi AbuMazenci è stata fornita in questi anni non ha nulla a che vedere con la sua reale gestione della politica palestinese. Ai cosiddetti martiri suicidi vengono dedicate piazze, manifestazioni sportive, per ricordarne l’eroico sacrificio, indicandoli alle giovani generazioni quali modelli da imitare. Nelle scuole si insegna che la società palestinese onora chi uccide ebrei, anche se moriranno il loro gesto porterà alla famiglia un vantaggio economico, perché la loro morte verrà ricompensata in denaro. Lo sterminio della famiglia Fogel non è stata l’opera di un fanatico isolato, ma la realizzazione compiuta dell’insegnamento della cultura di odio che il mondo arabo continua a seminare nel silenzio irresponsabile dell’Occidente. Ma questa volta c’è una novità, cheproviene da Israele, evorremmo dire a voce alta, finalmente. Per la prima volta le immagine di quei poveri resti non sono state occultate, riposte in bianche lenzuola, lontane dalla curiosità morbosa dei media, come sempre avveniva dopo ogni attentato, secondo la tradizione che in Israele non permette l’esposizione pubblica dei propri morti, un insieme di pudore e di rispetto per le vittime innocenti. No, questa volta, i famigliari sopravvissuti e gli amici dei Fogel hanno detto basta a questo riserbo che avrà pure voluto essere una forma di rispetto, ma che in realtà impediva all’opinio - ne pubblica mondiale di provare orrore di fronte a quei corpi sgozzati come animali. Anche il ministro per l’informazione Edelstein è d’accordo e ha ordinato la divulgazione delle immagini. Già domenica mattina su internet, sui siti più attenti al terrorismo arabo, erano girate le immagini di Udi e Ruth Fogel, i genitori, Hadas, la piccola di soli tre mesi, di Elad, tre anni e di Yoav di undici, tutti in un lago di sangue, sgozzati mentre dormivano. Il mondo, inorridito, li sta guardando, e forse, finalmente, comincerà adarsi qualche spiegazione sul perchè il cammino verso la pace è così difficile. E forse la smetterà di chiedere conto a Israele, come finora è quasi sempre avvenuto. Una tradizione si è interrotta, Israele mostra i volti dei suoi morti perché il mondo sappia a quali risultati porta la politica di odio che i suoi nemici seminano ogni giorno, lo fa con dolore, immaginiamo lo strazio nel vedere le immagini di quei corpi pubblicate in tutto il mondo. Ma è quello che andava fatto, le regole dell’infor - mazione globale non prevedono il rispetto dei sentimenti. Se così era stato finora, da oggi non lo sarà più. Israele non sarà più solo a piangere i suoi morti, adesso quei corpi sgozzati li abbiamo tutti negli occhi, dovevamo vederli per capire. Così è avvenuto.
INFORMAZIONE CORRETTA - Deborah Fait : "Il mondo onora chi odia Israele"
Deborah Fait
Mi perdonerete, amici, se non saro' molto lucida nello scrivere queste righe ma stanno accadendo cose difficili da capire per chi vive da anni in mezzo a un popolo che viene sacrificato e i cui figli vengono sgozzati in nome della "liberta' per i palestinesi". Come sapete il Ministro della diaspora e per la diplomazia pubblica, Juli Edelstein, dopo aver avuto il consenso della famiglia Fogel, ha fatto diffondere all'estero le foto del massacro di Itamar . Ebbene questa decisione sta facendo urlare allo scandalo le persone per bene, le anime candide progressiste, tutti a gridare contro Israele che, secondo loro, con quelle immagini di sangue, istiga all'odio contro un intero povero popolo innocente, quello palestinese ovviamente. Questo e' stato scritto in un forum dove la sottoscritta aveva avuto la faccia tosta e la crudelta' di postare il link delle foto: "usate questi morti per deumanizzare un intero popolo, per colpirlo con rappresaglie. Sai cosa è istigazione all'odio? fotografare questi bambini sgozzati, e pubblicare lo scempio dei loro corpi." L'admin ha cestinato il link, ha cestinato tre bambini sgozzati insieme ai loro genitori perche' quelle foto ferivano la grande sensibilita' delle animucce belle del suo forum rosso e progressista. Questo fanno i bravi amici dei palestinesi, cestinano le foto di una bambina di tre mesi sgozzata, non solo, scrivono addirittura che , se i terroristi dei "martiri di Al Aqsa" hanno rivendicato il massacro, lo hanno fatto senza motivo perche'..."Quale rivendicazione? Non c'è nessuna certezza al momento". Negano persino l'ammissione del delitto. Negano tutto. Israele e' colpevole anche dei propri morti, anzi sono stati gli israeliani a ucciderli per incolpare i poveri palestinesi. Capite amici cosa sta succedendo? Per anni i palestinesi hanno pubblicato immagini dei loro morti, il web ne e' pieno, anche se i morti palestinesi erano causa dei precedenti morti israeliani, ammazzati dai kamikaze, e per anni il mondo si e' scagliato contro Israele. Ve lo ricordate? Assassini di bambini, era il miglior comoplimento, shitty little Country e' stato il gentile commento su Israele di un diplomatico francese, e poi...nazisti.... maledetti....andate via di la'....siete occupanti....coloni....fuori dalla Palestina... Chirac disse persino che, come Nazione, eravamo un fenomeno passeggero! E noi leggevamo tutto questo, per anni, seppellivamo i morti e leggevamo che eravamo noi gli assassini e i cattivi e che i nostri massacratori erano i buoni. Lo sapete quali sentimenti si agitavano dentro di noi? Lo sapete cosa abbiamo provato tutti quando quasi nessun giornale pubblico' la notizia del linciaggio di Kobi e Yossi, di 13 anni, ammazzati a pietrate e poi sezionati? I genitori di Yossi non hanno mai parlato. Mai una sola parola. Ammutoliti dall'orrore. I genitori di Kobi, Sheril e Seth hanno creato un'organizzazione per i bambini colpiti dal terrorismo. Il mondo non li ha mai nominati. Il mondo era occupato a onorare Rachel Corrie, l'attivista antisemita, antiamericana e filopalestinese uccisa involontariamente a Rafah mentre difendeva le case dei terroristi. Lei e' diventata un'eroina e una piece teatrale su quanto fosse santa gira i teatri del mondo da anni . Kobi e Yossi, Elad, Hadas, Yoav e altre centinaia di bambini ebrei ammazzati dai palestinesi sono responsabilita' nostra perche' occupiamo terre "palestinesi" e non hanno nemmeno il diritto di essere nominati dai media internazionali. Se lo sono, allora vengono definiti coloni, anche se hanno un mese, un anno, tre anni e le uniche foto pubblicate sono sempre quelle delle "rappresaglie" israeliane. Quando nel 2002 un kamikaze fece saltare un autobus provocando decine di morti, Ariel Sharon, andato sul posto, raccomando' di chiudere subito i corpi nei sacchi perche' nessuno vedesso lo scempio e cosi' e' stato fatto sempre, prima e dopo di allora. Questa volta , per una volta, la prima, che abbiamo avuto il coraggio di far vedere il massacro per far capire con chi dovevamo trattare la pace, sta succedendo il finimondo. Siamo colpevoli sempre e comunque, con foto, senza foto, siamo noi i responsabili dei nostri morti, anzi siamo noi che li ammazziamo per incolpare i palestinesi. E il mondo onora Rachel Corrie. "Che la vita ti perdoni" Mi ha scritto un'amica , per la mia cattiveria. E il mondo onora Rachel Corrie. I media cosa scrivono? Scrivono che una famiglia di "coloni' e' stata "uccisa nel sonno". Coloni, siamo coloni, mica esseri umani, mica ebrei che da 65 anni costruiscono case e giardini e cercano di proteggere i loro figli dalla sete di sangue degli assassini. Coloni, i nostri piccoli figli, Roy, Yossi, gli angioletti Hadas, Yoav, Elad erano anch'essi coloni da ammazzare. Anche la piccola Shal'evet ammazzata da un cecchino palestinese in braccio al padre, era una colona, aveva sei mesi, una cattiva colona di sei mesi da ammazzare. Ma il mondo onora Rachel Corrie! Si, il mondo onora Rachel Corrie! Ve la ricordate, cogli occhi pieni di odio, mentre in mezzo a sorridenti bambini palestinesi , bruciava le bandiere di Israele e della sua patria , l'America! Ma il mondo la onora, e' il simbolo dell'odio contro Israele ! Ma c'e' di piu', amici miei, non ci crederete e anch'io non volevo credere che fosse vero, non volevo credere si potesse arrivare a tanto ma, notizia recentissima, l'Onu ha deciso di proiettare nella sala delle assemblee il film Miral, opera (infima) dell'ebreo Schabel fidanzato di Rula Jebreel, nostra vecchia conoscenza, giornalista di fama, ospite di tanti talk show italiani, autrice del omonimo (infimo) libro antiisraeliano. Non ci credete? Bene, lunedi sera nel salone piu' grande del Palazzo di Vetro a New York, verra' proiettato questo orrido film di demonizzazione di Israele e di santificazione dei terroristi palestinesi. E' la prima volta nella storia che l'ONU proietta un film e, per non smentirsi mai, inaugura la cosa nel solito modo, raccontando la crudelta' degli israeliani, i nuovi nazisti, quelli che non hanno imparato niente, quelli che vogliono criminalmente difendersi invece di lasciarsi massacrare come in Europa. Bravi vero? Volete sapere se ci sono state proteste? Certo, le comunita' ebraiche hanno protestato. E' servito? NO! Il portavoce dell'ONU , che si chiama Victor Nkolo, ha dichiarato che il "film fara' vedere la condizione dei bambini" Dove? Naturalmente in "Palestina". Uno pensa, volete mostrare alle nazioni del mondo come stanno i bambini in guerra? Perfetto, ottima pensata, mostrate i documentari su quelli che muoiono come mosche colle pance gonfie in Africa, mostrate le condizioni dei bambini soldato sempre in Africa e dei bambini terroristi in Palestina, fate vedere le condizioni delle bambine ancora ammazzate, appena nate, in Cina, o dei bambini ammazzati dal terrorismo arabo in Iraq. Parlate delle spose bambine in Iran. No! Niente di tutto questo. L'ONU vuole proiettare un film sulla perfidia di Israele e sulla bonta' e innocenza dei palestinesi. Chissa' chi e' stato travolto questa volta dagli occhioni neri di Rula e dalla dialettica del suo fidanzato, il solito ebreo antisemita? Dio li fa e poi li accoppia, si dice, e un brutto film, tratto da un brutto libro, viene trasformato in documento contro il solito paesaccio, shitty little Country , sempre piu' isolato, sempre piu' criticato, sempre piu' demonizzato.
Tamar, la bambina dodicenne sopravvissuta, ha trovato la sua famiglia in un mare di sangue, ha preso in braccio il fratellino di due anni che piangeva seduto vicino alla mamma, scuotendola mentre le gridava "svegliati, ima, svegliati". Ma il mondo continua a onorare Rachel Corrie. Il mondo continua a onorare chi odia Israele. Al funerale della Famiglia Fogel massacrata c'erano 25.000 persone e il silenzio era totale. Non si sentiva nemmeno respirare, 25.000 persone e il silenzio. Quanti funerali come questo ha visto Israele, centinaia di funerali di bambini uccisi, di bambini orfani di mamme e papa' ammazzati dal terrorismo palestinese e dall'odio di un mondo che offende i nostri morti, li condanna all'oblio, all'indifferenza, alla cattiveria mentre gli stati membri delle Nazioni Unite guarderanno, commossi, un brutto film antisemita e continueranno a onorare Rachel Corrie nei teatri.
Il FOGLIO - Giulio Meotti : " In Israele una famiglia sterminata, il mondo tace sull’operazione 'eroica' "
Giulio Meotti
Roma. Il vice primo ministro d’Israele, Moshe Yaalon, ha paragonato la strage al famoso pogrom di Kishinev del 1903. Domenica a Gerusalemme ventimila persone hanno preso parte ai funerali della famiglia di cinque israeliani sterminata da un commando terroristico palestinese a Itamar, nel cuore del West Bank. La famiglia di israeliani è stata distrutta mentre era immersa nel sonno: padre, madre e tre dei loro figli di undici anni, tre anni e tre mesi. Il capofamiglia, un ufficiale dell’esercito israeliano, non è riuscito a reagire. Si tratta della più grande strage terroristica in Israele dal 2008, quando a Gerusalemme vennero uccisi otto seminaristi ebrei. L’azione è stata rivendicata dalla Brigata dei martiri di al Aqsa, il braccio armato del partito Fatah del presidente Abu Mazen. Il gruppo ha parlato di “operazione eroica”. La famiglia assassinata, i Fogel, era stata evacuata da Gaza nel 2005. “Abbiamo visto scene agghiaccianti”, hanno raccontato i membri di una squadra di soccorso entrati nella villetta. I genitori giacevano esanimi a letto, in un bagno di sangue. Nella stanza dei bambini, il piccolo di tre anni aveva ancora polso all’arrivo dei paramedici, ma gli sforzi di rianimazione si sono rivelati vani. Sul pavimento erano sparsi i loro giocattoli e peluche, intrisi di sangue. Una figlia di dodici anni, sopravvissuta alla strage, aveva partecipato fino a mezzanotte a un’attività scoutistica con i coetanei nel villaggio in Samaria. E’ tornata a casa, bussando alla porta. Nessuno le ha risposto. Quello che ha visto entrando con l’aiuto del vicino è l’intera famiglia con la gola tagliata. La comunità di Itamar aveva già perso ben ventidue abitanti per mano del terrorismo in appena quindici anni. Il villaggio sorge a meno di un’ora di auto da Tel Aviv, ma nelle montagne che si affacciano sulla città palestinese di Nablus, nei cui pressi sorge la terza tomba più sacra agli ebrei, quella del patriarca biblico Giuseppe. In risposta all’appeasement sul terrorismo, per la prima volta Israele ha diffuso le fotografie scattate all’interno della villetta. Il primo ministro Netanyahu ha formalmente protestato con l’emittente americana Cnn per come ha seguito la vicenda (la Bbc si è limitata a due righe di update sul proprio sito internet). “E’ uno spregevole assassinio di un’intera famiglia innocente, genitori, figli, un neonato, che stavano dormendo nella loro casa nella notte di Shabbath”, ha detto Netanyahu. Attorno al villaggio colpito erano stati appena rimossi alcuni checkpoint dell’esercito israeliano. Alla notizia della strage, Hamas è sceso per strada a Gaza in segno di festa, distribuendo dolci. La tv di Hamas ha parlato di “giornata di gloria per il popolo palestinese”. Dall’Iran l’agenzia di stato ha salutato “l’uccisione dei cinque sionisti”. Gerusalemme ha condannato l’incitamento all’odio coltivato da parte dell’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen, che pure ieri ha condannato l’attacco. Mentre gli israeliani seppellivano i propri morti, l’Autorità nazionale palestinese dedicava una piazza a Dalal Mughrabi, l’autrice della più grande strage israeliana, qualla che sequestrò un autobus e uccise una quarantina di passeggeri, fra cui tredici bambini, bruciandoli vivi. A dicembre Abu Mazen aveva premiato con duemila dollari la famiglia di un aspirante “martire” che aveva cercato di colpire un checkpoint israeliano. E poche ore dopo il massacro di Itamar, Abu Mazen ha incontrato palestinesi che inneggiavano in versi ai kamikaze. L’intelligence israeliana sospetta che ci possa essere la mano dell’Iran dietro alla strage. A Khartoum membri di Hamas e dell’Iran si sarebbero incontrati per rilanciare una nuova Intifada. Nel 2002 la stessa comunità aveva visto un’altra famiglia di israeliani sterminata in casa. Anche allora una madre e tre figli. Al Foglio, il sindaco della comunità israeliana colpita, Moshe Goldsmith, dice: “Non cederemo al terrore, diventeremo più forti”.
L'OPINIONE - Dimitri Buffa : " La strage di Itamar. L'Europa non faccia come gli struzzi "
Dimitri Buffa
In Israele alcuni giornali hanno pubblicato le terrificanti foto della strage avvenuta lo scorso fine settimana in una città della Samaria che il mondo conosce con il nome di “colonia”, ossia Itamar. Dare del “colono” a un israeliano è la scorciatoia più facile per giustificare, anzi per legittimare il suo assassinio: se l’è cercata. Ecco perché, per aprire gli occhi alle anime belle che continuano a vedere il terrorismo islamico di buona parte delle formazioni armate palestinesi come una variabile del conflitto medio orientale avevamo deciso di pubblicare le stesse foto, una sola delle quali invece vedrete in pagina. Questa strage, tre bambini più il padre e la madre, praticamente tutta la famiglia Fogel, sgozzata nel sonno da un paio di “eroici militanti della jihad”, come sono stati subito definiti a Gaza dai maggiorenti di Hamas, che hanno anche distribuito dolcetti e te’ alla popolazione per festeggiare il lieto evento, mentre va dato atto che Abu Mazen a l’Anp ieri, solo ieri, hanno condannato timidamente l’episodio, ha una motivazione che se possibile è ancora più ignobile delle stesse modalità usate per la strage: fare ritornare in prima pagina la causa palestinese, del tutto dimenticata e anzi lasciata a sé stessa dal resto del mondo arabo. Che almeno nella cosiddetta rivoluzione dei gelsomini della Tunisia sembra avere prediletto il metodo non violento, pur con tutte le contraddizioioni che si conoscono. Gli eroi palestinesi hanno aspettato che dormissero, poi sono entrati e li hanno sgozzati: Udi e Ruthi Fogel e i loro tre bambini, Hadas di tre mesi, Elad di tre anni e Yoav di 11 anni. Insomma si uccidono tre bambini, una delle quali di tre mesi, e due genitori, per dire “ci siamo anche noi”. E lo si fa con metodi da serial killer che ricordano quelli di Satana Manson nel 1968 a Bel Air nella strage in cui fu uccisa Sharon Tate, la seconda moglie del regista Roman Polanski. Tra parentesi in Italia ci sono giornali come “Repubblica” che a questa strage hanno dato un rilievo quasi nullo e quindi la voglia di pubblicare quelle foto che sono come un pugno nella bocca dello stomaco era ancora più sentita. Senonchè.. ci siamo messi nei panni dei superstiti della famiglia Fogel, che da ebrei ortodossi avrebbero certamente gradito che le immagini macabre della loro stessa morte fossero state risparmiate ai posteri e quindi abbiamo soprasseduto. Rimane lo sdegno per chi, nella dirigenza della lotta armata palestinese, i macellai delle Brigate dei martiri Al Aqsa, ha pianificato un simile e vigliacco gesto pur di tornare in prima pagina. E anche per i tanti giustificazionisti anti israeliani europei e di casa nostra che mettono sullo stesso piano un delitto deliberato e un raid antiterrorismo su Gaza in cui può morire, ma solo per sbaglio, anche un bambino palestinese. In una terribile ma verissima vignetta di qualche anno fa, ai tempi della infame seconda intifada, era rapprentata perfettamente la differenza tra i bambini che muoiono tra i palestinesi e quelli che muoiono tra gli israeliani: nella prima immagine della striscia si vedeva un guerrigliero con una carrozzina da neonato messa davanti come a scudo di protezione dietro cui ripararsi e sparare, nella seconda immagine un soldato israeliano che invece davanti alla carrozzina con dentro un bambino ci si piazzava lui per proteggerla. A volte le vignette da sole racontano tutta la storia di fenomeni così complessi come le infinite guerre arabo israeliane. E d’altronde la mitica Golda Meir soleva dire che il conflitto sarebbe cessato “quando gli arabi impareranno ad amare i loro figli più di quanto non odino noi”. Dopo sessanta anni di ammazzamenti questo nodo, che distingue i torti e le ragioni, non è stato ancora sciolto e il massacro di questa inerme famiglia di “coloni”, come li definisce con disprezzo una buona parte della stampa di sinistra italiana ( ma anche di quella cattolica e di quella post fascista), ne è l’ultima tragica tesimonianza. E la cosa peggiore di tutte è che in Europa e in Italia queste notizie si nascondono, queste foto si preferice non vederle mentre le campagne para naziste di boicottaggio dei beni di consumo israeliani o gli assurdi paragoni tra l’apartheid sudafricano e quello, del tutto inventato, degli israeliani nei confronti dei palestinesi continuano ad attirare sempre più giovani e meno giovani. Gente che ha smarrito da tempo la bussola tra il bene e il male o che subdolamente se ne frega per non tradire la propria ideologia anti occidentale. D’altronde anche il professor Roberto Vecchioni che ha vinto Sanremo con una canzone vagamente anti berlusconiana è lo stesso che tempo fa aveva dato scandalo con un’altra canzone dedicata a un kamikaze palestinese. Le scorciatoie mediatiche al successo sono sempre le stesse.
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